Ho iniziato questo libro con molto interesse, so che Casanova è un personaggio interessantissimo, non ho letto le sue Memorie (credo ne valga davvero la pena), ma forse il film di Fellini visto da ragazzo me ne aveva trasmesso un’immagine leggendaria, surreale e piena di fascino e mistero. Di questo romanzo poi avevo sentito parlare in termini molto positivi, ma devo dire che mi ha abbastanza deluso.
Il personaggio Casanova mi sembra sia stato dipinto in maniera troppo ovvia e stereotipata, nonostante l’occasione fosse ghiotta per illuminare un momento della sua vita, quello del declino, delle soglie della vecchiaia e persino della povertà, che avrebbero permesso ampi spazi di ricerca della verità del personaggio, anche solo a livello di fantasia.
Invece Schnitzler, immagino ben documentato, fa un compitino neppure troppo difficile, e si attiene allo schema del personaggio Casanova, per il quale ogni singola donna soprattutto se giovane e innocente o presunta tale, è una preda da afferrare con qualsiasi mezzo. Al protagonista insomma manca spessore, umanità; ci sono brevi momenti in cui la sua psicologia sembra decollare, il tema che avrebbe potuto rendere questa storia molto affascinante doveva essere quella fase della vita nella quale l’incipiente vecchiaia, che aspetta l’anziano seduttore al varco, costringe a fare i conti col proprio modo di essere, col proprio passato e con i propri errori. Invece anche la gioventù di Casanova è ricordata in maniera molto stereotipata: la bellezza, il fascino, l’abilità diplomatica, la galanteria che non sbagliava un colpo. Insomma secondo me tutto un po’ troppo scontato ed ovvio, anche l’ultima avventura di Casanova giunge al successo sfruttando un vilissimo inganno, ma questo non sembra avere effetti particolari sulla psicologia del protagonista, che infine torna nella sua amata patria, Venezia, senza particolari evoluzioni caratteriali.
Il romanzo è molto ben scritto, ma alla fine questo talento narrativo lascia poco; peccato. Se dovessi dare un voto, sarebbe “sei meno meno”: una piccola occasione persa, per me.
Giuseppe Mandolino
di Arthur Schnitzler (Autore) Giuseppe Farese (Curatore) Adelphi, 1990
Arthur Schnitzler, nato da famiglia ebraica nel 1862 e morto nel 1931, è stato medico, scrittore e drammaturgo austriaco.Tra le sue opere: La sposa promessa (ES 2006), Novelle (Feltrinelli 2006), Morire (SE 2007), Doppio sogno (Barbera 2007 / Einaudi 2007), Verso la libertà (Mondadori 2008), La signorina Else (Giunti 2008 / Feltrinelli 2008), La contessina Mizzi (SE 2008) e Paracelso (Mimesis 2018).