Dieci inverni – Valerio Mieli #ValerioMieli #DieciInverni

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Dieci inverni, scanditi in dieci capitoli, avviluppano la storia d’amore tra i due protagonisti, Camilla e Silvestro, come una nebbia fitta in cui è difficile orientarsi e trovare la strada da percorrere. Gli stessi freddi inverni che appaiono anche come una coperta calda sempre pronta a consolarli, in un dipanarsi di incontri, scambi, battute, incomprensioni, silenzi e sguardi alla ricerca del momento giusto per entrambi. Quello che li libererebbe dalle ipocrisie e dalle incertezze, dai timori e dalle insicurezze personali.
Un racconto a due voci alternate che ti lasciano entrare nella mente di entrambi, fornendo le due facce di un’unica medaglia: la vita di due individui che cercano una realizzazione personale e un significato interiore, insieme o senza, attraverso l’inevitabile crescita e maturazione dettata dal tempo.
A fare da contorno agli eventi, le atmosfere rarefatte della laguna veneta e la rigidità intrinseca della cultura russa che fa capolino tra le pagine del romanzo.
Primo esempio, a mio avviso, di libro e film che camminano all’unisono; forse perchè il libro nasce già come sceneggiatura del film che verrà o viceversa. E a dire la verità, fotografia e colonna sonora impreziosiscono e amplificano notevolmente il pathos all’interno della pellicola.

“Quella costante speranza e attesa di un’esperienza o di una persona che ci cambierà la vita chiarendoci finalmente il senso di tutto, il motivo per cui esistiamo, quella speranza e l’emozione che quella speranza porta con sé, è secondo me l’essenza dell’essere giovani.” (Silvestro)

“[…] era l’unico capace di togliermi di dosso quel rumore di fondo che è l’impressione che il mondo sia tutto sommato qualcosa di piccolo e poco interessante, e che l’unica cosa sensata sia aspettare di morire con la maggiore serenità possibile. Silvestro questa certezza me la faceva dimenticare.” (Camilla)

Oltre alla copertina, aggiungo anche foto tratte dal set che trovo necessarie a completare il racconto. Consigliatissimi, entrambi.

Owlina

DESCRIZIONE
Una chiocciola percorre in media 5-6 centimetri all’ora. Per fare il giro completo di Venezia impiegherebbe circa dieci anni.

È l’inverno del 1999.
Un vaporetto attraversa la laguna di Venezia. Camilla, diciottenne appena arrivata dal paese per studiare letteratura russa, nota tra la folla un ragazzo. Anche lui porta con sé una valigia, anche lui è appena arrivato. I due iniziano a guardarsi: lei è timida e finge di leggere un libro, Silvestro invece è sfacciato e nasconde la sua inesperienza dietro un’ingenua spavalderia. E quando il vaporetto attracca, decide di seguire Camilla per le calli nebbiose di un’isola della laguna. Così comincia un’avventura lunga dieci anni, che porterà i due ragazzi dalla Venezia quotidiana degli studenti fino alla straniante frenesia di Mosca, con i suoi teatri e le enormi strade trafficate. Camilla e Silvestro vivranno altre storie d’amore, si scriveranno, saranno coinquilini nella stessa casetta, ospiti a un matrimonio nella campagna russa e poi ancora passanti distratti nell’affollato mercato di Rialto. Saranno di volta in volta nemici, amici, conoscenti, innamorati, vicini o distanti.
Dieci inverni è una storia d’amore, o meglio il prologo di una storia d’amore, raccontata a due voci: ogni inverno è una finestra aperta a curiosare nella vita di due persone che non si perdono mai del tutto e intanto crescono, segnate dal difficile e splendido ingresso nell’età adulta.

Straziami ma di tofu saziami – Paola Maraone / Paola La Rosa @popicopi #straziamisaziami

Straziami-ma-di-tofu-saziami

Numero 25 letto in un giorno, voto 8/10. Ne avevo sentito parlare alla radio ed è assolutamente all’altezza, mi ha fatto ridere moltissimo. La storia di una donna onnivora che si innamora di un vegano super eco friendly: caffè alla cicoria, solo bicicletta, tutto viene regalato e vivono con due oggetti, pianta la placenta del figlio e ci mette sopra un alberello, di notte si introduce nei laboratori e salva le cavie, le fa adottare una nutria, vive come un barbone prima di incontrare lei ma in realtà è pieno di soldi che risparmia per comprare un bosco, si cuce i vestiti a mano…..un libro folle con un finale aperto. Che pone molte riflessioni. L’ho paragonato a “Come diventare buoni” di Nick Hornby, perché anche se in modo diverso, parlano dello stesso tema, ve lo consiglio assolutamente.

maria bonaria dentoni

DESCRIZIONE

Il colpo di fulmine ti percorre e ti abbaglia: all’inizio di una storia pensi che la vita ti riserverà solo rose e fiori, ma poi è un mazzo di broccoli quel che spesso ti resta in mano. E, in epoca vegan, questo è più vero che mai. Quando Francesco investe Alice con la bicicletta, lei anziché maledirlo ne resta folgorata: rustico ma non tamarro, longilineo ma non evanescente, scolpito ma non minaccioso. “Una di quelle creature aliene” fantastica senza sapere di essere vicina alla realtà “che potrebbero nutrirsi di lupini, alghe e segatura, e restare in forma perfetta.” E così, stregata, non coglie i segnali che le preannunciano un futuro di idealismi e rinunce, come il fatto che lui arrivi in ritardo al primo appuntamento perché ha dovuto salvare un piccione ferito. O che, per “sciogliersi”, non ordini uno Spritz ma un centrifugato di carote. Francesco è vegano e Alice abbandona salame e pasticcini per vestire i panni di qualcuno che non è. Convinta che, in amore come nella vita, non vinca il più forte ma chi sa adattarsi più velocemente. D’altra parte, lui sulla carta è l’uomo ideale: cucina bene, è ecologista e maestro di decrescita felice. Però, come sa bene chi l’ha provato, vivere con un supereroe implica un prezzo da pagare: essere vegani per Francesco vuol dire anche fare a meno dell’auto, dei detersivi, cucirsi i vestiti da sé… Ma di quanto si può alzare, ogni giorno, l’asticella?