Libro discusso, discutibile, e da discutere quello di Houellebecq…..in un futuro prossimo il partito islamista vince le elezioni in Francia di un soffio su Marie Le Pen con l’aiuto di una assoggettata sinistra francese, e il mondo sociale cambia drasticamente per il protagonista, professore universitario con passione per le studentesse….al di là delle visioni apocalittiche del cambio di prospettiva religiosa e una certa insistenza sulla questione donne (che verranno licenziate in blocco da tutti i lavori di Francia per tornare al loro ruolo di mogli, ovviamente con liberalizzazione della poligamia), il libro pone secondo me una questione fondamentale molto interessante seppur “accademica”: il mondo occidentale/cristiano sta crollando perchè ha smesso di porre la cultura al centro e a capo di tutto. Il protagonista verrà prima licenziato dalla Sorbonne , ma poi gli faranno ponti d’oro pur di convertirlo all’islam, consci del ruolo fondamentale della cultura nel plasmare le menti…e lui riderà del fatto che mentre la “sua” società lo stava isolando come inutile retaggio del passato, i nuovi dominatori lo considerino il primo uomo da corrompere.
Il libro non nasconde ciò che l’islam è e comporterebbe nelle nostre vite, lo amplifica anche con gusto di “fare paura” se vogliamo, seppur senza l’acredine cieca della Fallaci ultima maniera, ma in un certo senso ne scova gli elementi vincenti per una ipotetica vita politica futura: non il mito dell’uomo qualunque e ignorante “che basta che faccia” che sta prendendo piede in tutte le vite politiche europee (Lega, Grillo da noi, ma tanti altri esempi oltrefrontiera), rendendole incapaci di capire la direzione che questo fa prendere, ma la nuova creazione di una èlite culturale “che sappia e conduca”, seppur in questo caso nel nome di una religione “forte” come l’Islam, e non più quella della ragione illuminista e atea, che il protagonista – guardacaso – abbandonerà… Libro volutamente provocatorio, che a leggerlo letteralmente non può che creare scandalo e ribrezzo nelle nostri menti, ma che io ho trovato invece intelligente e giustamente ironico e di piacevolissima lettura..e che al di là degli aspetti di colore di alcune scene , raggiunge il suo scopo di una nuova riflessione sul male della nostra cultura…anzi…della nostra “non-più-cultura”.
Nicola Gervasini

