Scritto sul corpo – Jeanette Winterson #jeanettewinterson #recensione

Fu allora che incontrai Louise. Se dovessi ritrarre Louise, dipingerei i suoi capelli come uno sciame di farfalle. Un milione di farfalle rosse in un alone di movimento e di luce. Ci sono molte leggende su donne che si trasformano in alberi, ma ce n’è qualcuna su alberi che si trasformano in donne? E’ strano dire che la persona che ami ti ricorda un albero? Ebbene, lei mi ricorda un albero, per il modo in cui i suoi capelli si riempiono di vento e le ondeggiano intorno alla testa. Spessissimo mi aspetto che stormisca. Non stormisce ma la sua carne ha il riflesso lunare di una betulla bianca. Vorrei trovare riparo tra quegli arboscelli nudi e spogli.

Una corsa. Senza respiro. Un libro che mangi, letteralmente. Un libro che ti trascina via, ti turba. Ti rende felice, emozionato, poi triste, addolorato, ferito, muori e poi ti risollevi.
L’amore è questo? O dovrebbe essere questo, forse. Un rollercoaster continuo.
Soprattutto è un bene primario universale. L’io narrante si nasconde, cela la sua identità di genere. Perché non conta essere uomo o donna, conta il sentimento e contano le parole che si dicono. Le parole sono le vere, uniche protagoniste illuminate sulla scena, l’unico Dio a cui rivolgersi e dare ascolto. Qui le parole spesso sono dirette, crude. Anche incoerenti, ripetitive, ossessionanti. Ma molto più spesso finiscono per essere poesia, in una storia che non ha una trama classica, ma è continuamente in evoluzione, un mostro dolce a più teste e a più voci, tragiche, romantiche, ironiche, dissacranti.
E’ una storia che si può riguardare chiunque di noi.
Una passione sconvolgente, ma anche razionale, in fondo ha una sua logica. Un libro che costringe a fermarsi improvvisamente a pensare. A rileggere certe frasi, periodi interi, che sfiorano la perfezione, a centellinare. Parlare d’amore è sempre stato l’argomento numero uno dei romanzi, ma proprio per questo ci sembra difficile, perché ci sembra sempre che in fondo sia stato detto tutto.
Ma questo libro ne parla in un modo unico. Questo libro è un viaggio, dalla prima riga ci sei dentro, e si parte, via, verso la passione, l’eros, la gelosia, la possessività, la dolcezza, una sconcertante altalena di sensazioni. E’ un viaggio in cui il CORPO è il centro, il nucleo fondante del rapporto amoroso. Attraverso il corpo capiamo le origini di tutti i nostri sentimenti e le nostre sensazioni. E’ il corpo, che viene descritto in un modo mai visto prima, minuziosamente, da tutte le angolazioni, sia fisiche che psichiche.
E’ una celebrazione assoluta dei sensi, vista, tatto e olfatto pienamente coinvolti.
Il corpo è passione, desiderio, è una cartina geografica da esplorare in ogni recesso, il corpo è un libro, scritto in un codice segreto, che è decifrabile e visibile solo dai due amanti.
Sublimazione dei sensi, ma, nello stesso tempo, conta solo il cuore, per decifrare e carpire i segreti dell’altro conta solo l’amore, il sentimento. Ci si riconosce anche al buio, se si parla con il cuore.

Cos’è che uccide l’amore? Soltanto la disattenzione. Non vederti quando mi stai davanti. Non pensare a te nelle piccole cose. Non spianarti la strada, non prepararti la tavola. Sceglierti per abitudine e non per desiderio, passare davanti al fioraio senza accorgermene. Lasciare i piatti da lavare, il letto da rifare, ignorarti al mattino, usarti la notte. Desiderare un’altra persona mentre ti bacio sulla guancia. Dire il tuo nome senza ascoltarlo, dare per scontato che sia mio diritto pronunciarlo.

Non riuscirai a non essere coinvolto. La sincerità assoluta, l’originalità delle parole scelte con cura, unite al mistero di fondo di questo personaggio, ti tratterranno dentro questa storia, facendotela vivere fino all’estremo, attraversandone ogni fase. Subirai le provocazioni continue di questa autrice, dovrai porti domande che forse non ti sei mai posto, sarai costretto a metterti in discussione, e a tentare di decifrare il codice che è impresso sulla tua pelle

Musica: True love waits, Radiohead

https://www.youtube.com/watch?v=z2hZ9CTLICs

Carlo Mars

 

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Jeanette Winterson – Scritto sul corpo

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“Sarà diverso quando saremo sposati. Pensa ai bambini. Il tempo rimargina le ferite. Ancora in attesa del Signor Right? della Signora Right? E magari di tutti i piccoli Right? Sono i cliché il problema. Perché un’emozione precisa richiede un’espressione precisa. Se ciò che provo non è preciso, dovrò comunque chiamarlo amore? E così terrificante, l’amore, che tutto quello che posso fare è ficcarlo dentro un cesto pieno zeppo di soffici giocattolini rosa e spedirlo al mio indirizzo con un biglietto di “felicitazioni per il fidanzamento”. Ma non è il fidanzamento, è la confusione, il punto. Faccio di tutto per distogliere lo sguardo, perché l’amore non si accorga di me. Voglio la versione annacquata, il linguaggio sdolcinato, i gesti insignificanti. La poltrona sfondata dei cliché. Va bene, milioni di culi si sono seduti qui prima del mio. Le molle hanno ceduto, il tessuto ha un odore familiare. Non devo aver paura, ascolta, l’hanno fatto anche i nonni, lui con il colletto inamidato e il cravattino, lei col vestito di mussola bianca che tirava un po’ sui fianchi. L’hanno fatto loro, l’hanno fatto i miei genitori, adesso lo farò anch’io, no? Le braccia aperte, non per abbracciarti, ma per tenermi in equilibrio, mentre camminando nel sonno mi dirigo verso la poltrona. Come saremo felici. Come saranno tutti felici. E vissero tutti felici e contenti.”.

Lalab Bianchi