LA RAGAZZA CORVO – Erik Axl Sund

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E’ la prima volta che debbo dire “non lo so”. Anche se alla fine (ma di pancia) gli ho assegnato 4 smile, è un libro che mi ha lasciato sconcertato.
Più volte ho pensato di interromperlo e chiuderla lì, vuoi per l’argomento trattato che a me fa venire i conati di acido, vuoi per i tanti nomi svedesi, per me difficili solo da pensare, vuoi per i continui cambi di azione e dei personaggi e del periodo.
Un libro che più crudo non si può, se non scadendo nel pulp più efferato, cosa che gli autori sfiorano spesso. Ho faticato molto a leggerlo, non sono riuscito a superare le 50 pagine al giorno (normalmente ne leggo più del doppio).
Ma, al di là dei pochissimi stereotipi (la poliziotta con problemi familiari ecc..), Il romanzo è scritto bene, affronta tematiche difficili, ed è pieno di colpi di scena. La trama sembra caotica, a volte slegata, ma alla fine tutto viene chiarito e gli ultimi capitoli servono a ricondurre il povero lettore semi impazzito (io) a comprendere l’intero libercolo di oltre 600 pagine.
La mia votazione è data a premio del fatto che è un thriller imprevedibile e di per sé originale ed è un bel cazzotto allo stomaco.
Il libro è la riscrittura in unico volume di: “La stanza del male”, “Una donna non dimentica mai” e “Le regole del buio”, trilogia scritta da Jerker Eriksson e Håkan Axlander Sundquist.
La trama: In un parco di Stoccolma, viene trovato il cadavere di un bambino che riporta diverse ecchimosi da percosse, che è stato evirato ed è imbalsamato (di più credo non si potesse fare).
Le indagini le segue un commissario (donna) che dovrà lottare con il maschilismo ed un certo ostruzionismo da parte dei capi e del magistrato incaricato (altro stereotipo).
Verrà aiutata da una psicologa alla quale la unirà un sentimento profondo, ma che nasconde un segreto di violenza riconducibile agli assassini del ragazzo.
Nel corso del racconto verranno trovati altri cadaveri imbalsamati ed evirati ma la storia, oltre che seguire la ricerca degli assassini, si sofferma anche sul profondo problema psicologico che si portano nell’anima le vittime che sopravvivono a tali brutalità.
E’ il libro più crudo che ho letto fino ad oggi, dopo ho dovuto leggere 4 novelle di Pirandello per riprendere il normale equilibrio. Buona lettura a tutti.

Giancarlo Zeppa

Stieg Larsson – Uomini che Odiano le Donne

Armanskij aveva difficoltà ad accettare che la sua ricercatrice migliore fosse una ragazza pallida, di una magrezza da anoressica, con i capelli cortissimi e il piercing a naso e sopracciglia. Sul collo aveva tatuata una vespa lunga due centimetri e intorno al bicipite del braccio sinistro una serpentina. Nelle occasioni in cui aveva indossato indumenti leggeri, Armanskij aveva anche potuto constatare che aveva un grande tatuaggio raffigurante un drago sulla schiena. Per natura aveva i capelli rossi, ma li tingeva di un nero corvino. Sembrava sempre che si fosse appena svegliata dopo un’orgia durata una settimana in compagnia di un gruppo hard rock.

Stieg Larsson – Uomini che Odiano le Donne

stieg larsson

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Molto buono il primo romanzo della trilogia nota come Millennium. L’avrete ormai già letta tutti, posso solo dire che mi aspettavo più un moderno thriller mentre per gran parte del romanzo mi è parso più un classico giallo ben costruito.
Non fosse stato per le ultime cento pagine che ho trovato piuttosto noiose, probabilmente avrei dato punteggio pieno. In tali pagine, il mistero principale è stato già risolto e viene narrata una storia di contorno che non ho apprezzato particolarmente. Chissà, magari serve da introduzione al prossimo capitolo…lo scoprirò solo leggendo.

Massimo Arena

Selena Magni: Secondo me questa trilogia ha svariati pregi:
-ha aperto la strada al filone “giallo scandinavo” che anche se mo’bbastaveramenteperò ha fato in modo che si accendesse l’attenzione verso il nord che non è solo gialli.
-ha dato al mondo un’eroina come L
isbeth, di cui si sentiva molto il bisogno e che penso ancora si faccia ricordare perchè ribadisco che ci servono più Lisbeth e Jane Eyre e meno Anastasie Steele.
-ha scosso l’ideale di paese idialliaco che il resto del mondo ha della Svezia e gli svedesi stessi, che nonostante l’effetto Palme, ogni tanto ci credono che tutto va bene e certe cose lì da loro non le fanno e non succedono.