Stadio 3 di 3.
La stanza chiusa.
Io ringrazio e basta, a questo punto. Ringrazio perché da tempo non trovavo nelle parole il sostegno che occorre alla spina dorsale del sentire per non sentirsi sussidiaria alla superficialità. Ringrazio per i contorni delle case e il cielo di Parigi e l’odore degli appartamenti di New York. Ringrazio per le digressioni e quello sguardo rivolto verso il Dentro che in pochi possono permettersi senza venire a noia anche a loro stessi. Ringrazio.…
E aggiungo Auster (questo Auster, l’unico che ho letto) a quei nomi scritti sul soffitto della mia stanza interiore, a mano, ognuno con il proprio colore: i nomi che ho voglia di ricordare perché mi hanno rimesso a memoria il piacere di starsene al mondo a vagare fra gli sguardi di chi il mondo osa guardarlo davvero e poi ne scrive. Quando mi sdraio e li rileggo, quei nomi mi fanno stare bene.
Rob Pulce Molteni