Viaggio di nozze, Patrick Modiano

Come scritto qualche giorno fa, questo è il romanzo che per primo è scaturito dalla lettura dell’avviso di scomparsa di Dora Bruder. La trama è presto detta: il protagonista e io narrante si trova a Milano due giorni dopo il suicidio in albergo di una turista francese. La suicida è una donna che ha conosciuto tanti anni prima, e che ha lasciato una profonda impressione in lui. La narrazione si sdipana, da qui, raccontandoci l’incontro con quella donna e il suo compagno, la storia della coppia che si incontra a Parigi nel 1942, lui un borghese bien né, lei figlia di un medico ebreo, e lo scollamento progressivo del protagonista dalla sua vita in una banlieu parigina nebbiosa e grigia. L’intreccio risulta naturale, le atmosfere nostalgiche anche quando sono drammatiche, i frammenti di vita dei personaggi (fantasmi?) che abitano gli appunti del protagonista emanano tristezza, e il complesso “se tient” in una lettura che scivolerebbe via se, anche qui come in Dora Bruder, la resa dei tempi verbali non sembrasse poco curata o addirittura poco corretta. Manca qualcosa, ma non saprei dire cosa sia.

Maria Silvia Riccio

11012169_10153128184831926_5418295844778112563_n

Patrick Modiano – Dora Bruder

untitled

Dopo aver trascorso mezza giornata a deridere questo pover’uomo senza nemmeno sapere chi fosse (e la sostanza della presa in giro stava proprio in questo), ho pensato che il minimo che potessi fare per chiedergli scusa era leggere un suo libro. Non ho nemmeno dovuto faticare per decidere quale leggere perché al momento del mio ordine c’era un solo titolo disponibile tradotto in italiano, mentre a breve arriverà in libreria un discreto numero di altri libri (ma dai?! Ma davvero??).
Per cui eccoci qui, caro il mio premio Nobel.
La storia è molto semplice. Negli anni 90 Modiano legge per caso un vecchio annuncio apparso su un giornale di Parigi nel 1941. I coniugi Bruder cercano notizie della propria figlia quindicenne, Dora. Scomparsa.
Con quelle poche righe, con molta curiosità e infinita pazienza e a distanza di 50 anni, Modiano tenta di ritrovare le tracce di quella ragazzina di origine ebrea della quale sa solo il nome, il colore dei vestiti e un indirizzo di mezzo secolo prima. Parte della storia è documentata perché Modiano ritrova documenti che permettono di individuare Dora in alcuni momenti precisi di quell’anno. Ma molto è fatto di supposizioni, di immaginarie ricostruzioni, di penso, forse, chissà… tranne la fine della storia, che si chiude senza ombra di dubbi e di speranze ad Auschwitz.
È una piccola storia vera, una storia uguale a centinaia, migliaia di altre, che hanno riguardano tanti sconosciuti dei quali non si sa nulla se non che sono stati accumunati dalla stessa fine, in quei maledetti forni.
La lettura delle cento pagine di questo libretto non mi ha certo dato la risposta alla domanda “Si merita il Nobel o no?”. Non lo so, non ne ho idea. Però questo breve libretto, malgrado i lunghi elenchi di nomi impronunciabili e di date, mi ha emozionata in più momenti e mi ha fatto sentire brividi di pietà, di tristezza e di rabbia lungo la schiena.

Anna LittleMax Massimino