Elogio dell’ombra – Jorge Luis Borges

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Abele e Caino s’incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: -Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima. -Ora so che mi hai perdonato davvero, -disse Caino, -perché dimenticare è perdonare. Anch’io cercherò di scordare.

Abele disse lentamente: -È così. Finchè dura il rimorso dura la colpa.

Elogio dell’ombra – J. L. Borges

L’Aleph – Jorge Luis Borges

L’INDAGINE SGOMENTA DELL’ESISTENZA FRA ORDINE E CAOS

LAleph

Mio primo Borges. Ammetto che non avevo idea di cosa aspettarmi e anche di non essere sicura di averlo capito. Ma ho trovato grandioso entrare in contatto, attraverso un solo scrittore, con l’intero scibile umano, la filosofia, la storia, la letteratura, le religioni d’ Occidente e d’Oriente. Mi hanno affascinato soprattutto i racconti in cui l’umano sembra afferrare il divino, sempre però solo sfiorando la verità, che o è dimenticata, o confonde, o fa impazzire.

arianna pacini

DESCRIZIONE

L’Aleph (spagnolo: El Aleph) è un libro di racconti dello scrittore argentino Jorge Luis Borges pubblicato nel 1949. Nel 1952 l’autore ha aggiunto quattro racconti alla collezione, e nel 1974 ne ha apportato una revisione.

Il lavoro presenta diverse tematiche tipiche di Borges, tra cui l’immortalità, il labirinto, l’idea del tempo infinito.

In L’Aleph sono raccolti diversi racconti basati sui concetti cari a Borges -il dolore, il destino, la pazzia, la morte, il tempo, la personalità e il suo sdoppiamento- nei quali l’autore non fa che indagare l’insondabile mistero dell’esistenza dell’individuo, concentrandosi su quanto vi è di sorprendente e di paradossale e, talvolta, lasciando sgomento il lettore il quale, perso in una narrazione vertiginosa, può sentirsi in balia del nonsenso. Tuttavia Borges non è un nichilista, e nella sua indagine intuitiva di un universo sospeso tra la norma e l’assurdo, tra l’ordine e il caos, ciò che emerge è la speranza riposta, nonostante tutto, nell’uomo. Poiché l’unico riscatto dall’incomprensibile, dall’oblio, è possibile solo nell’esperienza vitale, seppure incomunicabile, di ciascuno.