I 10 giorni che fecero tremare il mondo – John Reed

reed
Ho finalmente deciso di leggerlo credo dopo una trentina di anni da quando me ne parlò mio padre.
Il documento è eccezionale, la descrizione della Rivoluzione d’Ottobre (ricordo bene che mio padre iniziò a parlarmene proprio dicendomi “sai che la rivoluzione d’ottobre accadde in novembre?”) redatta da un testimone oculare che visse gli avvenimenti in prima persona e anche attivamente; ricordiamo che John Reed, ammeregano e socialista, fu sepolto in Cremlino e che lo stesso Lenin approvò entusiasticamente il suo libro.
Ma c’è un “ma”. L’ho trovato personalmente scritto (o tradotto, boh) in modo un po’ disordinato, a volte noioso nonostante stesse descrivendo un evento di portata planetaria. Alcuni passaggi sono memorabili, altri inutilmente prolissi (il reportage quasi completo dei comizi e delle riunioni dei vari soviet), importanti per me sono stati soprattutto le descrizioni delle dinamiche politiche che portarono alla presa del potere dei bolscevichi nonostante fossero in netta minoranza rispetto ai più moderati menscevichi e socialisti rivoluzionari.

Alessandro D.C.

Il detto “al posto giusto al momento giusto” sembra essere stato scritto apposta per il giornalista americano John Reed, l’unico reporter occidentale a trovarsi a San Pietroburgo, insieme alla moglie Louise Bryant (anch’essa giornalista) ed al collega A.R. Williams, ed assistette in prima persona agli avvenimenti della rivoluzione d’Ottobre. Dopo questa esperienza, tra la fine del 1918 e l’inizio del 1919, Reed lavorò intensamente al suo libro più famoso I dieci giorni che sconvolsero il mondo (tradotto in italiano con il titolo Dieci giorni che fecero tremare il mondo), una delle piu’ diffuse e affascinanti cronache della Rivoluzione, che Lenin stesso apprezzò raccomandandone la diffusione “senza riserve tra gli operai di tutto il mondo”.

Tra i molti volumi che riguardano la rivoluzione russa questo di John Reed rimane ancora oggi il documento più prezioso per comprenderne il significato e seguirne gli eventi. L’autore del libro, addetto all’Internazionale Comunista, partecipò alla lotta che portò al potere il bolscevismo, senza mai staccarsi dal fianco di Lenin nei primi mesi della Rivoluzione di Ottobre. La prima traduzione in Russia de I dieci giorni venne fatta dalla moglie di Lenin stessa e in pochi giorni nella Russia Sovietica il volume raggiunse una tiratura favolosa. Lenin aveva scritto infatti a questo proposito: “E’ un libro che mi piacerebbe vedere pubblicato in milioni di copie e tradotto in tutte le lingue”. I dieci giorni non sono soltanto un resoconto di impressioni personali, ma figurano tra le opere più documentate e rigidamente analitiche. Le sue ristampe non si contano ormai più.

1913 L’anno prima della tempesta – Florian Illies

FLORIAN

QUESTA NON E’ UNA RECENSIONE
Con l’autore ho un conto aperto da dieci anni. Mancavano pochi minuti alle 20 del 28 giugno 2005 e il treno della U2 arrancava verso la fermata di Kaiserdamm, dopo che i due soci avevano perso troppo tempo per un hamburger al ristorante australiano del Sony Center. Fare tutta quella fatica per andare al concerto… per poi arrivare in ritardo!? Per alleviare la tensione guardai davanti a me sul vagone, dove una ragazza carina stava leggendo il libro Generation Golf. A quel tempo il riferimento a quell’auto aveva un significato che ora non ha più alcun rilievo; ma allora, aveva il suo perché. Tenni a mente il nome dell’autore: Florian Illies. Purtroppo la povertà del mio lessico tedesco mi ha impedito di prendere in considerazione la lettura del libro, ovviamente mai tradotto in italiano.
Quasi otto anni dopo, di ritorno da Wembley per lo stesso motivo di quel viaggio a Berlino, passai lunghissime ore all’aeroporto di Monaco. Resistetti ad una fetta di Prinzregententorte per leggermi un numero della rivista Cicero, con allegata una copia di Monopol, il cui direttore era Florian Illies.
Finché, finalmente!, ho trovato questo libro. Florian Illies è uno storico dell’arte e 1913 è la cronistoria, mese per mese, degli eventi occorsi in quell’anno nella vita di illustri personalità soprattutto letterarie ed artistiche (ma anche politiche e musicali), per lo più di lingua tedesca. Non è un libro entusiasmante, ma interessante sì – a seconda degli interessi, ovviamente!

Il 1913 è l’anno chiave del ventesimo secolo, dove nulla sembra impossibile, l’anno in cui ha inizio il nostro presente. Tanto la letteratura quanto l’arte e la musica sono ancora estranee alla perdita dell’innocenza che l’umanità avrebbe sperimentato di lì a poco, con lo scoppio della prima guerra mondiale. In questo affresco, Florian Illies rende vivo un anno che racchiude in sé un momento di massima fioritura e il preludio dell’abisso. Così l’incontro con Felice Bauer libera la potenza creativa del trentenne Franz Kafka; Stravinskij e Schönberg danno scandalo con le loro composizioni; a Milano fa la sua comparsa il primo negozio di Prada; Marcel Duchamp avvitando la forcella rovesciata di una ruota di bicicletta su uno sgabello da cucina compie la grande rivoluzione concettuale del Novecento; Sigmund Freud e Rainer Maria Rilke passeggiano per le vie di Monaco; un arguto quindicenne di nome Bertolt Brecht scrive su una rivista studentesca ad Ausburg ed Ernst Ludwig Kirchner dipinge la sua personale visione di Potsdamer Platz a Berlino. E a Monaco, in Baviera, un uomo venuto dall’Austria colora cartoline illustrate cercando di vendere le sue ingenue vedute della città. Si chiama Adolf Hitler.


“[…] Con queste parole inizia L’Uomo senza qualità di Robert Musil, il terzo grande classico della letteratura moderna dopo la Recherche di Proust e l’Ulisse di James Joyce, in cui pare concentrarsi la forza dirompente dell’anno 1913.”
Nota finale. Generation Golf, che ha venduto molto bene, descrive la generazione di tedeschi nata negli anni ’70 e che negli anni ’90 ha potuto acquistare la prima auto, la VW Golf per l’appunto. Cioè la generazione che ha influenzato e continuerà ad influenzare le scelte di quel Paese di oltre 80 milioni di abitanti e che, piaccia o no, da un secolo e mezzo condiziona la nostra vita. Tradurre Generation Golf aiuterebbe (o, forse, avrebbe aiutato) a capire meglio i tedeschi di oggi, ben al di là degli stucchevoli luoghi comuni che si leggono continuamente. Ma, purtroppo, quanto a traduzione dei libri stranieri, l’Italia rimane sempre penultima fra i grandi Paesi (solo il Regno Unito fa peggio).

DESCRIZIONE

It was the year Henry Ford first put a conveyer belt in his car factory, and the year Louis Armstrong first picked up a trumpet. It was the year Charlie Chaplin signed his first movie contract, and Coco Chanel and Prada opened their first dress shops. It was the year Proust began his opus, Stravinsky wrote The Rite of Spring, and the first Armory Show in New York introduced the world to Picasso and the world of abstract art. It was the year the recreational drug now known as ecstasy was invented.

It was 1913, the year before the world plunged into the catastrophic darkness of World War I.

In a witty yet moving narrative that progresses month by month through the year, and is interspersed with numerous photos and documentary artifacts (such as Kafka’s love letters), Florian Illies ignores the conventions of the stodgy tome so common in “one year” histories. Forefronting cultural matters as much as politics, he delivers a charming and riveting tale of a world full of hope and unlimited possibility, peopled with amazing characters and radical politics, bristling with new art and new technology . . . even as ominous storm clouds began to gather.