L’affare Vivaldi – Federico Maria Sardelli

VIVALDI
Romanzo storico sui generis, scritto con acume, ironia, amore. Tra 700 e 900 sulle tracce dei manoscritti di Vivaldi, una incredibile storia vera.

L’autore è anche e soprattutto musicista apprezzato e noto autore satirico per il Vernacoliere.

stefano solventi

DESCRIZIONE

In un romanzo storico l’appassionante ricostruzione di un grande enigma culturale. La storia della discesa nell’oblio della musica di Antonio Vivaldi, e della sua travolgente riscoperta, tra il Settecento e l’Italia fascista.

«La storia della riscoperta dei manoscritti di Vivaldi è davvero andata così. Diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare. La concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, è dovuta alla storia». Se conosciamo Vivaldi quanto lo conosciamo oggi, oltre le Quattro stagioni, ciò è dovuto alle peripezie dimenticate – assurde, incredibili, comiche, cariche a volte di suspense, intricate come uno spettacolo drammatico e farsesco – che questo romanzo storico rivela.
Il Prete Rosso, passato di moda dopo una vita di successi, morì in miseria e indebitato fino al collo. I manoscritti con la sua musica inedita, raccolta in centinaia di partiture autografe, passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli. Riemersero, seguendo vie accidentate e occulte, grazie al congiungersi dell’avidità di un vescovo salesiano e l’intelligente intuito di due studiosi appassionati, Gentili e Torri, musicologo dell’Università di Torino il primo, e direttore della Biblioteca Nazionale della città il secondo. Ma da questo momento in poi gli autografi del musicista veneziano dovettero passare nuove disavventure. Causa stavolta l’indifferenza dello Stato, l’odiosa idiozia antisemita del regime fascista, l’opportunismo e l’ingratitudine dei nuovi padroni dell’Italia.
Federico Maria Sardelli è uno dei massimi esperti di Vivaldi, nonché scrittore satirico. Egli ricostruisce il destino delle carte del grande compositore seguendo due percorsi. Da un lato gli eventi successivi che le seppellirono nell’oblio dal 1741 alla riscoperta; dall’altro la caccia all’indietro che i due miti eroi intrapresero per recuperarle. E poi le vicende pazzesche legate al tentativo di renderle aperte alla fruizione pubblica. Con il triste epilogo.
È un apologo, umoristico e tragico, della ben nota insensibilità dello Stato italiano verso i suoi patrimoni più nobili, e della sua ingratitudine. Ma vuole anche ristabilire una verità storica ed essere un tributo.
«Luigi Torri ed Alberto Gentili sono i veri eroi di questa vicenda. Se oggi conosciamo Vivaldi lo dobbiamo al loro fiuto, alla loro intelligenza, al loro infaticabile sforzo».

José Saramago – Il Vangelo secondo Gesù Cristo #JoséSaramago

«Come tutti i figli degli uomini, il figlio di Giuseppe e Maria nacque sporco del sangue di sua madre, vischioso delle sue mucosità e soffrendo in silenzio».

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E’ stato un parto abbastanza lungo e travagliato ma alla fine ne sono venuto fuori. Molti anni dopo aver letto “Cecità” ed esserne rimasto sconvolto ho deciso finalmente di affrontare il Vangelo.
La prosa di Saramago (non vi svelo nulla di nuovo, ovviamente) è ostica, labirintica: periodi immensi ma anche lampi improvvisi, frasi e dialoghi che sembrano rivelazioni, rappresentazioni di una crudeltà e violenza quasi insostenibili e poi la frase sarcastica buttata là che ti fa sorridere dopo aver assisitito a un supplizio o alla strage degli innocenti.
E’ un libro enigmatico e crudele che parla di un Dio indifferente e sanguinario , vestito come “un ricco mercante ebreo”, di un ragazzo in conflitto con sè stesso, con il proprio padre, la propria madre, col proprio fato e di un Diavolo che la verità gliel’aveva già detta subito, prima ancora che Gesù incontrasse Dio: “non hai imparato niente, vattene.”

Alessandro Dalla Cort

Descrizione:

Il Vangelo secondo Gesù Cristo è un romanzo dello scrittore portoghese José Saramago, pubblicato nel 1991.

Si tratta di un romanzo storico, che narra la vita di Gesù Cristo e dei suoi contemporanei, attingendo a piene mani sia dall’Antico sia dal Nuovo Testamento, intervenendo però con spirito talvolta razionalista e critico, talvolta volutamente dissacratorio, per modificare gli eventi tramandati dai vangeli canonici, e contestualizzando l’intero racconto con la ricostruzione della quotidianità della Palestina del I secolo d.C.

Il Vangelo secondo Gesù Cristo ha suscitato, fin dalla sua uscita, forti reazioni del clero cattolico, sia portoghese, sia italiano, a causa del tema trattato, delle libertà prese rispetto alla tradizione evangelica e della durezza con cui vengono descritti fatti e pensieri. La storia narrata è quella conosciuta, la vita di Gesù dalla nascita alla morte, ma ciò che caratterizza questo romanzo è la figura del protagonista, il Profeta, visto come una persona normale, un giovane, con le sue debolezze, le sue paure, le sue ansie, la sua inesperienza, un uomo del tutto uguale agli altri uomini, che strada facendo impara e cresce, fino a diventare un punto di riferimento per molti, il portatore di un nuovo pensiero.