Jane Austen: a life – Claire Tomalin #JaneAusten

‘Truly marvellous. I cannot think that a better life of Jane Austen then Claire Tomalin’s will be written for many years. Her readings of the novels are full of brilliant insights. She often seems to be standing behind Austen’s desk, observing her writing’ Philip Hensher, Mail on Sunday

austen
Sappiamo molto poco della vita della cara Jane, un po’ per la mancanza di eventi eclatanti, un po’ per la sua naturale riservatezza, rispettata dalla sua famiglia tanto che gran parte delle sue lettere sono state distrutte.

La Tomalin segue la cronologia essenziale della sua vita, intrecciandola con quella dell’intera famiglia, mostrandoci Jane nei panni di volta in volta di figlia, sorella, zia, presente e devota. Sappiamo delle diverse fortune professionali e matrimoniali dei numerosi fratelli e conosciamo figure quasi romanzesche come quella della cugina “francese” Eliza. Vediamo Jane nella sua infanzia circondata da maschi (fratelli e studenti del padre), nelle sue probabilmente non felici esperienze nelle boarding school; nelle prime recite messe in scena in famiglia e nelle sue prime prove letterarie, dal gusto gotico e addirittura macabro. La seguiamo nei suoi primi balli (era un’instancabile ballerina!) e la accompagniamo nella sua unica e deludente esperienza romantica con Tom Lefroy. Di questa esperienza ci rimangono le lettere alla sorella Cassandra “in which Jane is clearly writing as the heroine of her own youthful story….just for a brief time she is enacting instead of imagining”. In seguito a questa esperienza e a quella ancora più triste di Cassandra, che perde tragicamente il suo fidanzato, il rapporto tra le sorelle, entrambe precocemente rassegnate al nubilato, diverrà strettissimo, quasi simbiotico. Ma Jane continuerà ad essere vivace, curiosa, sarcastica e ad anelare all’ indipendenza (“she was learning to see that spinsterhood…could be a sort of freedom”) enormemente limitata dalla mancanza di denaro e di una casa propria. Dopo la prima stesura dei primi romanzi, a Steventon, Jane abbandona infatti la scrittura per ben dieci anni, costretta dalle vicissitudini famigliari prima a trasferirsi a Bath e poi a frequenti spostamenti, fino alla definitiva residenza a Chawton. Nel piccolo e accogliente cottage che oggi è sede della Jane Austen Society, Jane potrà dedicarsi alla riscrittura di “Orgoglio e pregiudizio” e “Ragione e sentimento”, che vedranno finalmente la luce, e alla composizione dei successivi romanzi. La sua identità di autrice rimarrà, almeno in un primo momento, nell’anonimato e Jane potrà gioire e discutere delle sue creazioni solo in famiglia. Ma da subito potrà godersi il suo primo guadagno, indispensabile mezzo verso l’indipendenza e la libertà.

Arianna P.

Lady Susan – Jane Austen

ladysusan

“Lady Susan”. Breve romanzo epistolare, opera giovanile di Jane Austen.
Lady Susan, vedova da pochi mesi, è in cerca di un nuovo marito ed esercita la sua eleganza e il suo fascino senza farsi scrupoli, anche quando il bersaglio prescelto è già sposato o molto più giovane di lei, tanto da portarla a rivaleggiare con la figlia. È completamente diversa dalle giovani, virtuose, romantiche ma indipendenti eroine austeniane. È bravissima a mostrarsi oppressa dalle situazioni e dalle maldicenze, somiglia molto alla Becky Sharp di “Vanity Fair” e, come lei, resta vittima dei suoi stessi giochi.
La forma epistolare snocciola gli eventi sotto diversi punti di vista ma alla fine Jane la abbandona per passare ad una frettolosa narrazione della conclusione in terza persona.
La brevità del romanzo non lascia spazio alla creazione di personaggi memorabili ma Jane ha già modo di sperimentare la sua sagace ironia. Fa pensare ai poveri nervi di Mrs Bennet, la gotta di Mr Johnson, che sembra andare e venire solo per scombinare i piani della moglie, complice, amica e corrispondente di Lady Susan. È un personaggio appena citato eppure Jane riesce, in poche righe, a tratteggiarlo alla perfezione! “I am persuaded the gout is brought on or kept off at pleasure; when I had a fancy for Bath, nothing could induce him to have a gouty symptom.(… ) And he bears pain with such patience that I have not the common excuse for losing my temper”.

arianna pacini