Richard Ford – Rock Springs #RichardFord

“Cominciavo a pensare a Rock Springs nel modo in cui sapevo che avrei sempre pensato a lei, un’ignobile città piena di delitti e di puttane e di delusioni, il posto dove una donna mi aveva abbandonato”.
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E visto che sono nel periodo Richard Ford, aggiungo anche questo Rock Springs alla mia lista.
Si tratta di una serie di dieci racconti ambientati in Montana. L’atmosfera del libro è cupa, i personaggi sono spesso perdenti, disillusi. La violenza è latente, l’odore di birra rancida che arriva dalle lattine vuote gettate sul sedile posteriore dell’auto si sente fino qui. I fucili sparano su anatre e cervi, si accaniscono nell’euforia della caccia. Forse per non dover sparare su esseri umani, come si vorrebbe. Per alcuni dei protagonisti ci sono cambiamenti all’orizzonte, ma si ha l’impressione che il cambiamento sarà solo una variante della stessa infelicità. Come se i confini del Montana fossero irraggiungibili, come se non si potessero superare e andare oltre. Verso un’altra vita.

Magistrale Ford. Dieci piccole perle.

Anna LittleMax

DESCRIZIONE

Un Montana freddo e inospitale dove le miniere di carbone si sono esaurite, il boom immobiliare è solo un ricordo e trattori solitari vagano nell’ombra della sera. In questo luogo, così lontano dalle mille luci di Manhattan, Richard Ford ambienta storie di persone comuni sorprese in quell’attimo di stupita sospensione che precede un mutamento decisivo. Dieci racconti sapientemente cesellati, insieme lirici e realistici, commoventi e spiritosi. Rock Springs,diventa teatro simbolicamente importante che fa dei 10 racconti di Ford un corpo unico per colori ed intenti narrativi, probabilmente ed inconsapevolmente in noi alimenta proprio quel “mito americano on the road” che il cinema ci ha aiutati a costruire.
L’autore coglie i paesaggi rurali del Montana e quelli delle desolate highways come uno spunto perfetto per raccontare vite sgangherate, famiglie distrutte, figli abbandonati. Non mancano la miniera d’oro, il ladro di automobili, militari ripresi a gozzovigliare, coltivatori di terre difficili e spesso ingrate a causa del clima, vagabondi.

 

Richard Ford – Sportswriter #RichardFord #Sportswriter

“Mi chiamo Frank Bascombe. Faccio il giornalista sportivo. Da quattordici anni vivo qui, al 19 di Hoving Road, a Haddam, New Jersey, in una grande casa Tudor che ho comprato dopo aver venduto un libro di racconti a un produttore cinematografico. Mi aveva reso un mucchio di soldi, allora, e sembrava che la cosa avrebbe garantito una vita piacevole a me, a mia moglie e ai nostri tre bambini, due dei quali non erano ancora nati. Che cosa fosse esattamente quella vita piacevole che mi aspettavo, non saprei proprio. Comunque, non direi che non ci sia stata. È solo che sono successe tante cose da allora.”

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Frank Bascombe è un tipico americano di provincia. Vive nel New Jersey, quarantenne, divorziato, fa il giornalista sportivo, lavoro a cui è approdato per caso dopo il tentativo fallito di fare lo scrittore.
Non ha una gran voglia di lavorare, di intrattenere relazioni sia con gli amici che con qualche ragazza con cui ha tiepidi rapporti.
La morte del figlio maggiore, pur con tutto il dolore immaginabile, non lo scuote dall’apatia, continua a fare le cose con poco interesse, intrattiene rapporti personali con noncuranza; anche con gli altri 2 figli ha un rapporto spento. Quella di Frank è una strana solitudine: in fondo attiva, affollata di ordinarie follie e fatti ordinari, e anche di persone. I due figli, le due ex mogli, i pochi amici, gli incontri con i clienti e le persone che va a visitare quando fa del volontariato. Si sente vulnerabile, è vero, oltre che solo, e prova a tamponare il dolore, il disagio per riuscire a vivere il meno peggio possibile, ad avvicinarsi di nuovo alla felicità, rasentarla ancora per qualche anno, quella felicità che sembra persa per sempre.
Insomma, fino alla fine del romanzo non sappiamo cosa sarà di lui che si è stancato del lavoro, degli amici, delle amanti, mentre sta a crogiolarsi con idee che ha per il suo futuro ma che non realizzerà mai.
Ci prova, sempre senza convinzione.
Romanzo molto malinconico, intriso di solitudine.
Ford, che non conoscevo, scrive, forse per l’argomento che tratta, in modo volutamente piatto. Ci sono momenti un po’ pesanti, ma mi è piaciuto.

Raffaella G.

DESCRIZIONE

In un normale week-end di Pasqua, Frank Bascombe – un uomo ancora giovane che ha rinunciato al mestiere di scrittore per diventare giornalista sportivo – incontra la sua ex moglie sulla tomba del loro primogenito, Ralph, come usano fare in occasione del suo compleanno da quando è morto. Bascombe, prima della tragedia e del conseguente divorzio, si era sistemato, aveva preso moglie e si era trasferito in una grande casa nella piccola città di Haddam, in New Jersey. Desiderava una vita piacevole, tranquilla nelle sue ripetitive abitudini, in un mondo provinciale al sicuro da scosse e preoccupazioni, come tanti altri americani middle class. Gli eventi però lo obbligano ad affrontare nuove e impreviste, talora drammatiche, situazioni. Bascombe si attiene ai nudi fatti, narra con levità e ironia, ma dovrà rivedere il suo passato considerando sotto un’altra luce la banalità e quotidianità della propria vita.