“B. aveva il DNA maschile dell’uomo del sud, quello impresso nell’inconscio collettivo da troppe generazioni, che la ama troia e la sposa santa”. Ecco, cose così accompagnano un libro che con scrittura felice restituisce sesso e amore, schivando le banalità di genere…
Voglia di racconti, che ho deciso di introdurre con regolarità nella mia “dieta”, a dispetto del diffuso ostracismo.
E se poi sono racconti erotici? Sì, grazie, perché no? Cosa significa, poi, erotico? È il terreno su cui il racconto decide di giocare, ma a fare la differenza – la sostanza – è come sempre la qualità narrativa.
La Bibolotti sceglie di tendere un filo giallo paglierino tra questi sei racconti che, disimpegnandosi tra vari gradi di perversione sessuale (più quotidiana di quanto siamo forse disposti ad ammettere), mettono in scena personaggi, situazioni, vicende, insomma vite capaci di tirarti dal loro lato del marciapiede, procedendo per ossessioni, vizi, rimpianti, producendo uno spaccato franco e impietoso dello spaesamento (emotivo, sentimentale) contemporaneo.
Agile, robusta, lucida e umorale la scrittura, ti trascina tra i racconti con asprezza e generosità. Una bella scoperta.
Stefano S.
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sorprese gradevoli di quando ci si masturba digitando il proprio nome su ‘sto cazzo di web. 😀 l’avevo già letta su Anobii ma così infiocchettata è bellina assai.
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Grazie! viviamo per infiocchettare 😀
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