L’Eternauta – Héctor Germán Oesterheld (autore), Francisco Solano Lopez (illustratore) #Eternauta

L’Eternauta (001 Edizioni, 364 pp, 26 euro).

Un grande romanzo di Fantascienza e, nel contempo, un capolavoro del fumetto mondiale, che nasce dalla collaborazione di Héctor Germàn Oesterheld con Francisco Solano Lòpez, autore della parte grafica. Il protagonista, “El eternauta”, il vagabondo dell’infinito, è un uomo vissuto sulla Terra – per la precisione a Buenos Aires negli anni ’60 – obbligato a vagare nel tempo dopo aver combattuto insieme a un manipolo di concittadini contro un avanzatissimo esercito alieno che una notte d’inverno ha dato inizio all’invasione della Terra. L’elemento che caratterizza questa narrazione è la dimensione etica della lotta, assolutamente impari, di questo gruppo di persone comuni trasformate per necessità in combattenti per la sopravvivenza, protagonisti di una resistenza disperata, ma comunque irrinunciabile. Dietro la metafora dell’invasione aliena si cela la volontà dell’autore di denunciare la situazione politica del Sud America.

La prima edizione de El Eternauta è stata pubblicata in Argentina nel lontano 1957. A leggerla oggi ovviamente le tecnologie citate e alcuni riferimenti sono datati, ma non certo i disegni. Lopez è uno dei maestri del disegno argentino, senza pari per quanto riguarda plasticità delle figure, dinamismo dei chiaroscuri, chiarezza delle tavole.

Solo Lopez poteva riuscire a far trasparire l’orrore, la meraviglia, il panico controllato dei personaggi di Oesterheld con pochi tratti del volto, con il dilatarsi delle pupille; o comunicare il peso e la forza delle gigantesche bestie corazzate, tanto robuste da sopportare le cannonate dei carri armati.

I protagonisti poi sono tratteggiati mirabilmente: L’Eternauta, certo, vale a dire Juan Salvo, il protagonista, un uomo pronto ad affrontare l’impensabile pur di salvare la famiglia, e destinato sin dal principio dell’opera a diventare un vagabondo del tempo e dello spazio. Pablo, il giovane e coraggioso garzone di ferramenta, che perde la propria innocenza durante l’invasione aliena. Il giornalista e storiografo Mosca, conscio di stare assistendo alla fine del mondo eppure sempre ligio al dovere di documentarla.

E poi anche e soprattutto Favalli, il fisico, ingegnere fai-da-te, un uomo solido, di scienza, la cui costante inventiva salva più di una volta il manipolo di superstiti e infonde speranza a tutti, lettori inclusi; e l’alieno Koi, che muore decantando la bellezza immortale dell’arte.

La trama sembra addirittura anticipare il Golpe argentino del 1976 e il destino dello stesso Oesterheld che, poco tempo dopo, fu arrestato da una squadra armata e mai più liberato; il suo nome fu inserito nelle liste dei “desaparecidos” argentini. La stessa sorte subirono le sue cinque figlie, tutte attiviste di sinistra.

Paola Pirastu

Eternauta, il capolavoro di Héctor Germàn Oesterheld

Héctor Oesterheld, nato a Buenos Aires nel 1919, è stato uno degli autori più influenti per il mondo del fumetto argentino. Oltre a creare personaggi di grande successo internazionale come il Sergente Kirk e, appunto, l’Eternauta, nel 1957 fondò insieme al fratello Jorge la casa editrice Editorial Frontera. Forte del proprio talento di scrittore, Oesterheld ebbe così modo di selezionare e ospitare una rosa di artisti che avrebbero guadagnato fama mondiale, e che si fecero le ossa sulle riviste antologiche pubblicate dall’Editorial: parliamo di nomi come Hugo Pratt, Alberto Breccia e ovviamente Francisco Solano Lopez, disegnatore dell’Eternauta. Oesterheld è anche vittima di una delle pagine più buie nella storia argentina; nel 1977 fu prelevato da una squadra armata e da allora il suo nome è annoverato nell’elenco dei desaparicidos. Le sue cinque figlie, attiviste di sinistra, subirono una sorte simile, prelevate e uccise da squadre armate

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Il buon soldato – Ford Madox Ford #recensione

” Questa è la storia più triste che abbia mai sentito”.

Incipit

Pubblicato nel 1915, Il buon soldato, pare dotato di giovinezza perenne.
Romanzo popolato da personaggi che nonostante sembrino seguire la buona educazione edoardiana, escono dal loro aplomb per inseguire con frenesia lo stile Belle Époque.
Di questo libro ne scrissero in tanti, da Graham Greene che disse essere il solo libro che affronti in modo adulto la sessualità, a Ezra Pound che disse che la vera rivelazione della parola è cominciata col gemito sussurrato di Ford.

“Mia moglie ed io conoscevamo il Capitano e la signora Ashburnham così bene com’è possibile conoscere chiunque eppure, in un certo senso, non sapevamo proprio niente di loro.”

Due coppie si incontrano, nasce un’amicizia che dura per ben nove anni e che sembra basata sull’affetto e sul rispetto reciproci. La morte della moglie del protagonista, John Dowell, pone fine a questo sodalizio. E sarà proprio John, ricostruendo con l’aiuto della memoria quegli anni trascorsi, a scoprire che quelli che sembravano esseri puri e innocenti altro non erano che demoni corrotti e portatori di corruzione. Edward Ashburnham, il buon soldato, è un uomo che ama la trasgressione, è virile, taciturno, un incallito donnaiolo, intorno a lui gravitano altri personaggi mossi da sentimenti, risentimenti, adulterio.
Le due coppie si muovono da una stazione termale all’altra in giro per l’Europa cercando felicità, cultura, salute, ma alla fine di tanto peregrinare si ritroveranno al punto di partenza, in quell’Inghilterra dove tutto era iniziato, in quei luoghi dove tutto pare essersi fermato e pare essere sereno, ma in verità, in un intrigo di denaro sesso odio, c’è una caduta tragica di morte e follia.

La domanda che pone questo libro è semplice e fondamentale: Quanto bene è possibile conoscere una persona? È possibile conoscerla al di sotto della più bieca scorza superficiale? Si può andare oltre le chiacchiere di cortesia, le partite di cricket e il tè delle cinque e conoscere quell’individuo nella sua vera essenza? Ford risponde, con chiarezza, negativamente. Non si può conoscere niente di ciò che ci accade mentre ci accade, non si può conoscere nessuno quando lo abbiamo di fronte: si può solo indagare a posteriori, nel ricordo, quando sappiamo incastrare i pezzetti con la giusta concentrazione e il giusto spazio di tempo in mezzo.
Il buon soldato è il racconto di casi umani avvincenti e disperati nella loro tragica imprevedibilità, un grande meccanismo narrativo in una narrazione forse ancora un poco ottocentesca, e un’idea di base magnifica.
Un capolavoro.

Raffaella Giatti