E pertanto, nonostante il periodo inadatto allo sciuè sciuè social, ho adocchiato qualche giorno fa il post di qualcuna (lode lode lode, palesati cara che così te ringrazio!), che segnalava l’uscita di un Alessia Gazzola (c’è un perché all’assenza di apostrofo, nun rompete l’accozzaglia). Ora, per chi non la conoscesse, la Gazzola è una medichessa legale nonché autrice di una serie di giallonzi seriali, la cui protagonista, Alice Allevi, è una specializzanda in medicina legale, simpatica e casinara. Io la seguo da sempre la Allevi, datosi che le sue disavventure coniugano il farlocco col giallastro. Poiché c’è l’ammore e lo sciopping e il tè verde, talora persino qualche fiore, potremmo catalogare sti tomi nella categoria farlocchi ma essendoci puranco un che di intreccio canarino (ce stanno li morti e pure l’assassini, ambè), proporrei di inquadrarli come semi-farlocchi (e m’accompagno da me).
L’ideale per la quasi nulla capacità di concentrazione de sti giorni appena appena piovosi (che bel rumore sta ceppa, oserei dire) piumino, cane, siga, l’Allevi, gradevole, leggera, pasticciona, mi garba sempre, alla fin fine.
Alessia Gazzola – Una lunga estate crudele
Lazzìa

