La chiave a stella – Primo Levi

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Escono tesori dimenticati durante il lavoro di tengo-regalo; doppiamente dimenticati perché sepolti in qualche mensola di difficile accesso e perchè letti grossomodo nel paleolitico superiore.
E così ecco tornare a me Libertino Faussone, montatore, che triga e briga e s’arrampica e gira il mondo e ha tutta una sua meravigliosa filosofia ed etica del lavoro che oggi ce la sognamo.

“Io credo proprio che per vivere contenti bisogna per forza avere qualche cosa da fare, ma che non sia troppo facile; oppure qualche cosa da desiderare, ma non un desiderio così per aria, qualche cosa che uno abbia la speranza di arrivarci.”

stefania lazzìa

DESCRIZIONE

La chiave a stella è un romanzo di Primo Levi pubblicato nel 1978, che rinnova il filone della letteratura industriale in voga negli anni Sessanta. Con quest’opera Primo Levi si aggiudica il Premio Strega del 1979.

In essa si narrano le imprese di un operaio specializzato, Libertino Faussone, detto Tino, che le racconta a un amico scrittore. L’operaio lavora in proprio e viene chiamato in tutte le parti del mondo, dove fa esperienze e vive avventure che a volte mettono a repentaglio la sua vita per la durezza del lavoro, sempre con i suoi attrezzi da montatore e la fiducia nelle proprie capacità. Faussone è una sorta di personaggio epico che lotta contro le forze della natura con il solo bagaglio delle sue esperienze e delle sue abilità.

Per questo La chiave a stella è un romanzo ottimista: Levi in questo suo primo romanzo di invenzione dimostra una straordinaria fiducia nell’uomo.

Il lavoro in questo romanzo è un attributo positivo per l’uomo: l’uomo che fa, che agisce, realizza se stesso ed è con il lavoro che si nobilita anche nella sua parte spirituale. Faussone, uomo del fare, dimostra, raccontando al narratore, una profonda conoscenza degli uomini e una grande intelligenza riflessiva.

In queste pagine Primo Levi celebra il lavoro vero, quello non di carta, con una frase significativa:

« Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono. »

 

Lezioni americane – Italo Calvino

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Con reverenza, emozione, gratitudine e inadeguatezza mi provo a descrivere questo libro così piccino e così immenso da turbare, tentando con le mie povere, tremebonde parole di avvicinare la Grandezza.
5 “valori o qualità o specificità della letteratura”:
leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità.
Forse sono intrisa del pessimismo dell’età alquanto adulta ma mi pare di notare in giro, in televisione, in alcuni degli uomini e delle donne che ci dovrebbero essere d’esempio e di guida, una povertà, una mediocrità, una miseria di linguaggio e di pensiero che mi affanna, mi inquieta, mi stranisce, mi sconvolge. E credo sempre di più nella potenza della cultura, dello studio, della Letteratura come antidoto all’arraffazzonata carenza di significati, alla violenza, verbale e non, ai proclami vuoti e agli strilli sguaiati che odo da più parti. Conoscere aiuta a comprendere, noi stessi e gli altri, sfida la tracotanza e invita alla riflessione.
E allora ecco:
un detenuto rinchiuso in gabbia per anni e poi improvvisamente portato davanti all’oceano;
una formica che abbia conoscenza solo del suo mucchietto di terra e dei suoi cunicoli, trasformata magicamente in aquila, libera di lanciare il suo sguardo verso l’orizzonte;
una casina soffocata da grattacieli cui si attacchino centinaia di palloncini e si libri nell’azzurro;
il principe Andrej che, ferito, dopo il fragore della battaglia si sveglia nel silenzio e osserva la profondità, l’incommensurabilità del cielo.

Eccola, la Letteratura, eccola la conoscenza. Una serie di mondi, di possibilità, di spazi stellati, di lune e pianeti che si aprono innanzi a noi.
Lui ce li racconta in un modo che io di certo non so dire, facendoli scintillare di una luce sfavillante.

Così tra questa immensità s’annega il pensier mio
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

stefania lazzìa

DESCRIZIONE

Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio è un libro basato su di una serie di lezioni preparate da Italo Calvino nel 1985 in vista di un ciclo di sei lezioni da tenere all’Università di Harvard, nell’ambito delle prestigiose “Poetry Lectures” – intitolate al dantista e storico dell’arte americano Charles Eliot Norton. Il ciclo, previsto per l’autunno di quello stesso anno, non si è mai tenuto a causa della morte di Calvino avvenuta nel settembre 1985.

Alla data della morte, l’autore aveva terminato tutte le lezioni tranne l’ultima. Il libro fu pubblicato postumo nel 1988. Quando Calvino morì, non aveva ancora pensato a un titolo italiano. La moglie Esther Judith Singer racconta che «aveva dovuto pensare prima al titolo inglese, Six Memos for the Next Millennium, ed era il titolo definitivo». La prima edizione post mortem uscì infatti in inglese. Il titolo Lezioni americane deriva dal modo in cui Pietro Citati, che era solito visitare in quell’ultima estate lo scrittore ligure, aveva l’abitudine di chiamarle.

Le Lezioni americane offrono una serie di appunti utili per orientarsi nelle trasformazioni che apparivano davanti agli occhi dello scrittore. L’informatica dei suoi anni era ancora configurata all’ambito numerico; ma Calvino ci offre spunti che vanno ben al di là di queste applicazioni. In tutte le Lezioni Calvino sottolinea la sua predilezione per testi brevi. Inoltre, Calvino offre suggerimenti meno ovvi, come quello della scrittura come sistema di controllo, e ancora, sottolinea l’importanza del ritmo, anche nelle narrazioni in prosa.

Ogni lezione prende spunto da un valore della letteratura che Calvino considerava importante e che considerava alla base della letteratura per il nuovo millennio. L’ordine delle lezioni non è casuale; segue, infatti, una gerarchia decrescente; si comincia dalla caratteristica più importante (la leggerezza) e si procede con la trattazione di quelle meno essenziali.

  1. Leggerezza
  2. Rapidità
  3. Esattezza
  4. Visibilità
  5. Molteplicità
  6. Coerenza (solo progettata)

(Wikipedia)

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