Lezioni americane – Italo Calvino

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Con reverenza, emozione, gratitudine e inadeguatezza mi provo a descrivere questo libro così piccino e così immenso da turbare, tentando con le mie povere, tremebonde parole di avvicinare la Grandezza.
5 “valori o qualità o specificità della letteratura”:
leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità.
Forse sono intrisa del pessimismo dell’età alquanto adulta ma mi pare di notare in giro, in televisione, in alcuni degli uomini e delle donne che ci dovrebbero essere d’esempio e di guida, una povertà, una mediocrità, una miseria di linguaggio e di pensiero che mi affanna, mi inquieta, mi stranisce, mi sconvolge. E credo sempre di più nella potenza della cultura, dello studio, della Letteratura come antidoto all’arraffazzonata carenza di significati, alla violenza, verbale e non, ai proclami vuoti e agli strilli sguaiati che odo da più parti. Conoscere aiuta a comprendere, noi stessi e gli altri, sfida la tracotanza e invita alla riflessione.
E allora ecco:
un detenuto rinchiuso in gabbia per anni e poi improvvisamente portato davanti all’oceano;
una formica che abbia conoscenza solo del suo mucchietto di terra e dei suoi cunicoli, trasformata magicamente in aquila, libera di lanciare il suo sguardo verso l’orizzonte;
una casina soffocata da grattacieli cui si attacchino centinaia di palloncini e si libri nell’azzurro;
il principe Andrej che, ferito, dopo il fragore della battaglia si sveglia nel silenzio e osserva la profondità, l’incommensurabilità del cielo.

Eccola, la Letteratura, eccola la conoscenza. Una serie di mondi, di possibilità, di spazi stellati, di lune e pianeti che si aprono innanzi a noi.
Lui ce li racconta in un modo che io di certo non so dire, facendoli scintillare di una luce sfavillante.

Così tra questa immensità s’annega il pensier mio
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

stefania lazzìa

DESCRIZIONE

Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio è un libro basato su di una serie di lezioni preparate da Italo Calvino nel 1985 in vista di un ciclo di sei lezioni da tenere all’Università di Harvard, nell’ambito delle prestigiose “Poetry Lectures” – intitolate al dantista e storico dell’arte americano Charles Eliot Norton. Il ciclo, previsto per l’autunno di quello stesso anno, non si è mai tenuto a causa della morte di Calvino avvenuta nel settembre 1985.

Alla data della morte, l’autore aveva terminato tutte le lezioni tranne l’ultima. Il libro fu pubblicato postumo nel 1988. Quando Calvino morì, non aveva ancora pensato a un titolo italiano. La moglie Esther Judith Singer racconta che «aveva dovuto pensare prima al titolo inglese, Six Memos for the Next Millennium, ed era il titolo definitivo». La prima edizione post mortem uscì infatti in inglese. Il titolo Lezioni americane deriva dal modo in cui Pietro Citati, che era solito visitare in quell’ultima estate lo scrittore ligure, aveva l’abitudine di chiamarle.

Le Lezioni americane offrono una serie di appunti utili per orientarsi nelle trasformazioni che apparivano davanti agli occhi dello scrittore. L’informatica dei suoi anni era ancora configurata all’ambito numerico; ma Calvino ci offre spunti che vanno ben al di là di queste applicazioni. In tutte le Lezioni Calvino sottolinea la sua predilezione per testi brevi. Inoltre, Calvino offre suggerimenti meno ovvi, come quello della scrittura come sistema di controllo, e ancora, sottolinea l’importanza del ritmo, anche nelle narrazioni in prosa.

Ogni lezione prende spunto da un valore della letteratura che Calvino considerava importante e che considerava alla base della letteratura per il nuovo millennio. L’ordine delle lezioni non è casuale; segue, infatti, una gerarchia decrescente; si comincia dalla caratteristica più importante (la leggerezza) e si procede con la trattazione di quelle meno essenziali.

  1. Leggerezza
  2. Rapidità
  3. Esattezza
  4. Visibilità
  5. Molteplicità
  6. Coerenza (solo progettata)

(Wikipedia)

lezioni americane1

Italo Calvino – Marcovaldo #ItaloCalvino

Marcovaldo

I rumori della città che le notti d’estate entrano dalle finestre aperte nelle stanze di chi non può dormire per il caldo, i rumori veri della città notturna, si fanno udire quando a una cert’ora l’anonimo frastuono dei motori dirada e tace, e dal silenzio vengon fuori discreti, nitidi, graduati secondo la distanza, un passo di nottambulo, il fruscio della bici d’una guardia notturna, uno smorzato lontano schiamazzo, ed un russare dai piani di sopra, il gemito d’un malato, un vecchio pendolo che continua ogni ora a battere le ore. Finchè comincia all’alba l’orchestra delle sveglie nelle case operaie, e sulle rotaie passa una tram.

Italo Calvino – Marcovaldo

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Raccolta di racconti surreali il cui protagonista, Marcovaldo, è un operaio con moglie e quattro (mi pare) figli che fa di tutto per tirare avanti la carretta non senza cinismo e disillusione nei confronti di un mondo industrializzato che non ti regala nulla.
Si ride ma spesso sono risate amare.

massimo arena

Descrizione

Marcovaldo ovvero Le stagioni in città è una raccolta di venti novelle di Italo Calvino, alcune delle quali già uscite ad episodi sulle pagine de “L’Unità”, organo editoriale del Pci, all’epoca in cui ancora Calvino ne era un militante. La prima edizione fu pubblicata nel novembre del 1963 in una collana di libri per ragazzi dell’editore Einaudi.

Il sottotitolo Le stagioni in città si rifà alla struttura dei racconti, associati ognuno ad una delle quattro stagioni dell’anno. Protagonista di tutti i racconti è Marcovaldo, un manovale con problemi economici, ingenuo, sensibile, inventivo, interessato al suo ambiente e un po’ buffo e malinconico.

“Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto.”