Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta

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Mi ha impressionato molto Il giorno della civetta di Sciascia, perché è stato scritto nel 1961. Se penso a tutto il male che ha fatto la mafia con l’aiuto della politica, mi metto a piangere.
A parte questo dettaglio (il recensore che parla delle sue nevrosi, ma dove siamo?), il racconto è semplice e bellissimo, asciutto, lontanissimo dagli stereotipi dei polizieschi. I dialoghi sono veramente memorabili. Tutto si intuisce senza che ci sia bisogno di spiegazioni, proprio come in un clima mafioso. La scrittura è precisa come un colpo di fucile, e va sempre a segno. Come mi sento povera nel mio linguaggio ordinario. Insomma, leggetelo! è anche breve, fa mucchio. Ciao

Daniela Quartu

Leonardo Sciascia, “Il giorno della civetta”

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«Il popolo» sogghignò il vecchio «il popolo… Il popolo cornuto era e cornuto resta: la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera sola alle corna del popolo e la democrazia lascia che ognuno se l’appenda da sé, del colore che gli piace, alle proprie corna… […]».

Leonardo Sciascia, “Il giorno della civetta”