Amelie Nothomb – Stupore e tremori

nothomb

Amélie, giovane ragazza belga, finalmente riesce a coronare il suo sogno di tornare nel suo amato Giappone, dove è nata (il perché sia nata lì non si sa, ma d’altro canto non è importante). Trova lavoro alla Yuminoto, una megaditta di Tokyo, e fin da subito viene messa di fronte alla sua rigida e inesorabile gerarchia, oltre che alla rigida e inesorabile “superiorità dei giapponesi”, la cui mente non solo è in grado di svolgere facilmente compiti per lei impossibili, ma riesce anche a cimentarsi in acrobazie stupefacenti come il dimenticare a comando di conoscere una lingua appresa da bambina.
Lo scontro tra le diverse mentalità porta Amélie ad infilarsi in una rapida e tragicomica spirale discendente da cui lei non scappa per la sola ragione di volersi comportare come un vero giapponese, che mai e poi mai abbandonerebbe il compito assegnato, per quanto stupido e umiliante.
La storia, autobiografica, è scritta in tono piacevole che in alcune parti risulta realmente divertente, mentre in altre riesce a trasmetterti bene l’alienazione subita non solo dalla protagonista, ma anche dai suoi colleghi.
“Gli impiegati delle Yuminoto, come gli zeri, assumevano valore solo dietro altre cifre. Tutti eccetto me, che non raggiungevo neppure il valore dello zero”.

luca bacchetti

 

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Amélie Nothomb – Igiene dell’assassino

cover

L’opera più famosa della Nothomb, lettura veloce e interessante. E’ il suo terzo libro che leggo e le dinamiche di rapporto uomo-donna sono sempre le stesse pur con situazioni tanto diverse. C’è sempre una sfida di una donna ad un uomo grande, misterioso e apparentemente troppo in alto, che la donna immancabilmente vince in qualche modo. Capisco perché piace tanto alle donne :-))). Comunque anche se non sempre apprezzo il suo non indugiare mai in particolare inutili e basarsi solo sull’osso della storia, è un libro notevole perchè fa stare in piedi tutto con una sola scena di un’intervista e lei è abile a non perdere il ritmo. 7/8 diciamo

Nicola Gervasini