Sophie Kinsella – I love shopping #sophiekinsella #chicklit

kinsella

Ci ho messo “solo” quindici anni a decidermi a leggere il primo libro della serie sullo shopping della Kinsella – I love shopping, nell’edizione italiana – e devo ammettere che a ogni capitolo la tentazione di scaraventare il volume contro il muro e lasciar perdere diventava più forte. Sarà che lo shopping mi lascia abbastanza indifferente e che le dipendenze, anche se allo shopping sfrenato, mi sembrano tutte tragiche e sorriderne mi sembra fuori luogo, ma ho fatto molta fatica a “relazionarmi” con Rebecca, la protagonista. C’è stato un momento in cui mi sono detta che lo scopo del romanzo doveva essere morale, ma l’epilogo non è propriamente in linea con quel che mi aspettavo, la redenzione è solo parziale e vira comunque in una direzione che serve a conservare al limone un po’ di succo da spremere in seguito. Pollice verso, anche se il romanzo è scritto bene e la trama è ben costruita.

maria silvia riccio

Inqui: Qua nel gruppo c’è tutto un giro di ragazze fan, io devo dire che ho letto solo il primo, ed è più o meno la storia della mia vita se togliendo vestiti e borse metti biglietti x concerti e libri. E mi è anche piaciuto e mi ci son divertita, salvo anche trovare in becky e nelle sue vicende una serie di cose frustranti che mi hanno fatto decidere di non leggere i vari seguiti, tipo che alla fine di base è tutto spesso troppo idiota, e soprattutto tutto si ripete sempre uguale all’infinito. Detto ciò idea carina carina e personaggi simpamici in genere, a parte Becky, e non scrive affatto male.

Lazzìa: ma nooo a me piace! io mi sconsolo, ecco

maria silvia: non mi ti sconsolare, dai! è che proprio non mi ha divertito, la Becky. Mi ha angosciato. L’avrei presa a ceffoni, altro che, lei e tutti i suoi sogni ad occhi aperti. Il problema è che non ho il gene dello shopping e non mi parte l’empatia, solo il fastidio…

Lorenza Inquisition Comunque secondo me la devi intendere come essere vittime del consumismo non dello shopping. E io lì mi ci ritrovo eccome! Tutte siamo stato vittime del desiderio di comprare qualcosa che non ci serviva, solo perchè era lì bello e luccicante e nuovo!
maria silvia: ma Anna LittleMax e Stefania, vi siete sciroppare tutta la saga? tutta tutta?
Anna LittleMax Massimino  mi sono appena giocata tutti i punti guadagnati con Infinite Jest! Credo di averli letti tutti, forse mi manca l’ultimo. I primi due mi sono piaciuti: Becky mi fa l’effetto che Stefania definisce “rinfrescarsi la mente”. Non richiede il minimo sforzo e mi fa sorridere. Il primo volume della serie e quello ambientato a New York mi sono piaciuti e mi hanno divertita, oltre al fatto che in alcune pagine io e la Stefania Lazzìa ci siamo un po’ identificate con la personaggia Emoticon smile Emoticon smile mentre gira per negozi dove abbiamo lasciato il cuore e parte del portafoglio. Poi verissimo quello che dici, Maria Silvia, proseguendo nella serie Becky tende a diventare irritante e la sensazione di avere in mano un limone che non è solo stato spremuto ma al quale è stata grattata anche la buccia si fa fortissima. In ogni caso la Kinsella insiste (e come darle torto: vende) perchè anche l’ulitmo che ho letto, che deve essere il 5 o 6 della serie e che contiene il nulla, ha un finale scemo apertissimo a ulteriori sviluppi. 
Stefania Lazzìa Io ho zompato forse solo l’ultimo. Però in compenso c’ho nel mio curriculum la qualunque kinselliana nonché wickhamiana. E non m’annoio, io no che non m’annoio non m’annoio…
Anna LittleMax Massimino E io so che non resisterò e comprerò anche il prossimo…Uno o due della serie NON I love shopping non sono male…
Ilaria Marchetti A me la chick lit piace, ho amato e riletto “Vita bassa e tacchi a spillo”, e lo consiglio, per dire. La kinsella li ho letti ma proprio la protagonista non la trovo sopportabile, fondamentalmente Becky è una deficiente e la sua deficienza al primo libro ti fa quasi sorridere, al secondo già la vorresti picchiare, al terzo: scioglierla nell’acido. Trovo decisamente più apprezzabili invece quelli che ha scritto senza pseudonimo ma col vero nome (o era il contrario?)
Maria Silvia Riccio Kinsella è lo pseudonimo: mi dovrò cercare qualcosa di scritto per non vendere  perché il modo con cui costei – nome vero: Madeleine Sophie Wickham – organizza le parole mi piace ed è forse quel che mi ha tenuto con il libro in mano fino alla fine
Anna LittleMax Massimino La regina della casa e La ragazza fantasma non sono malaccio e sono forse quelli che più si allontanano dallo stile Becky. Evitare assolutamente il nulla siderale di Fermate gli sposi.
Maria Bonaria Dentoni Li ho letti fino a i love shopping con il baby. Ma ricordo il commento di una mia amica, era esattamente come il tuo!! La protagonsta la faceva innervosire. L’idea che non avesse altro obiettivo che foulard o vestiti la rendeva insopportabile.

La libreria degli amori inattesi, Lucy Dillon

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Il mio contributo alla categoria “libro leggero”, recentemente sdoganata su questi pagine.
Ammetto di averlo scaricato perché nel titolo, peraltro orrendo, c’era la parola libreria e perché pensavo di essere di fronte alla leggera inconsistenza simil Kinsella della quale sentivo assoluta necessità.
Invece qui siamo più dalle parti della Amiche del venerdì sera, con personaggi ben caratterizzati, con un loro spessore e una narrazione che va oltre la frivolezza. Una gradevole sorpresa. Il titolo è fuorviante, perché si, c’è una libreria e si parla di amore, però si parla anche molto e in modo abbastanza sensato di desiderio di maternità, di violenza psicologica, di barriere emotive e di gestione di figli di precedenti matrimoni, con qualche rischio di lacrimuccia qui e là.
In ogni caso i fondamentali ci sono: due amiche, un meraviglioso negozio di articoli per la casa (ci siamo capite, no? Cuscini, biancheria, decori, scatole, candele: tutto quell’armamentario meravigliosamente inutile che fa brillare gli occhi al solo immaginarlo), una libreria che è esattamente come vorrei fosse la mia se ne avessi una (e guarda caso a mandarla avanti è una tizia che si chiama Anna), diverse tipologie di cani, tazze di tè a profusione e una lunga lista di titoli di libri per ragazzi che appena finisco di scrivere queste righe comincerò a cercare online.
Poi è chiaro: non è che stiamo parlando di Alta Letteratura, però nel suo genere fa la sua bella figura. Un libro per signore che potrebbe piacere a chi ha apprezzato Le amiche del venerdì sera e che piacerà a Lazzìa.
Le note sull’autrice ci dicono che “Lucy Dillon divide la sua vita fra Londra e la Wye Valley, dove ama passeggiare con i suoi basset hound Violet e Bonham”. E questo, come voi mi insegnate, ha la sua maledetta importanza.
Adesso però ci vuole la Kinsella: decisamente più vicina al Nulla.

Anna LittleMax Massimino