Il continente invisibile – J. M. G. Le Clézio #PremioNobel

di Jean-Marie Gustave Le Clézio (Autore) M. Balmelli (Curatore)

Instar Libri, 2008

Questo saggio è una feroce critica nei confronti dell’opera colonizzatrice del mondo occidentale. Il continente invisibile è l’Oceania, che non venne riconosciuta come continente dai primi colonizzatori occidentali, inglesi, francesi, spagnoli, e ancora oggi aspetta un pieno riconoscimento internazionale. Le Clézio compie, e ci fa compiere, un viaggio nelle isole, prima ospiti nella piroga che portò i primi abitanti, poi a vedere le distruzioni sia della natura che della popolazione originaria compiuta dagli occidentali, e infine ai giorni nostri guidati da coloro che oggi cercano di far sopravvivere la cultura e le tradizioni. Diversi i racconti mitologici come numerosi i dati ufficiali, che ben si legano permettendo a Le Clézio, membro del comitato d’onore dell’ong Survival International, di compiere il suo atto d’accusa in difesa dei popoli insulari pesantemente minacciati dalla globalizzazione.

“Avventura è la parola da custodire.

Una parola il cui senso è stato distorto.

Una parola che oggi è storpiata, è divenuta un contenitore, una via d’uscita, un diversivo all’inettitudine.

Una parola che ora dobbiamo rovesciare, stracciare, perché è stata l’abito che hanno indossato i lugubri apostoli della conquista, gli sfruttatori intrisi di esotismo.”

Nell’ottobre 2008, anno in cui in Italia viene pubblicato per Instar libri Il continente invisibile (titolo originale: Raga: approche du continent invisible, uscito in Francia nel 2006), l’autore vince il premio Nobel per la letteratura. Nel discorso tenutosi alla consegna del premio, Le Clézio afferma che tra tutte le circostanze che l’hanno portato a iniziare a scrivere, quella determinante è stata la guerra: non quella richiamante i campi di battaglia, ma la guerra dei civili e dei bambini.

“Scrittore di nuove partenze, di avventura poetica, di estasi dei sensi, esploratore di un’umanità al di là e al di sotto della civilizzazione regnante” (per la motivazione del Premio Nobel)

Rosangela Usai

“Se l’Africa è il continente dimenticato, l’Oceania è il continente invisibile”, perché i primi viaggiatori che vi si sono avventurati non l’hanno visto, perché ancora oggi è un luogo senza riconoscimento internazionale, un passaggio, sebbene molti esploratori abbiano rischiato la vita per raggiungerlo e tentare di cartografarne le coste. Quando scopre l’immensità dell’oceano, la miriade di isole, isolotti, atolli di questo continente fatto più di mare che di terra, Le Clézio non immagina fino a che punto il mito possa ricongiungersi con la realtà. In questo racconto invita a scoprire la cultura dell’Oceania, a orientarsi con le stelle, ma anche a non dimenticare la storia dei popoli delle isole, il loro passato di migranti e di schiavi, il loro presente ancora troppo simile al passato. Oltre che viaggio iniziatico dietro le poche immagini note – spiagge, bellezze polinesiane di Gauguin, Naghol – questo libro è una riflessione critica su quella globalizzazione che mette in pericolo l’armonia di una civiltà preziosa ma fragile.

La strada stretta verso il profondo nord – Richard Flanagan


Vincitore del Man Booker Prize 2014

Cercavo un autore che potesse ben rappresentare l’Oceania e ho trovato Flanagan.

È questo un libro che vale veramente la pena leggere. “Un uomo felice non ha passato, un uomo infelice ha solo quello”: è una frase scritta nelle prime pagine del romanzo ma che ben lo rappresenta.

Il racconto salta dal passato al presente dì un medico militare originario della Tasmania, prigioniero dei Giapponesi assieme a molti altri Australiani, impegnati nella costruzione della ferrovia della morte, in cui migliaia di prigionieri moriranno.

È una grande storia epica, ben scritta, piena d’amore e Richard Flanagan è un autore da tener presente.

Chiara Alladio

di Richard Flanagan (Autore) – Elena Malanga (Traduttore)

Bompiani, 2018

Dorrigo Evans, medico di origine tasmaniana, è stato deportato in un campo di prigionia giapponese dove, insieme a molti connazionali, viene impiegato nella costruzione della Ferrovia della Morte, la linea ferroviaria tra Bangkok e la Birmania che dovrebbe permettere all’esercito nipponico d’invadere l’India. Un’impresa sovrumana, che costerà la vita a centinaia di migliaia di uomini. Dorrigo fa il possibile per salvare i suoi compagni dalla fame, dalle malattie e dalle violenze delle guardie. A sostenerlo il ricordo di una fugace storia d’amore vissuta anni prima con la giovane moglie di suo zio. Una manciata di giorni che vale una vita. Una promessa mai pronunciata. “La strada stretta verso il profondo Nord” è una storia epica d’amore e morte, disperazione e speranza, e Richard Flanagan, con una lingua densa e uno stile superbo, riesce a toccare tutte le corde dell’animo umano, avvolgendo il lettore con una storia sorprendente, dolorosa e di tremenda bellezza.