Ian McEwan, The daydreamer

mcewan

L’inventore di sogni

Libro molto carrino che mi dicono nella maggior parte dei Paesi essere stato classificato nelle vendite per bambini, scelta che non mi convince mica tanto. Il tema è l’immaginazione, e l’uso che ne fanno i bambini rispetto agli adulti. Il protagonista è un ragazzino, sogna ad occhi aperti, e ha sogni da bambino ma non solo. McEwan per me è semplicemente grande, perchè scrive bene, non perchè scrive bene per minori. E cattura quell’esatto preciso momento di vuoto tra l’essere bambino e il diventare adulto, e lo fa magistralmente. Il capitolo sul neonato è di alta scrittura, come quello sugli adulti, l’ultimo.

McEwan scrive nell’introduzione che amiamo i nostri libri da bambini perchè ricordiamo il piacere che provavamo da piccoli leggendoli, ed è quindi una faccenda che ha più a che vedere con l’amore, che con la letteratura. E quindi ha scritto questo libro cercando di scordarsi i tradizionali grandi romanzi per ragazzi, e ha semplicemente prodotto un libro per adulti, che parla di un ragazzino in un linguaggio che anche i bambini possano comprendere. Definire quindi libro “per bambini” the Daydreamer è secondo me molto riduttivo, e destinandolo solo ai propri figli o nipoti il lettore adulto si perderebbe molto. Non è un capolavoro di McEwan ma è molto piacevole e ben scritto.

Nota di colore 1: L’Italia è uno dei pochi Paesi ad aver classificato il romanzo “per adulti”

Nota di colore 2: Per una volta vincono i traduttori, la Pomata Svanilina è definizione molto più affascinante della Vanishing Cream