Stephen King, Revival

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Ogni tanto prendi un treno, ti porti un libro per compagnia, ti siedi e inizi a leggere. Mentre il treno macina km verso la tua meta, tu macini pagine, ancora una pagina e provo a dormire no dai un’altra e 4 ore dopo tu sei ancora in treno, ma il libro è sfortunatamente terminato.
Revival mi ha fatto questo effetto, simile a quello che ha causato la notte insonne in compagnia di Misery e di quel caccolicchio di scrittore che l’aveva fatta morire
No non voglio rovinare la lettura a nessuno, quindi toccherà fare un bel numero di equilibrismi che la foca monaca farà la figura della dilettante per scrivere qualcosa di intelligente.
Iniziamo con il plagio della quarta di copertina, Revival è in fondo un affresco della vita negli stati uniti dagli anni 60 ad oggi che tanto caro è al re.
Leggendo questa storia mi è tornata alla mente una vecchia intervista a Bruce (Springsteen NdA, ho sempre sognato di scriverlo), in cui parlava delle scene di ballo nei film di John Ford, che diventavano sempre più amare con il passare del tempo, credo che questo si possa applicare anche alle storie di King, che tratteggia la vita da 6 a 65 anni del protagonista, in modo disincantato, la magia del club dei perdenti si è dissolta, la tartaruga è morta, il passato è passato, non è nè mitico nè una merda forse solo un sapiente mix delle due a seconda del momento.
Si, c’è pure una bella storia de paura, un personaggio che si piazza a metà tra Randall Flagg e quello delle pattumiere, una bella spruzzata di politically correct, tanto sano rock tanto tutta quella merda inizia con un mi, una manciata di sostanze psicotrope.
The King is back, hail hail to the King

Piero Gattone

Lee Child / David Baldacci

Una bella recensione doppia, dopotutto sono libri fantasy/gialli, ben poco si può dire della storia senza rovinare la lettura ad altri che magari vorrebbero leggerli.
Partiamo con Zona pericolosa di Lee Child, il primo libro con Jack Reacher protagonista, scritto bene, con un buon ritmo, che ti fa arrivare in fondo anche se la trama è scontata quanto una puntata di Columbo (Colombo in Italia) tutti i personaggi sono clichè, il militare sfigato che si becca tutte le accuse del mondo, la poliziotta figa che ovviamente finirà a letto con il militare, il riccone con tante ombre nel passato, il capo della polizia con un’etica. A pagina 100 un lettore smaliziato ha già capito dove, come e perché il libro finirà. Di solito questo non succede con David Baldacci. Il problema è che ne I Collezionisti anche lui bara, si infila in un culdesac, ne esce con una trovata la cui possibilità di realizzazione è inferiore a quella che un sopravvissuto (?) al massacro di Jonestown sia un miliardario serial killer svedese (vedi alla voce Mankell) e soprattutto non chiude tutte le trame alla fine del libro, lasciando il Fedele Lettore con un cliffhanger degno al più di una scarsa serie di telefilm . 

Lee Child – Zona Pericolosa
David Baldacci – I collezionisti

Piero Gattone