Money can’t buy happiness, but it allows one to endured unhappiness in relative comfort.
S. King, A face in the crowd.
Solo per completisti kinghiani, un racconto lungo che ha appena un paio di guizzi del Re.
Un vecchio pensionato che vive in Florida passa le sue serate da solo, consumando cene precotte davanti alla televisione mentre guarda partite di baseball. Una sera con suo estremo stupore gli pare di riconoscere tra la folla radunata allo stadio una persona del suo passato, una persona morta del suo passato. E la sera dopo ancora, e poi ancora. E ben presto mentre guarda altre partite le persone sono due, e poi tre, tutti lontani echi della sua vita, persone che non ha più visto da decenni, persone che sa per certo essere morte, da anni. E poi una bella serata, durante una partita…
E’ un racconto del 2012, quindi penso che prima o poi lo butterà in qualche raccolta, ma non c’è da strapparsi i capelli dalla fretta. Un tre, via. Non c’è niente di particolarmente buono in questo libro, ma neanche di brutto, peccarità.
E’ più interessante la storia della genesi di questa novella: Stephen King è grande appassionato di baseball, sport che ai miei occhi occidentali appare di una noia irrimediabile, magnificandone tra le virtù il fatto che può andare avanti per 5 ore a seguire una partita senza perderne il filo (se vabbè) e intanto riuscire pure a tessere qualche trama per i suoi libri. Durante una di queste partite gli venne l’idea primaria di questa storia, un uomo che vede alla TV un bambino che conosceva quando era piccolo, poi morto. E comincia poi a vedere altri del suo passato nel corso delle altre partite. Ma, racconta il Re durante la presentazione di Dr. Sleep a Savannah, la storia si è fermata qui, non so bene come andare avanti, tanto vale che la finiate voi.
Seriously.
Tra la folla alla presentazione c’era uno scrittore che aveva già collaborato con King alla stesura di un altro libro sul baseball (questo, tutto sul baseball, no horror, niente di niente signore pietà cristo pietà signore pietà) Faithful, che racconta la stagione del 2004 dei Boston Red Sox (signore la noia), tale Stewart O’Nan, che durante la rissa e i tafferugli che evidentemente saranno seguiti all’annuncio del Re, qua c’ho un racconto, chi lo vuole venire a prendere teh, ve lo regalo, supera con stile rollerblade gli astanti e si accaparra la vittoria e il malloppo, ed ecco perchè c’è il suo nome sul libro, stampato accanto a quello del Re, Dio salvi il Re.
He and Ellie had been married for forty-six years, through the good and the bad, and now he had no one who remembered any of it.

