Tempi glaciali – Fred Vargas #fredvargas

vargas

Premesso che ho atteso con ansia l’uscita dell’ultimo libro della Vargas, pregustandone la lettura nelle calde sere estive, premesso che mi sono prima riletti gli altri libri con Adamsberg protagonista, sono quindi arrivata alla prima pagina carica come come una mina e lì……….la fatica.
la fatica di leggere un libro che stenta a decollare, che non coinvolge più di tanto, che sì, ha i soliti amati personaggi di sempre ma a volte sembrano piazzati lì quasi per riempire spazi vuoti, e cristallizati in atteggiamenti predefiniti.
la trama non è particolarmente avvincente e dopo un mese circa che l’ho finito faccio fatica ( chissa perché questa parola ritorna spesso in riferimento a questo libro) quasi a ricordarmente i particolari mentre degli altri libri ricordo praticamente tutto. Me lo avevano detto che era un po’ più lento, un po’ più farragginoso ma io ero partita con l’entusiasmo di sempre. per la prima volta un libro della mia autrice preferita, di cui ho letto tutto, non mi ha rapita. Complicato più del dovuto, una certa macchinosità nella costruzione che risulta forzata;   certo, non è facile continuare a inventare storie originali, e qui la fantasia sembra in difficoltà, e anche i vari personaggi nelle loro stranezze cominciano a essere poco credibili, forzati.
In sintesi : forse chi si approccia per la prima volta ad Adamsberg può amarlo davvero (forse); chi come me ama appassionatamente quel personaggio si trova spaesato come se (metafora sentimentale) con l’amante con cui hai un rapporto da anni fantastico avessi un incontro, diciamo cosi sotto influenza entrambi e quindi non scocca la scintilla ma ci si impigrisce nel chiaccherare ( che oh Dio può essere certo piacevole, però… ci siamo capiti)

nicoletta

Fabio Geda – Se la vita che salvi è la tua #fabiogeda

*Dov’è la scaturigine dell’esistenza?*

cop1

La sorgente dell’esistenza. Ecco. La sorgente è Altrove, spesso, in un punto dello spazio, attraverso un accidente del tempo, nella direzione indicata da un quadro (o nella linea di un ponte, per alcuni; nel dondolio di alcune foglie, per altri; quelle cose che stai lì e le fissi e in qualche modo la tua vita finalmente e definitivamente indovina una consistenza diversa dello stare nel mondo). Le geografie da mettere a memoria per riconoscerla sono fisiche – confini e assenza di forze e polvere; sono morali – paure, abitudini, goffaggini emotive; sono IL viaggio – la fuga, il ritorno, la sete prima della meta.
La sorgente è un essere umano, il più delle volte, è gli esseri umani dei cui pezzetti ci scopriamo fatti, rifatti, messi insieme, immaginati.
La sorgente è la cazzo di speranza, ma se nessuno ti guarda e ti scopre e ti salva, se non ti lasci salvare, se non ti salvi, sei e resti un economico francobollo sulla cartolina della tua vita.

È stato bello passarci dentro. Grazie. Avevate tutti ragione.

rob pulce molteni