Roma capitale affamata, innamorata e viva.
Due bei viali mi si aprivano davanti, dopo aver terminato la lettura del Fabio: la prima, proseguire col Giappone (e ne avevo di suggestioni, proposte, possibilità in mente!); la seconda, continuare gli itinerari gastronomici consigliati dalla collana Edt “alla carta”.http://www.edt.it/aree/allacarta/
ammè piace leggere di viaggi e anche moltissimo di cibo, me gusta proprio, sicchè ho imboccato il secondo vialone.
dopo tokyo me sò fermata n’attimo nella mia città natale con Davide Enia e il suo Uomini e pecore. che dire? m’è uscita la lacrima nel mentre che si raccontava la preparazione e forse l’invenzione della carbonara…e non perchè sia un piatto molto che fa casa, nonnò. ma perchè i tre capitoli in cui si parla di piatti tipici romani (la carbonara, la coda, i carciofi alla giudia, le zucchine conciate e me fermo che è ora de cena e me sto a sentì male) sono così poetici che non so descrivere.
“per ogni uovo che la gallina le depositava in mano – Sta fija de na mignotta – recitava Gomena. Era il suo mantra. Prendeva la gallina, le metteva una mano sul petto, l’altra a coppetta sul culo, -Sta fija de na mignotta -, e l’uovo era pronto per essere bevuto.”
troppo delizioso, sto librino qua, ve lo consiglio assai parecchio. (e pure la carbonara e li carciofi alla giudia etc., ve consijo vivamente)
Stefania Lazzìa
