L’eredità – Louisa May Alcott #LouisaMayAlcott

“In un verde parco, sorgeva, imponente, la dimora di Lord Hamilton, per metà castello e per metà magione.”

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Nel 1990 nella biblioteca dell’università di Harvard fu ritrovato un manoscritto della Alcott datato 1849. Si trattava del suo 1° romanzo.
Seppure lo scritto sia molto semplice, la trama spesso banale e un po’ scontata, pure, si delineano i contorni di quelli che saranno i futuri personaggi, specialmente femminili. Ragazze coraggiose, di buon cuore, oneste e cristalline.
Considerando che la Alcott scrisse questo breve romanzo a soli 17 anni, ci sono già le caratteristiche che proporrà nel suo capolavoro “Piccole donne”.
Acerbo come una Jo March che sta crescendo.

Raffaella G.

DESCRIZIONE

Da pochi mesi in Italia grazie alla casa editrice Jo March Agenzia Letteraria di Città di Castello (PG) il romanzo L’eredità (titolo originale The Inheritance, traduzione e cura di Valeria Mastroianni e Lorenza Ricci, Introduzione di Cesare Catà) di Louisa May Alcott (Germantown, 29 novembre 1832 – Boston, 6 marzo 1888), scritto dall’autrice americana a 17 anni e rimasto inedito fino al 1997, quando fu pubblicato per i tipi di Dutton.

La futura autrice dell’imperituro personaggio di Jo March, una delle “Little women” (1868), piccola ma grande donna volitiva e coraggiosa, la quale prima dell’amore vuole assolutamente trovare per sé un posto nel mondo, tratteggia con una prosa elegante e dal linguaggio ricercato una narrazione godibile, imperdibile lettura rivolta a tutti coloro da sempre fans dell’autrice statunitense.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop – Fannie Flagg #FannieFlagg

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Questo libro, estremamente commovente e bellissimo, racconta le varie storie di una famiglia che si intrecciano sullo sfondo della grande depressione, in Alabama, paese del Sud degli Stati Uniti, profondamente segnato dall’apartheid, che forse, finalmente possiamo dire finito. Ottime e dettagliate le caratterizzazioni dei personaggi principali e un sacco di comprimari di contorno ben scritti e ben disegnati.

Nel piccolo paesino di Whistle Stop, così piccino che esiste solo perché scalo ferroviario, c’è il quartiere nero, c’è il quartiere bianco, e c’è il caffè, gestito nientemeno da neri e bianchi che lavorano insieme, e le cui due proprietarie sono lesbiche. Con tocco leggero e sguardo positivo vengono sviluppati temi importanti quali l’amicizia, la famiglia e i suoi principi fondanti, ma soprattutto l’amore, senza pregiudizi nè stereotipi puritani, e il problema del razzismo che viene superato attraverso questi valori.

La parte che mi ha convinto meno è l’idea che nel 1919 si potesse accettare una palese relazione tra due donne, anche se non del tutto esplicita. Ma per il resto l’ho trovato un libro bellissimo che consiglio a tutti, uno spaccato di vita pulito, positivo, e soprattutto vero.

Maria Bonaria Dentoni

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