Francesca Melandri – Eva dorme #FrancescaMelandri #recensione

Due libri! Consiglio per oggi:

“Anche se è aprile, a tarda notte l’aria sa ancora di neve. Ma i larici stanno iniziando a svegliarsi, la resina risale dalle profondità oscure dei tronchi, e la sua essenza oleosa comincia a diffondersi nell’aria. Aspiro profondamente. In notti d’insonnia come questa, mi ricordo che fortuna sia vivere in un posto che odora di buono.”

Francesca Melandri
Eva dorme
Mondadori, 2011
ISBN 9788804607847

Letto un paio di mesi fa, consiglio a tutti Eva dorme – di Francesca Melandri. Un romanzo scritto in modo piacevole, da leggere anche prima di andare a dormire. Ha anche un importante ruolo educativo, infatti vi racconterà un periodo della nostra storia da un punto di vista per me (e molti altri) del tutto sconosciuto: quello degli altoatesini durante il fascismo. È la storia del Sudtirolo, del turismo di massa, dei rapporti tra il nord ed il sud, della guerra e degli usi e costumi.
Una vicenda che parte dal lontano 1919 e che arriva fino ai giorni nostri, che attraversa tutta l’Italia e narra la vita di ben tre generazioni di cittadini dell’Alto Adige. Dopo averlo letto non direte più “Ma perché ‘sti sud tirolesi parlano in tedesco? Siamo in Italia, se non gli sta bene che tornino sotto gli austriaci!”.

“C’è il tempo che ci scorre intorno, incontro e attraverso, il tempo che ci condiziona e ci plasma, la memoria che coltiviamo o di cui ci disfiamo – la nostra Storia. Poi c’è la sequenza dei luoghi nei quali viviamo, tra cui viaggiamo, quelli in cui siamo fisicamente, luoghi fatti di strade e di edifici ma anche di alberi, orizzonti, temperature, livelli di pressione atmosferica, della maggiore o minore velocità con cui scorre l’acqua di un fiume, di curve di livello – la nostra Geografia.
Queste due traiettorie, legate un po’ al destino e un po’ alla libera scelta, in ogni istante e in ogni luogo s’incontrano in un punto, come un cosmico grafico cartesiano, e la sequenza di questi punti forma una linea, una curva, a volte, se siamo fortunati, perfino un disegno, se non armonioso, almeno che si riesce a intravedere.
Questa è la forma della nostra vita.”

Giulia Baldo

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