Crash – J.G.Ballard #JGBallard #Crash #recensione

Celebrammo così nelle nostre ferite le rinascite dei morti da incidenti stradali, le morti e le ferite di tutti quanti avevamo visto spirare sui bordi delle strade, le ferite e le posizioni immaginarie dei milioni che ancora dovevano morire.

“Il matrimonio tra ragione e incubo che ha dominato il XX secolo ha generato un mondo sempre più ambiguo. Il paesaggio delle comunicazioni è attraversato dagli spettri di sinistre tecnologie e dai sogni che il denaro può comprare. Sistemi d’armi termonucleari e pubblicità televisive di bibite coesistono in un mondo sovrailluminato che ubbidisce alla pubblicità e agli pseudo eventi, alla scienza e alla pornografia. Alle nostre vite presiedono i due grandi leitmotiv gemelli del ventesimo secolo: sesso e paranoia. Nè la soddisfazione di McLuhan per i mosaici informativi ad alta velocità può farci dimenticare il profondo pessimismo espresso da Freud in Il disagio di civiltà. Voyeurismo, disgusto di sé, la base infantile dei nostri sogni e dei nostri desideri – questi mali della psiche sono ora culminati nella perdita più atroce del secolo: la morte del sentimento. (J.G.Ballard, Postfazione a Crash!, 1974)

Per la serie “recupera un classico così quando tutti ne parlano puoi partecipare anche tu” ho letto Crash di J.G. Ballard. Che dire: è il libro colonna portante di un modo pre-pulp di scrivere e descrivere in maniera totalmente asettica, anafettiva e impersonale il modo di vivere pulsioni e sentimenti estremo e non sostenibile da una persona apparentemente normale. I temi sono il continuo riferimento al sesso per il forte legame con il dolore e con la morte, il mito dell’evoluzionismo cyborg, il sexappeal dell’inorganico, gli innesti corpo umano-macchina, il post moderno. Il trucco sta nel non sconvolgersi mai per qualcosa che la maggioranza di noi ritiene sconvolgente, in questo caso l’eccitazione sessuale strettamente correlata alla mutilazione e alla morte attraverso le macchine, simbolo perfetto di una modernità votata alla ricerca del piacere a scapito dell’umanità. Il senso è chiaro, bello, l’importanza del libro è indiscutibile, fosse anche solo per aver dato il plot a David Cronenberg per un grande film… MA, lo ammetto, io ho fatto una fatica boia a leggerlo, uguale dall’inizio alla fine, non c’è una trama vera e propria, piuttosto una serie di eventi con due protagonisti che si rincorrono a suon di sesso estremo, scontri automobilistici e droga. Io ho arrancato districandomi tra parentesi che si aprono ogni dove rendendo la lettura lenta e cervellotica, con pochissima voglia di arrivare ad un finale già noto, e con anche poca eccitazione per scene erotiche che non mi hanno attizzato. Sarà che le macchine a me fanno schifo, non è il mio libro, lo ammetto;  ma penso oggettivamente che questa viva narrazione di un’ossessione psicotica meriti di essere un Cult, e antropologicamente sì, VA letto.

Nicola Gervasini

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