Treno di notte per Lisbona – Pascal Mercier #recensione

« Non vorrei vivere in un mondo senza cattedrali. Ho bisogno dello splendore delle loro vetrate, della loro fresca quiete, del loro imperioso silenzio. Ho bisogno del diluvio di suoni dell’organo e della sacra devozione degli esseri umani. Ho bisogno della sacralità delle parole, della sublimità della grande poesia. Ho bisogno di tutto questo. Ma ho bisogno parimenti della libertà e dell’avversione nei confronti di ogni forma di crudeltà. Perché l’una è niente senza l’altra. E nessuno si sogni di costringermi a scegliere. »

Qualsiasi cosa io possa scrivere a proposito di questo libro non riuscirà a rendergli merito. Del resto, come dice l’autore: “Delle mille esperienze che facciamo, riusciamo a tradurne in parole al massimo una e anche questa solo per caso e senza l’accuratezza che meriterebbe. Fra tutte le esperienze mute si celano quelle che, a nostra insaputa, conferiscono alla nostra vita la sua forma, il suo colore e la sua melodia”.
Insieme a “Voci del verbo andare“, questo Treno di notte per Lisbona è il libro più bello letto quest’anno.
Non ci si deve far ingannare dalla quarta di copertina e dalle prime pagine che portano ad aspettarsi una storia d’amore del genere “alla ricerca della bella sconosciuta”.
È tutt’altro. È pura, lenta, avvolgente poesia.
“Al mondo esistevano solo tre cose, diceva sempre: brama, piacere e sensazione di essere al sicuro. E tutte erano caduche. La più fuggevole di tutte era la brama, poi veniva il piacere e a anche la sensazione di essere al sicuro, di essere al riparo confidando in qualcuno, prima o poi era destinata a infrangersi. Le prove cui ci sottopone la vita, tutte le cose con le quali dobbiamo fare i conti erano, a suo dire, troppo numerose e potenti perché i nostri sentimenti ne potessero uscire indenni. Per questo la lealtà era preziosa. Non era, così pensava, un sentimento ma un atto di volontà, una decisione, una presa di posizione dell’anima. Qualcosa che trasformava la casualità degli incontri e la casualità dei sentimenti in necessità. Un soffio di eternità, diceva, solo un soffio, ma pur sempre un soffio di eternità”.

Consiglio la lettura di questo libro a chi ama riflettere sulla vita reale e sulle vite possibili, una lettura lenta e profonda, un bellissimo racconto nel racconto.

Anna LittleMax

L’arte di ottenere ragione – Arthur Schopenauer #Schopenhauer

schop

Libro n•22_ un libro scritto più di 200 anni fa (decennio più, decennio meno)

A metà tra un corso di autodifesa e le lezioni di duellaggio di Piton in Harry Potter, qui Schopenhauer si propone di insegnare il modo di procedere della naturale prepotenza umana, che nella sua vanità, quando trova divergenza tra i propri pensieri con quelli altrui, cerca un modo per di attribuire l’errore fuori di sè. Breve e incisivo: 38 modi per sapersi difendere dalle prepotenze eristiche che prima o poi ci troviamo ad affrontare nella vita sociale. Un modo divertente di chiudere la challenge 2016.

Stefano Lillium