Ho paura torero – Pedro Lemebel #PedroLemebel

TERZO LIBRO

Un libro ambientato nel passato

hopauratorero

Ho paura torero. Ho paura che stasera il tuo sorriso svanisca“: tre parole d’ordine per creare sovversione, poesia e amore. Nella Santiago del 1986, dopo più di un decennio di terrore e repressione, un gruppo di ribelli, noto anche come Fronte patriottico Manuel Rodriguez, organizza l’attentato al dittatore. Nell’intimità della casa all’angolo della “fata”, il protagonista di questo romanzo, un emarginato omosessuale e travestito di mezza età, che ammaliato dalla bellezza del giovane universitario-guerrigliero, Carlos, offre la sua casa come rifugio per gli “universitari”.
Ci sono tre livelli che Lemebel intreccia con sapienza nel romanzo:

n•1 il brusio di fondo di cui non abbiamo una chiara visione, ovvero il dissenso sotterraneo che porta al rovesciamento della dittatura di Pinochet, il disagio di una società soffocata che non trova modo di esprimersi e che rappresenta quindi il “rumore bianco”che si sente nel romanzo
n•2: la dissacrante visione del mondo della Fata e del suo circolo di amici/amiche, come un cicaleccio che con fragore irrompe nel quotidiano ma a cui ci si abitua: puó essere volgare, ignorante, esplicito, ma mai scontato, perché questo tono della narrazione è volutamente spiazzante e compare laddove non lo si aspetta, magari dopo qualche riga piena di suspance, giusto per non essere prevedibile.
n•3: l’amore non corrisposto, che è il tema principale, un inno alla gioia che la fata dedica a Carlos, un ragazzo con la metà dei suoi anni e eterosessuale, insomma un disastro annunciato. Eppure è un amore che riempie le pagine e gli occhi e Lemebel é proprio bravo a descrivere quelle piccole e improvvise scosse di gioia che riempiono l’innamorato quando l’oggetto della propria adorazione è a portata di mano. Chi non ha mai avuto le farfalle nello stomaco? Ma mai così forti e mai così poetiche. Che belle pagine piene di poesia, così fragili e alla ricerca di una leggerezza che si pensava perduta a una certa età e invece poi ritrovata e fantasticata grazie al fortuito incontro col “torero”. Forse aveva ragione Kavafis: “Un poeta ha detto: la musica più dolce è quella che non si può sentire. E io credo che la vita migliore sia quella che non si può vivere“. E forse gli amori più belli sono quelli sognati. Lemebel non chiude invocando un senso: lascia i personaggi in balia di un destino non definito, senza aver completato le proprie missioni e senza aver consumato i propri amori. Solo tre parole per dimostrare il proprio valore, mentre si aspettano tempo migliori, mentre la ribellione infuria e il polverone è ormai sollevato, parole eroiche e poetiche, parole fatte di terrore e amore: ho paura torero.

Stefano Lillium

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Libri 2016, una selezione #libri2016

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Mi piacerebbe stupirvi per il post di fine anno con una sfolgorante maturità di stile e di prosa, ma la realtà è che mi è difficile fare i consuntivi perchè non sono tanto capace di parlare in tre righe di un libro. Userò aggettivi random e spernacchianti spigolature (ma magari!). Tra le mie letture di quest’anno ne ho estrapolate 15 di vario genere, tutte dalle 4 stelle verso l’infinito e oltre.

Ps. Quando scrivo nella recensione “miglior libro dell’anno” intendo ovviamente del mio anno di letture, non del 2016 tout court e rien ne va plus.

  1. The Power of the dog – Don Winslow Ma che si può dire di un libro così? Winslow lascia nella polvere qualsiasi scrittore gli stesse alla pari (salviamo Ellroy) e produce un capolavoro, un’epica epopea della droga in America (inteso come continente, non solo USA). Tutto finisce nel sangue. Se non l’avete ancora letto, Gesù piange.
  2. Alex – Pierre Lemaitre Miglior thriller dell’anno, e autore rivelazione per me. Ero stanca dei soliti gialli asfittici e mal scritti, questo è adrenalico, trama imprevedibile, personaggi vivi e scrittura buona. Consigliatissima la serie, è il secondo di una trilogia, meglio iniziare dal primo perchè qui ci sono spoiler.
  3. Joyland – Stephen King Il miglior Stephen King dell’anno. Il Re può raccontare storie di nostalgia come nessun altro, e qui lo fa benissimo. E inventa anche un linguaggio, per strada. Consigliato anche a chi rifugge l’horror, è molto delicato e godibile. “You think Okay, I get it, I’m prepared for the worst, but you hold out that small hope, see, and that’s what fucks you up. That’s what kills you.”
  4. East of Eden – John Steinbeck Questa è la quinta o sesta rilettura, per me. E’ tutto. Non metto libro dell’anno solo perchè è il libro di una vita, è fuori concorso. Timshel.
  5. Olive Kitteridge – Elizabeth Strout Grande scrittura, così perfetta che quasi non la noti. Quasi. Grande romanzo. Olive vive dolorosamente, con rabbia, e imprescindibile onestà.  “Well, widow-comforter, how is she?” – Olive spoke in the dark from the bed.“Struggling” – he said.“-Who isn’t.”
  6. Poesie Rabindranath Tagore Nel mio viaggio intorno al mondo, mi sono fermata più volte da Tagore, poeta indiano premio Nobel nel 1913. “La luce della tua musica illumina tutto il mondo”.
  7. Ho paura torero – Pedro Lemebel Breve storia colorata e lieve di un amore non corrisposto tra un travestito che invecchia e un giovane radicale nel Cile di Pinochet che si avvia al decadimento. Scrittura ricca, poetica, particolare.
  8. Maximum City – Bombay lost & found – Suketu Mehta miglior resoconto giornalistico. Non è un libro perfetto ma il racconto che ne esce di Bombay città lo è: sporca, zozza, lasciva, vecchia, moderna, crudele, appassionata, fatalista. E’ una fatica finirlo ma lo sguardo che se ne ricava sulla metropoli è impagabile.
  9. I fratelli Ashkenazi – Israel J. Singer Romanzo storico e sociale, potente saga familiare che affronta l’ascesa verso il capitalismo di una famiglia di ebrei ultra ortodossi nella Polonia di fine Ottocento. “Sappi di dove vieni, da una goccia puzzolente. Sappi dove vai, in un verminaio.”
  10. In cold blood – Truman Capote Scrittura perfetta, che evoca incredibile empatia sia per le vittime che per i carnefici. Narrazione che trascende le vicende di cui narra, per portarci nella natura della violenza umana. “I thought that Mr. Clutter was a very nice gentleman. I thought so right up to the moment that I cut his throat.”  
  11. The Passage – Justin Cronin Miglior libro di avventura dell’anno, per me. Mega romanzo apocalittico che mischia vari generi, scrittura adrenalinica, trama tutto sommato non scontata. E’ il classico libro nel quale si applicano i principi della dinamica, sono 800 pagine di tomo ma parte così a razzo che poi il momento ti trascina per tutto il romanzo anche nelle rare parti meno riuscite. “What strange places our lives can carry us to, what dark passages.”  
  12. The Goldfinch – Donna Tartt Scritto meravigliosamente, lunghissimo, a tratti pare collassare sotto il proprio peso. Ma rimane una grande, bellissima lettera di amore sull’arte e sull’importanza che questa ha nelle umane vicende. Gli uomini creano l’arte, ed è l’arte a renderci divini. “We have art in order not to die from the truth.”  
  13. Just Kids – Patti Smith Una relazione giovane, onesta, appassionata tra due ragazzi nell’epica New York degli anni 70, artisti in divenire before the fame. Metà bohème, metà punk rock. Bellissimo, poetico, nostalgico, innocente e pulito nonostante si parli di sesso, droga e rock’n’roll.  “So my last image was as the first. A sleeping youth cloaked in light, who opened his eyes with a smile of recognition for someone who had never been really a stranger.”  
  14. The Brooklyn Follies – Paul Auster Romanzo intelligente, appassionato, coinvolgente, esuberante, un inno alle glorie e al mistero delle umane vicende, al potere della letteratura, alla vita e alle aspirazioni di ogni uomo comune. “One should never underestimate the power of books”.
  15. Plainsong – Kent Haruf  Chiudo con quello che per me è il libro dell’anno, parlando di prima lettura. Toccante romanzo corale, esistenze tribolate, caratteri tenaci nelle grandi pianure a est di Denver. Vite e visioni di vita che trascendono le condizioni tristi, le difficoltà, i tradimenti e le crudeltà degli uomini, perchè si può sempre rimanere umani, nonostante tutto. Mi è piaciuto perchè in un anno per me difficile mi ha dato speranza, e a volte basta questo.

Lorenza Inquisition