Il responsabile delle risorse umane – Abraham B. Yehoshua

Un viaggio contro il gelo che sembra sceso sul mondo, contro l’egoismo e l’aridità, per recuperare la propria umanità perduta.

Un terrorista suicida si fa esplodere in un mercato di Gerusalemme. Una donna muore. Era straniera, viveva da sola in una squallida baracca di un quartiere di religiosi. Nessuno va a reclamare il suo cadavere all’obitorio del Monte Scopus. Eppure Julia Regajev aveva ancora formalmente un lavoro, come addetta alle pulizie in un grande panificio della città. Un giornalista senza scrupoli sfrutta il caso per imbastire uno scandalo e denuncia la «mancanza di umanità» dell’azienda, che non si è nemmeno accorta dell’assenza della dipendente. Tocca al responsabile delle risorse umane, spedito in missione dall’anziano proprietario del panificio, cercare di rimediare al danno d’immagine. Ma il viaggio verso la compassionevole sepoltura della donna si rivela per lui molto piú importante di un’operazione di facciata nei confronti dell’opinione pubblica.

Ho appena finito di leggere questo libro di Abraham Yehoshua, autore morto da pochissimo. Non avevo mai letto niente di questo scrittore, ma sapere che è uno dei preferiti di Pia Drovandi mi ha dato la motivazione per iniziare a conoscerlo. Pia è una grande e raffinata lettrice, perciò mi fido del suo giudizio.

Non mi sono pentita, il libro è veramente bello. Nell’Israele tormentato dagli attentati terroristici, un uomo qualunque e il suo capo, che nasconde una profonda umanità, si mobilitano per riportare in Patria, in un Paese povero e lontano, il corpo straziato di una loro dipendente morta nel corso di un attentato. A poco a poco scopriamo la storia di questa donna, un ingegnere che si è adattata a lavorare come addetta alle pulizie per vivere a Gerusalemme, sola e senza legami. Il viaggio di ritorno verso le sue origini è, come spesso accade, un itinerario di scoperta di sé e degli altri, in un universo sconosciuto e affascinante. Il finale è spiazzante e liberatorio al tempo stesso, una vera sorpresa.

Consigliatissimo.

Giovanna Ferloni

di Abraham B. Yehoshua (Autore) Alessandra Shomroni (Traduttore)

Einaudi, 2018

La simmetria dei desideri – Eshkol Nevo #BEAT #EshkolNevo

«Eshkol Nevo è una voce fondamentale della giovane narrativa israeliana, forse il più vicino a David Grossman per la capacità di raccontare il rapporto sottile che esiste tra le vite individuali e la storia collettiva».
Nouvel Observateur

Traduttore: R. Scardi O. Bannet

«Ognuno potrebbe scrivere su un bigliettino dove sogna di trovarsi fra quattro anni. Dal punto di vista personale, professionale. Da tutti i punti di vista. E ai prossimi Mondiali apriremo i biglietti e vedremo cos’è successo nel frattempo».

Quattro giovani amici, il meglio della vita davanti a loro, tre desideri ciascuno. Magari la ragazza ideale, la speranza di un mondo più giusto. O una passione che diventi realtà. Ma cosa accade quando l’attrito del tempo fa desistere i sogni, e dissolve le ambizioni più vere?

Può un’amicizia durare a lungo e avere come costante… l’incostanza?
Forse è proprio l’incostanza una caratteristica autentica che ci viene svelata se si comprendono le profondità che ognuno di noi abita?
Nevo ci racconta che è possibile.
E lo fa sullo sfondo del campionato di calcio del 1998, quando quattro amici guardano in televisione la finale dei Mondiali: sono giovani, non hanno ancora trent’anni, e hanno condiviso la giovinezza, gli studi, l’esercito, uniti da un legame intenso. Durante la partita uno di loro ha un’idea: perché non scrivere su un foglietto i propri desideri, i sogni per gli anni a venire, per poi attendere la prossima finale della coppa del mondo e vedere se si sono realizzati?
Yuval, la voce narrante, ha la mania dell’autocontrollo.
Churchill è un po’ esibizionista e aspira a diventare un leader.
Amicahi ha sofferto molto, ha già una famiglia.
Ofir è il creativo del gruppo, parla spesso, ma non conclude mai nulla di preciso.
I quattro affronteranno dure prove: lutti, tradimenti, fallimenti e depressioni, progetti che non si concludono.
Eppure le loro diversità li renderanno complementari.
I desideri di ciascuno di loro saranno simmetricamente esauditi, ed è bellissimo scoprire chi e come sarà riuscito a realizzare il suo desiderio, e capire che è stata proprio la promessa di verificarne l’esito dopo quattro anni a divenire forza per tutti per continuare a vivere.
Non ci sono facili sentimentalismi nel romanzo, anzi, vengono mostrate tutte le debolezze, le ipocrisie, le menzogne e gli errori commessi da ciascuno di loro, però è proprio l’autenticità di ognuno di loro a tenerli legati.
E la capacità di comprendere l’eventualità di comprendere che alcuni obiettivi sono diventati irrilevanti. La capacità di adattarsi a ciò che accade nella vita.
Originale è la tecnica narrativa: ogni capitolo inizia con una fotografia narrata, finalizzata ad avere un’introspettiva approfondita dei personaggi.
E quasi tutti i capitoli terminano con stralci della tesi della voce narrante, fondata su filosofi che hanno cambiato repentinamente idea.
E di fronte allo smarrimento, avere degli amici può fare la differenza.

“Io ho continuato a guidare verso il mare, laggiù, pensando: quel ramoscello, appena arriviamo, lo tiro via dal tergicristallo,e ho pensato anche: se adesso schiaccio l’acceleratore abbastanza forte voliamo in aria e atterriamo direttamente in acqua, un atterraggio morbido, e poi ho pensato: ancora due ore, massimo due ore e mezza con questi tre rompiscatole, e poi me ne torno a casa e non dovrò mai più rivederli in vita mia.”

Egle Spanò