“Se tu te ne sei scordato, egregio signore, te lo ricordo io: sono tua moglie”.
Storia di un matrimonio. Realtà amarissima, ai limiti della ferocia. Storia di persone che cambiano, perché è proprio così che accade. Si cambia. Ci si lega con dei lacci invisibili e spesso inconsapevoli. Poi si cerca di liberarsene. E se ne creano altri. Ipocrisia, questo lega le persone. Ipocrisia e parlare il meno possibile. Amarezza totale, perché proprio nel luogo deputato alla sicurezza, sociale e sentimentale, la famiglia, lì può nascere, e nasce, un distacco e un odio mortale. Persone che dividono un tetto ma che non si incontrano mai, come treni su binari diversi. E allora si vive moltiplicando i lacci, e sopravvivendo in mezzo ad essi, con la massima cautela possibile, tentando di non fare movimenti bruschi per non restarne strangolati. Questo libro può far sorridere, qualcuno può annoiarsi, anche. Ma può far male, molto male, che tu sia stato figlio, genitore, coniuge o amante di qualcuno. Può far male come un bisturi. Una lama che ferisce e scarnifica quell’ordine spesso apparente di cui è fatta una famiglia. Si sente il sinistro scricchiolio che precede il crollo, e poi il rumore dello schianto, e il dolore che invade tutto, tracimante.
Musica: I miei complimenti, Marina Rei
https://youtu.be/Ag5GKN79XzM
Carlo Mars