Jean-Michel Guenassia – La vita sognata di Ernesto G.

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Ho a lungo titubato prima di  decidermi a comprare questo libro. Tituba oggi, tituba domani, è andata a finire che l’ho preso. Sia mai……

Il risultato di questa iniziativa è un deciso “bah!”.

Guenassia ha scritto qualche anno fa un libro che io ho adorato in ogni sua virgola, “Il club degli incorreggibili ottimisti”. Ho amato quei personaggi, li porto nel cuore e ho riletto il libro più volte. Ne sono innamorata.

Le aspettative che avevo per questo suo secondo lavoro erano altissime, le probabilità di rimanere delusa anche. Sostanzialmente un bel carico di pregiudizi.

E’ la storia dei cento anni di vita di Joseph Kaplan, medico nato a Praga, vissuto in  Algeria  e tornato alla sua città natale  per la seconda metà della sua vita. Sullo sfondo cento anni di storia, i progressi dell’istituto Pasteur nella ricerca di vaccini,  due Guerre mondiali, battaglie e lotte, il Comunismo (uno dei temi cari a Guenassia) in tutti i suoi aspetti, da quello più idealista e reazionario, a quello più cupo, torbido e violento.

Una delle critiche mosse al Club degli incorreggibili ottimisti fu che la storia sembrava non decollare mai (Sartorati, correggimi se sbaglio). Della Storia di Ernesto G. si può dire forse il contrario: decolla pure troppo! C’è tanta roba, tanti temi, 50 anni di storia moderna concentrati in poche pagine. Si procede un po’ a singhiozzo, si rallenta e poi si accelera. Si ha l’impressione di un’eco  sussurrata e lontana che dice “Guenassiaaaaaa….sono il tuo editoree……devi finire il libroooo…la scadenza è vicina………..ti ricordi  il contrattoooooooo?”.

Nota di demerito: i congiuntivi sono errori macroscopici, non esiste proprio di trovarne in un libro così.

Mi è piaciuta la descrizione di Praga e  il ritratto di alcuni personaggi. In questo l’autore si conferma molto bravo.  Non mi è piaciuta la storia di Ernesto G., personaggio reale che si svela verso pagina 300: mi è sembrata fin troppo ingenua.

Non ci sono dubbi su quale debba essere la colonna sonora di questo libro: i tanghi di Carlos Gardel accompagnano i lunghi anni  del protagonista. I suoi dischi saranno una delle poche cose che Kaplan sceglierà di portare con sé durante tutti i grandi cambiamenti della sua vita, anche quando si tratterà di abbandonare i vestiti perché non c’è abbastanza spazio nella valigia.

Anna LittleMax Massimino