La donna che visse due volte – Boileau/Narcejac

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La premiata ditta francese Boileau-Narcejac ( firma comune di Pierre Boileau (1906-1989) e di Pierre Ayraud, detto Thomas Narcejac (1908-1998), scrittori francesi di romanzi polizieschi) ritorna con Adelphi che ripubblica “La donna che visse due volte” (titolo originale: D’entre les morts, ossia “Di tra i morti”) . Da questo romanzo fu tratto anche il famoso film di Hitchcock “Vertigo” con Kim Novak e James Stewart.

Lo si legge immersi progressivamente nell’ossessione del protagonista (l’ex-poliziotto Flaviers) che si innamora di un mistero più che di una donna. E noi con lui, perché i due scrittori, un po’ come il Simenon dei romanzi, amano lavorare sull’indagine psicologica dei loro personaggi, e nella quale è difficile per il lettore non sentirsi coinvolto. Per chi non li avesse ancora letti consiglio anche i due romanzi precedentemente pubblicati dalla benemerita Adelphi : “I diabolici” e “Le incantatrici“.

Renato Graziano

DESCRIZIONE

Narra la leggenda che Boileau-Narcejac abbiano scritto “La donna che visse due volte” con uno scopo ben preciso: quello di piacere ad Alfred Hitchcock. Una scommessa azzardata, indubbiamente (anche se i due non ignoravano che il regista avrebbe già voluto adattare per lo schermo I diabolici, che gli era stato soffiato da Henri-Georges Clouzot). Come tutti sanno, la scommessa fu vinta, e la storia della enigmatica Madeleine, che sembra tornare «dal regno dei morti», diventò quello che la critica ha definito il capolavoro filosofico di Alfred Hitchcock – e uno dei film più amati dai cinéphiles di tutto il mondo. Quando, molti anni dopo, François Truffaut gli chiederà che cosa esattamente gli interessasse nella storia di questa ossessione amorosa che ha la tracotanza di sconfiggere la morte, Hitchcock gli risponderà: «la volontà del protagonista di ricreare un’immagine sessuale impossibile; per dirlo in modo semplice, quest’uomo vuole andare a letto con una morta – è pura necrofilia». Attenzione però: se è vero che ci si accinge alla lettura del libro avendo davanti agli occhi la sagoma allampanata di James Stewart e il corpo di Kim Novak, a mano a mano che ci si inoltra nelle pagine del romanzo le immagini del film si dissolvono e si impone, invece, potentemente la dimensione onirica, angosciosa, conturbante di Boileau e Narcejac, che sanno invischiare il lettore negli stessi incubi ai quali i loro personaggi non riescono a sfuggire fino all’ultima pagina – e anche oltre.

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LA RAGAZZA CORVO – Erik Axl Sund

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E’ la prima volta che debbo dire “non lo so”. Anche se alla fine (ma di pancia) gli ho assegnato 4 smile, è un libro che mi ha lasciato sconcertato.
Più volte ho pensato di interromperlo e chiuderla lì, vuoi per l’argomento trattato che a me fa venire i conati di acido, vuoi per i tanti nomi svedesi, per me difficili solo da pensare, vuoi per i continui cambi di azione e dei personaggi e del periodo.
Un libro che più crudo non si può, se non scadendo nel pulp più efferato, cosa che gli autori sfiorano spesso. Ho faticato molto a leggerlo, non sono riuscito a superare le 50 pagine al giorno (normalmente ne leggo più del doppio).
Ma, al di là dei pochissimi stereotipi (la poliziotta con problemi familiari ecc..), Il romanzo è scritto bene, affronta tematiche difficili, ed è pieno di colpi di scena. La trama sembra caotica, a volte slegata, ma alla fine tutto viene chiarito e gli ultimi capitoli servono a ricondurre il povero lettore semi impazzito (io) a comprendere l’intero libercolo di oltre 600 pagine.
La mia votazione è data a premio del fatto che è un thriller imprevedibile e di per sé originale ed è un bel cazzotto allo stomaco.
Il libro è la riscrittura in unico volume di: “La stanza del male”, “Una donna non dimentica mai” e “Le regole del buio”, trilogia scritta da Jerker Eriksson e Håkan Axlander Sundquist.
La trama: In un parco di Stoccolma, viene trovato il cadavere di un bambino che riporta diverse ecchimosi da percosse, che è stato evirato ed è imbalsamato (di più credo non si potesse fare).
Le indagini le segue un commissario (donna) che dovrà lottare con il maschilismo ed un certo ostruzionismo da parte dei capi e del magistrato incaricato (altro stereotipo).
Verrà aiutata da una psicologa alla quale la unirà un sentimento profondo, ma che nasconde un segreto di violenza riconducibile agli assassini del ragazzo.
Nel corso del racconto verranno trovati altri cadaveri imbalsamati ed evirati ma la storia, oltre che seguire la ricerca degli assassini, si sofferma anche sul profondo problema psicologico che si portano nell’anima le vittime che sopravvivono a tali brutalità.
E’ il libro più crudo che ho letto fino ad oggi, dopo ho dovuto leggere 4 novelle di Pirandello per riprendere il normale equilibrio. Buona lettura a tutti.

Giancarlo Zeppa