A letter to America from Leslie Knope #America #LeslieKnope

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Cara America,

in mezzo alla confusione, e disperazione, e incredulità, una cara amica di cui non farò il nome (Ann. E’ stata Ann) mi ha suggerito che forse qualcuno avrebbe avuto piacere di leggere il mio pensiero su queste elezioni. Così mi sono seduta al computer, schiarita la mente, e ho aperto un documento. E sono scoppiata a piangere. Così mi sono fatta una cioccolata calda, e una mia cara amica (Ann) mi ha massaggiato la schiena e dopo un po’ mi sono ripresa, e seduta di nuovo al computer.

Quando ero in quarta elementare, la mia insegnante Mrs. Kolphner ci ha tenuto una lezione sugli studi sociali. Nella nostra classe c’erano 17 studenti, e ci furono presentati due personaggi di cartone che rappresentavano i nostri candidati immaginari: una tartaruga dall’aria un po’ studiosa di nome Greenie, e un giaguaro davvero in gamba che si chiamava Speedy. Il mio compagno di classe Rick Dissellio lesse un discorso da parte di Speedy, in cui il giaguaro prometteva che, se eletto, avrebbe anticipato l’orario di chiusura della scuola, avrebbe aggiunto un intervallo extra, e fornito illimitate quantità di pranzi di cioccolato pizzandy (ai tempi, una rara delicatezza locale di Pawnee: una pizza fritta la cui crosta era di cioccolato). Poi è stato il mio turno di leggere il discorso per Greenie, che prometteva di andare piano ma costante, di pensare sempre ai problemi della nostra scuola, e di fare del suo meglio per cercare di risolverli in un modo che ne beneficiassero più persone possibile. Poi Mrs. Kolphner ci ha fatto votare per chi avrebbe dovuto essere eletto Presidente di classe.

 Mi sa che sapete dove sta andando a finire questa storia.

Ma non è vero, non lo sapete. Perchè prima che votassimo, Greg Laresque chiese se poteva nominare un terzo candidato, e Mrs. Kolphner disse: “Certo! L’essenza della democrazia è che chiunque…” e Greg la interruppe senza lasciarla finire e disse: “Nomino un T.Rex che si chiama Dottor Scoreggione, che ha gli occhiali da sole e suona il sassofono, e il suo piano è di scoreggiare il più possibile e mangiare tutti gli insegnanti!” e tutti risero, e prima che Mrs. Kolphner potesse sbattere le palpebre il T.Rex Dottor Scoreggione era stato eletto Presidente della Scuola Elementare di Pawnee in una vittoria schiacciante alla Reagan 1984, con il mio solo voto per la Tartaruga Greenie a interpretare il solitario ruolo del Minnesota.

Finita la scuola, ero inconsolabile. Quando gli altri bambini furono usciti, Mrs. Kolphner mi mise un braccio intorno alle spalle, mi disse che avevo fatto davvero un bel compito nel rappresentare Greenie. Tra le lacrime mi ricordo che chiesi: “Esattamente, bello come?”, e lei rispose: “Sei stata proprio brava”. E io: “Ma quanto brava…?” e lei sospirò e andò a prendere una delle stelle d’argento che dava ai bambini che avevano lavorato bene. Mentre la aggiungevo piangendo al mio Diario delle Stelle Argentate, mi chiese cosa mi avevo sconvolto di più.

“Greenie era il candidato migliore” – dissi. “Avrebbe dovuto vincere”.

Lei annuì.

“Penso che questo sia il punto della lezione” – dissi.

“Oh no” – rispose lei. “La morale di oggi è che la gente è imprevedibile, e che la democrazia è insensata”.

Winston Churchill una volta disse: “La democrazia è la peggior forma di governo, a parte tutte le altre forme che comunque sono state già provate”. Ripensandoci, questo sarebbe stato forse un modo migliore e più conciso di arrivare alla questione che il mio lungo aneddoto su Mrs. Kolphner.

Ma il punto è questo: la gente che prende le proprie decisioni in libertà è, a conti fatti, meglio di un autocrate che decide per loro. E’ solo che a volte quelle decisioni sono sbagliate, o controproducenti, o esasperanti, e un giorno in cui ti sei svegliata per infilarti nel tuo miglior Tailleur della Vittoria dopo aver speso un’incredibile somma di denaro in decorazioni per la casa con bandierine americane e cartonati a misura d’uomo di suffragette, in anticipazione di celebrare uno storico momento di avanzamento per le pari opportunità tra uomini e donne, per finire metaforicamente divorata da un gigante T.rex scoreggione.

Come tutti, affronto le tragedie processandole attraverso le cinque fasi del lutto: negazione, rabbia, patteggiamento, depressione, e accettazione. La mia fase di negazione sulle elezioni è stata intensa. La mia rabbia (per citare Ron): significativa. Il mio patteggiamento è stato breve, ma creativo: ho offerto la mia anima, e quella di tutti i miei amici, in cambio di 60.000 extra voti in Milwaukee, a qualsiasi demone che avesse voglia di accettare (mi è stato detto che era un affare veramente terribile, ma al momento non mi interessava). Della mia depressione ho già parlato. Quindi arriviamo all’accettazione. Ed è qui che mi fermo.

No. Io non accetto.

Ammetto che Donald Trump è il presidente. Intellettualmente, capisco che ha vinto le elezioni. Ma non accetto che il nostro Paese sia sceso in quella broda vorticosa di odio e rancore in cui lui vive. Rifiuto a priori il concetto che ci siamo arresi per soccombere al razzismo, alla xenofobia, alla misoginia e al cripto fascismo. Non lo accetto. Lo rifiuto. E lo combatto. E lo farò oggi, e domani, e ogni giorno fino alle prossime elezioni, io rifiuto e combatto questo pensiero.

Lavoro duro, e penso, e incontro persone, e parlo con gente che la pensa come me, e ci sediamo a bere cioccolata calda (ne ho scorte intere), e facciamo piani. Pianifichiamo come dei pazzi bastardi. Dobbiamo capire come reagire, e fare del bene in questo mondo infuriante che costantemente vira verso il peggio. E saremo gentili l’uno con l’altro, e di sostegno delle idee proposte dal nostro gruppo, e faremo letteralmente di tutto, tranne accettare che questo sia il nostro destino.

 A lasciatemi dire qualcosa alle giovanni donne che stanno leggendo. Ciao, ragazze. Da parte di tutti gli adulti americani che tengono a voi e al vostro futuro, vidico che sono orribilmente dispiaciuta per come abbiamo miserabilmente mandato tutto a puttane. Abbiamo eletto un gigantesco T.rex scoreggione che non vi apprezza, non tiene a voi, nè vi pensa, a meno che non sia per scrutare i vostri corpi con i suoi raccapriccianti occhietti da T.rex, o per cercare di afferrarvi fisicamente come se foste un giocattolino regalatogli dal padre (o che gli sarebbe stato regalato, se suo padre lo avesse amato) (spiacente, ok, era un colpo basso) (ok, non è vero, non mi spiace. Sono incazzata, cavalco l’onda, e quindi statti zitto, super ego!). Il nostro presidente eletto è tutto ciò che dovreste aborrire e temere in un esempio di figura maschile. Ha passato la propria esistenza a dire a voi e a ragazze e donne come voi, che le vostre vite sono inutili, se non come oggetti sessuali. Vi ha degradato, sminuito, e messo in una piccola scatola dove potete essere guardate, ma mai ascoltate. Scappare da lì è il vostro lavoro, e quello di ragazze e donne come voi.

 Voi governerete questo Paese, e il mondo, molto presto. Perciò non ascolterete questo vecchio, nè uomini incubo dalle facce elastiche e dai capelli sale e pepe come lui quando proveranno a dirvi dove dovete stare o come dovete comportarvi o quello che potete o non potete fare coi vostri corpi, nè vi scoraggerete per i suoi regressivi farfugliamenti. Non avrete tempo per essere intimidite, perchè sarete troppo occupate a lavorare, imparare e comunicare con altre ragazze e donne come voi. E quando verrà il tempo, con un colpetto insignificante vi scuoterete di dosso la sua miserabile, gretta, misoginistica visione del mondo, come fareste con una mosca sull’insalta del vostro picnic.

Trump è il presente, purtroppo, ma non è il futuro. Voi, siete il futuro. La vostra forza è moltiplicata per milioni, rispetto alla sua. Il vostro potere lo supera per miliardi.

Riconosciamo questo risultato elettorale, ma non lo accettiamo. Lo supereremo, e lo sconfiggeremo.

Ora cercatevi una squadra, e mettetevi al lavoro.

Con amore,

Leslie

http://www.vox.com/first-person/2016/11/10/13580582/leslie-knope-donald-trump.

Leslie Barbara Knope is a fictional character and the protagonist of the NBC comedy Parks and Recreation. She is portrayed by Amy Poehler. It is implied that she later becomes the President of the United States. The Parks and Recreation character is a cult figure, and the show also played host to a cameo from Michelle Obama, as well as being considered part of a new wave of shows with powerful female leads.

 

Le regole della casa del sidro – John Irving #JohnIrving

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Mi trovo un po’ in difficoltà a recensire questo libro, perchè so che è molto amato, e generalmente considerato un capopopolavoooooro. Io, se devo essere sincera, la prima parola che userei per descriverlo a qualcuno è: palloso. E subito dopo, di misura, deprimente. Proprio a voler essere buona, tristanzuolo, toh. Ciò comunque non vi deve significare che l’abbia trovato brutto, anzi. C’è molto in quest’opera, tragedia, disadattamento, complicazioni amorose e sessuali, interazioni in diverse classi sociali e razze. Irving è scrittore di alta scuola, i personaggi orchestrati magnificamente, lo stile è ricco e descrittivo, e nonostante il difetto di progredire così lentamente che a un certo punto la terra ti supera ruotando mentre tu arranchi al paragrafo seicentoventitrè, non posso in coscienza assegnargli meno di tre stelle e mezzo. Ma tuttavia sia messo agli atti che ho faticato come un cammello, in certi punti.

Il racconto, storicamente, è interessante, anche se sviluppato in modo lento e discontinuo: ambientato in un periodo che va dagli ultimi anni dell’800 fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale, ruota attorno a un orfanotrofio di una sperduta parte del Maine. Qui il dottor Larch, il vero protagonista, pratica aborti – nonostante sia illegale – a causa dell’orrore dei macellai che lo praticano in clandestinità, e anche per via della vita miserabile che vede condurre ai bambini dell’orfanotrofio. Homer Wells, uno degli orfani, l’altro protagonista, finisce per diventare il pupillo del dottore e la sua speranza per il futuro dell’istituto per quando lui andrà in pensione, o morirà. Homer, una volta cresciuto, andrà però via per esplorare il mondo, le relazioni umane e di classe, per costruirsi un nuovo futuro; ma alla fine, dopo anni di separazione, tornerà per prendere il posto del dottore. Homer comunque non mi piace, è una specie di ameba, un gigantesco uomo BLAH. Ma proseguiamo.

I temi principali del libro sono l’aborto, l’autodeterminazione, e il desiderio di trovare un significato alla propria esistenza, e in generale di porsi domande su ciò che è giusto e sbagliato. La questione che assegna il titolo al romanzo ne è un esempio: nel frutteto dove va a lavorare Homer quando lascia l’istituto, è esposta una lista di regole che i braccianti stagionali sono tenuti ad osservare, per esempio non andare sul tetto del caseggiato, non fumare, non bere. Queste regole sono state decise dalla proprietaria, una signora bianca, che non sa che i braccianti, i Negri come vengono chiamati, non sono nemmeno capaci di leggere. Quindi le regole vengono ogni volta affisse, e ogni anno puntualmente disattese. Le regole, le leggi, esistono per delle ragioni, ma al tempo stesso ognuno vive anche secondo quelle che si è creato secondo coscienza. Quindi quali dobbiamo seguire? è giusto poter scegliere? Il dottore, per esempio, impara a piegare la legge antiabortista per dei suoi motivi, in fondo etici. E Homer, d’altronde, apprende da giovane come sia importante che ci siano delle leggi per regolare il vivere umano e civile, così come da adulto capisce che è normale porsi delle domande sul senso di alcune di queste leggi.

Per quanto riguarda il tema dell’aborto, entrambe le posizioni pro e contro vengono affrontate, cercando di dare un punto di vista umano e non fanatico-religioso.

Credo veicoli in modo simpatetico il messaggio che in quel tempo e in quel luogo (o in un luogo in cui le leggi degli uomini non lo abbiano ancora legalizzato) fosse (sia) moralmente necessario per un dottore contravvenire alla legge e praticare aborti, lasciando che la compassione per le madri (spesso incinte perchè vittime di violenza, o con gravi problemi di salute, o con vite in condizioni di orribile indigenza) prevalesse sulla sopravvivenza dei nascituri.

Tutta questa parte è interessante, luuuuuunga, e drammatica. Vi sono interi paragrafi dedicati alla descrizione delle varie pratiche di aborto, sia clandestine che legali; dettagliate mappature di feti formati e non, mucose, organi di riproduzione, forcipi e raschiamenti. Lo sottolineo perchè ogni donna ha una sua sensibilità su questo particolare argomento; e per quanto io non mi senta specialmente vulnerabile, penso sia impossibile non provare una certa angoscia in certi punti.

John Irving ha un dono per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi (su tutti ho trovato spettacolare il dottore), hanno contesto e personalità, vitali, sinceri, fallaci, gioiosamente (o tristemente) umani. In questo libro, come dicevo, ha scelta meno felice per quanto riguarda il ritmo del racconto, e in genere per la storia stessa: trame, sottotrame, dialoghi che a volte non portano a nulla, rivelazioni che non arrivano nonostante una premessa di decine di pagine. C’è un omaggio letterario molto marcato lungo tutto il romanzo, sia a Dickens che a Charlotte Bronte, autori che i personaggi leggono e rileggono ossessivamente.

Infine, non so se consigliarlo o meno: è un libro che fa riflettere e pensare, che ha grandi personaggi e anche qualche grosso difetto. In America è considerato ormai un classico, ma forse se non si è letto mai niente di Irving non è da usare come inizio, il suo stile di scrittura non è esattamente cristallino. Certamente dice qualcosa dell’autore il fatto che nonostante per pagine su pagine arrancassi sperando di intravedere la luce in fondo al tunnel, costringa comunque ad andare avanti perchè il protagonista ti è entrato così sottopelle che devi sapere come sta e come finirà. Ed è comunque un libro che non dimenticherò. Ma il pensiero di rileggerlo mi causa turbamenti al sistema nervoso simpatico, che non so esattamente dove stia e cosa faccia, ma mi si turba.

Lorenza Inquisition

“Dr. Larch pointed out that Melony had taken Jane Eyre with her; he accepted this as a hopeful sign- wherever Melony went, she would not be without guidance, she would not be without love, without faith; she had a good book with her. If only she’ll keep reading it, and reading it, Larch thought.”

“Because abortions are illegal, women who need and want them have no choice in the matter, and you – because you know how to perform them – have no choice, either. What has been violated here is your freedom of choice, and every woman’s freedom of choice, too. If abortion was legal, a woman would have a choice- and so would you. You could feel free not to do it because someone else would. But the way it is, you’re trapped. Women are trapped. Women are victims, and so are you.”