«Il credente e l’artista sono fratelli. Sono entrambi in bilico tra finito e infinito, tra temporale ed eterno, tra limitato e assoluto. Si affacciano sugli abissi della vita per carpirne i segreti, per esprimere l’ineffabile. Sono divorati entrambi dalla fame di assoluto e arsi dalla sete della distanza. L’arte, come la fede, si nutre di stupore, di gratuità, di contemplazione».
Persino Dacia Maraini sembra perplessa a dire romanzo, propone “riflessione”, io forse direi dialogo, anche se una minitrama c’è e non è irrilevante. Il cuore del sottotitolo sarebbe la zona di frontiera dentro di noi tra fede e incredulità. Boh. Una clarissa deve certo essere misurata nelle parole e i pensieri di suor Cavrini sono asciutti: «La grazia che riceviamo non è risposta a qualche opera da noi compiuta, ma la risposta a una grazia precedente. Ogni grazia è base di quella successiva». Come per il Bignami capisci davvero solo quello che hai approfondito, le novità scivolano via senza lasciare traccia. Sarebbe un libro da comodino, invece l’ho scelto come compagno di borsetta, per andare su e giù in metropolitana senza pesi. Eppure a ogni frenata, chiusura di porta, annuncio, distanziamento e mascherina ero piena di gioia. Come Dante per la Vita Nuova, l’autrice ha costellato la sua sobria prosa con liriche intense di una miriade di poeti, da Turoldo ad Antonia Pozzi, da Celan a Simone Weil, da Mario Luzi a papa Wojtyla. I poeti sono fessura sull’infinito e sull’ignoto, come stelle del cielo indicano la strada, si legge nell’introduzione. Forse le poesie vanno lette nei tunnel.
Evita Maria Teresa Santopietro
Questo romanzo inusuale e accattivante è l’invito a un cammino del cuore, il luogo in cui cielo e terra, infinito e finito, si incontrano. Protagonista è Myriam, che compie il proprio viaggio in compagnia della sua stella e dei poeti.
La stella di Myriam. Un romanzo del cuore – Maria Manuela Cavrini
Editore: Itaca (Castel Bolognese) Collana:Narrativa e teatro
Anno edizione: 2018