L’inventore di sogni
Libro molto carrino che mi dicono nella maggior parte dei Paesi essere stato classificato nelle vendite per bambini, scelta che non mi convince mica tanto. Il tema è l’immaginazione, e l’uso che ne fanno i bambini rispetto agli adulti. Il protagonista è un ragazzino, sogna ad occhi aperti, e ha sogni da bambino ma non solo. McEwan per me è semplicemente grande, perchè scrive bene, non perchè scrive bene per minori. E cattura quell’esatto preciso momento di vuoto tra l’essere bambino e il diventare adulto, e lo fa magistralmente. Il capitolo sul neonato è di alta scrittura, come quello sugli adulti, l’ultimo.
McEwan scrive nell’introduzione che amiamo i nostri libri da bambini perchè ricordiamo il piacere che provavamo da piccoli leggendoli, ed è quindi una faccenda che ha più a che vedere con l’amore, che con la letteratura. E quindi ha scritto questo libro cercando di scordarsi i tradizionali grandi romanzi per ragazzi, e ha semplicemente prodotto un libro per adulti, che parla di un ragazzino in un linguaggio che anche i bambini possano comprendere. Definire quindi libro “per bambini” the Daydreamer è secondo me molto riduttivo, e destinandolo solo ai propri figli o nipoti il lettore adulto si perderebbe molto. Non è un capolavoro di McEwan ma è molto piacevole e ben scritto.
Nota di colore 1: L’Italia è uno dei pochi Paesi ad aver classificato il romanzo “per adulti”
Nota di colore 2: Per una volta vincono i traduttori, la Pomata Svanilina è definizione molto più affascinante della Vanishing Cream
