Il Padrino – Mario Puzo

I’m going to make him an offer he can’t refuse.

padrino

Ritorno alla lettura dopo un mese di stop con Il Padrino, mi serviva robba forte per schiodarmi. Insomma, che si può dire di questo libro che introdusse al mondo la Famiglia Corleone? forse solo che, se come me avete visto la trilogia quella decina -ma facciamo pure ventina- di volte (va forte in casa nostra, il Patrino), lo leggerete come si può rileggere la storia di persone che conoscete a memoria, ma vi sedete comunque a farlo perchè è un dramma che non potete non guardare. C’è tutto, vita, amicizia, tradimenti, amore, morte, botte, ammazzamenti, sangue, odio, sperma, soldi, Famiglia e soprattutto, affari. Perchè sì, posso tentare di ammazzarti per farti capire che ti stai allargando troppo con la tua attività, ma non c’è niente di personale in questo, sono Affari, devi capirlo. E lo capisci, infatti, se sei un buon quaglione: lo stesso gruppo che ha tentato di farti fuori l’anno scorso, può entrare con te in affari quest’anno, se lo ritieni vantaggioso. Quello che conta è preservare gli interessi della Famiglia.

Succede più o meno tutto quello che avete già visto nel film; ci sono un paio di digressioni storiche apprezzabili per lo sviluppo della trama, anche se ammetto che a volte spezzano il ritmo, piazzate lì tra un regolamento di conti e una riunione strategica. Puzo adotta anche questo fastidioso metodo narrativo di raccontare la storia di un personaggio un capitolo dopo che determinate cose sono già successe, forse volendo aggiungere un tocco di thriller, ma io lo trovo francamente irritante e basta. I personaggi, è chiaro, non potete leggere di Michael Corleone e non pensare ad Al Pacino, e il Padrino in sè, eh vabbè, Don Vito Corleone è Brando, punto.

Quindi, premesso che questo libro è una cavalcata su luoghi già noti e stranoti, e che alla fin fine lo leggi aspettandoti le cose che già sai (Sì ok il pippone sull’infanzia sicula di questo qua, ma quando arriva la testa del cavallo?), e che onestamente lo spessore dei personaggi nel film è dovuto alla grandezza degli attori, non allo script, bè, è estate, può essere il libro giusto da leggere per chi ha voglia di un dramma di un certo fascino intramontabile, la Mafia degli Intoccabili vista con occhio epico.

La scrittura, per me, è bassa, bassa assai. Non è sempre necessariamente un problema, molti scrittori di avventura e azione non sono eccelsi per niente, per esempio Spillane scrive macinando letterine della tastiera con un tritacarne, ma ti fa andare avanti per l’azione, la trama, i personaggi. Qui è lo stesso, e immagino che i milioni di fan del libro lo facciano per quello, vanno avanti perchè è una grande storia, che travalica persino il modesto talento di scrittura di questo autore.

Quindi il consiglio più onesto che posso darvi è di leggerlo sicuramente se non avete visto mille volte il film, se siete pronti a immergervi in uno stile facile e a volte ripetitivo, senza voli pindarici o introspezioni psicologiche, o se -nonostante tutto -pensate vi possa piacere questo crudo racconto di una Famiglia che è oramai parte del nostro immaginario, e direi anche cultura.

Lorenza Inquisition

“Friendship is everything. Friendship is more than talent. It is more than the government. It is almost the equal of family.”

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