Fabio Stassi, siciliano di Piana degli Albanesi, racconta in questo libro una tipica storia siciliana che potrebbe essere suggerita dal Camilleri frequentatore degli archivi dell’isola. Un delitto politico di un militante comunista che ha le sue radici e le sue ragioni nella strage di Portella della Ginestra, viene scambiato per il delitto d’onore di un avvocato amico dei potenti marito della bellissima Ester e – molto – presunta amante di Rocco La Paglia, il militante ucciso. Nel cuore di questo romanzo è il concreto, umano significato della strage di Portella della Ginestra del 1947, quando il bandito Giuliano, su mandato di oscure potenze e chiari interessi, sparò sul Primo maggio dei contadini della Sicilia occidentale, uccidendone e ferendone a decine, per fermare la lotta per la terra e spezzare il movimento delle sinistre
Ma se di Camilleri volendo ritroviamo ambientazione e qualche “fumosità” delle vicende siciliane (vedasi la ricerca superficiale e fasulla degli indizi a carico), qui la scrittura è molto controllata nel non far scadere i protagonisti nell’eccesso di coloritura che talvolta anima le pagine dell’inventore di Montalbano, e diventa semplicemente una testimonianza dei tempi duri vissuti dai contadini alle prese con la faticosa rivendicazione dei propri diritti.
Renato Graziano