Un libro intervista sorprendente, grazie al quale uno degli esponenti maggiori della nouvelle vague francese restituisce al mondo un’immagine esaustiva e complessa di un regista fino ad allora considerato, con un pizzico di disprezzo, semplicemente di genere.
La lunga conversazione tra i due registi strappa il velo sulla figura del regista inglese e ci rivela un vero e proprio maestro non solo della suspense (una vera e propria ossessione) ma anche della mise en scene.
Pignolo, geniale, con tratti psicologici sorprendenti (per esempio il suo terrore per la Polizia), Hitchcock, assieme a Truffaut, prende in esame TUTTI i propri film e li disseziona uno ad uno: ma il risultato, che si potrebbe pensare pedante e noioso, è invece scoppiettante e avvincente. I due cominciano parlando di invenzioni visive, montaggio, taglio delle inquadrature, narrazione. Ma il discorso sfocia volentieri nella sfera del sogno, dell’eros, delle emozioni e svela la figura enigmatica e geniale di Hitchcock, tanto rigoroso e metodico nella sua arte quanto umorale e lunatico nelle sue relazioni con il mondo
Per me memorabili i passaggi in cui Hitchcock espone i suoi due principali e inderogabili comandamenti: “caricare di emozioni” e “riempire la tappezzeria” eliminando dalla sceneggiatura quelle che lui chiama “macchie di noia”. O il discorso sulla sua totale avversione per la “verosimiglianza”, concetto tanto caro ai critici quanto nocivo per la narrazione.
Il vero libro del cinema, perchè non si tratta solo di un’intervista, nè solo della biografia e la filmografia di Hitchcoock, si tratta di tutto il cinema nel suo insieme.Ottimo e imperdibile.
Alessandro Dalla Cort