I giorni dell’eternità – Ken Follett #KenFollett

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Premetto che a me Ken Follett piace molto, ho letto tutti i suoi romanzi ed attendo con piacere che ne scriva un altro.
Ultimo romanzo della trilogia sul ‘900, dove, narrando le vicende di cinque famiglie (russa, americana, inglese, tedesca, gallese), ci racconta la storia del secolo scorso.
I primi due romanzi, LA CADUTA DEI GIGANTI e L’INVERNO DEL MONDO, narrano gli anni a cavallo della prima e della seconda guerra mondiale. Questo terzo libro narra del periodo storico tra primi anni 60 fino alla caduta del muro di Berlino, con un piccolo accenno al primo discorso da presidente di Barack Obama.
Sarà perchè leggendolo ho ripercorso vicende che io stesso ho visuto (anche se come spettatore) ma questo romanzo è stato un tuffo nei ricordi e debbo ammettere che mi ha chiarito tanti eventi che a suo tempo non avevo ben compreso o peggio avevo osservato in modo superficiale. Ho notato che di alcuni fatti importanti avvenuti in quegli anni non ne fa menzione o li sfiora appena, ma è pur vero che il romanzo avrebbe avuto allora dovuto essere ben più lungo delle 1220 pagine che già lo compongono e scrivere un romanzo dove i ricordi del lettore sono ancora vivi credo vada incontro sempre a dei “se” e dei “ma”.

Per finire, lo consiglio a chi ha già letto i primi due (anche se……potrebbe anche non essere indispensabile) e per chi non li ha letti consiglio di leggerli tutti e tre. Buona lettura a tutti!

giancarlo zeppa

I giorni dell’eternità” è la conclusione della trilogia “The Century”, dedicata al Novecento, nella quale Ken Follett segue il destino di cinque famiglie legate tra loro: una americana, una tedesca, una russa, una inglese e una gallese. Dai palazzi del potere alle case della gente comune, le storie dei protagonisti si snodano e si intrecciano nel periodo che va dai primi anni Sessanta fino alla caduta del Muro di Berlino, passando attraverso eventi sociali, politici ed economici tra i più drammatici e significativi del cosiddetto “Secolo breve”: le lotte per i diritti civili in America, la crisi dei missili di Cuba, la Guerra fredda, ma anche i Beatles e la nascita del rock’n’roll. Quando Rebecca Hoffmann, insegnante della Germania Est, scopre di essere stata spiata per anni dalla Stasi prende una decisione che avrà pesanti conseguenze sulla sua famiglia. In America, George Jakes, figlio di una coppia mista, rinuncia a una promettente carriera legale per entrare al dipartimento di Giustizia di Robert Kennedy e partecipa alla dura battaglia contro la segregazione razziale. Cameron Dewar, nipote di un senatore del Congresso, non si lascia scappare l’occasione di fare spionaggio per una causa in cui crede fermamente, ma solo per scoprire che il mondo è molto più pericoloso di quanto pensi. Dimka Dvorkin, giovane assistente di Nikita Chruscëv, diventa un personaggio di spicco proprio mentre Stati Uniti e Unione Sovietica si ritrovano sull’orlo di una crisi che sembra senza via d’uscita.

La “trilogia del secolo” si conclude con quest’ultimo romanzo che cattura l’essenza delle vicende storiche mondiali dal 1961 al 2008.
I giorni dell’eternità è infatti l’affascinante racconto di un periodo storico ricco di svolte e cambiamenti la cui eco si fa ancora sentire ai giorni nostri.
L’epopea The Century che Follett ha intrapreso nel 2010 con La caduta dei giganti, romanzo in cui ha narrato gli eventi dalla Rivoluzione Russa sino alla prima guerra mondiale, è proseguita nel 2012 con L’inverno del mondo in cui si prendeva in considerazione l’arco temporale che va dalla fine della Grande Guerra all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 2014 l’autore mette l’ultimo tassello alla saga, fotografando i successi e i fallimenti delle cinque famiglie che hanno popolato la trilogia. Quelli narrati ne I giorni dell’eternità sono gli anni della contestazione e dei grandi movimenti di massa, anni in cui la lotta per la supremazia tra blocco sovietico e blocco occidentale ha influenzato la vita di milioni di persone.
Dopo svariate centinaia di pagine di storia e considerata la complessità della trama ricca di vicende, il lettore potrebbe sentirsi disorientato, potrebbe rischiare di perdersi tra i continui riferimenti e non riuscire a trovare il bandolo della matassa. Questo non è il caso dei lettori di Follett perché l’autore con il tocco di un vero maestro non tralascia alcun aspetto riuscendo a districarsi tra i vari personaggi e le loro vicissitudini.
Ciò che rende davvero avvincente l’opera è il fatto che la Storia attraversa e plasma tutti gli attori che si muovono in questo palcoscenico e che si rapportano ad essa con i sentimenti più disparati: dall’ottimismo al terrore, dalla frustrazione alla celebrazione. Le cinque famiglie, le cui storie sono ormai note, continuano a lottare sullo sfondo di tumultuosi eventi internazionali e ora le loro vicende trovano finalmente compimento.
Compaiono tanti personaggi, molti eventi storici, svariate storie personali che nelle mani di un altro autore avrebbero rischiato di perdere di spessore, ma con Follett ciò non accade perché lo scrittore riesce a donare ad ognuno di loro dignità e credibilità ed è il pieno coinvolgimento degli attori che salva il romanzo dall’essere soltanto un’opera storiografica. Se la Storia fa da sfondo sono invece i personaggi ad essere il fulcro di tutto.
Ma torniamo alla trama: la vicenda, fase finale di un percorso che si dipana lungo il secolo scorso, è ambientata nel periodo della Guerra fredda; le grandi guerre del ’900 sono finite e toccherà ancora una volta ai figli, questa volta di terza generazione, recuperare le ceneri del mondo ereditato dai loro genitori e tentare di crearne qualcosa.
Punto di partenza il primo anno di presidenza di Kennedy, il 1961. Uno dei protagonisti del libro lavora infatti alla Casa Bianca e fa da contrappunto a un altro personaggio chiave che invece si trova al Cremlino. Due poli estremi in cui si inseriscono Inghilterra e Germania. Si parla dei temi fondanti del Dopoguerra: il razzismo, i diritti degli afroamericani, la guerra in Vietnam, l’assassino di Kennedy, la costruzione del Muro di Berlino. E nell’anno della sua caduta Follett fa terminare il libro.
A riempire le pagine del libro sono i dibattiti e le amare rivalità; inganni e manipolazioni echeggiano lungo tutta la vicenda restituendoci l’immagine di un mondo che ora vedremo con occhi diversi.
Follett esegue un lavoro di intreccio eccezionale costruendo una narrazione dall’impianto multiculturale. Intreccio narrativo certo, ma anche, come sempre, grande aderenza alla Storia: questi i punti di maggiore forza dell’autore. Un racconto crudo e veritiero che ci costringe a guardare la parte più oscura del Novecento, un’emozionante conclusione che spinge a rileggere meglio un’epoca molto vicina a noi che pensavamo di conoscere, ma che in realtà lo scrittore propone sotto una veste inedita.

Gli anni al contrario – Nadia Terranova

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Per l’autrice dev’essere stato un bel salto, passare dai libri per ragazzi a questo romanzo. Ma forse non è così, dato che i suoi libri per ragazzi non erano esattamente ascrivibili al puro mondo dei ragazzi. Erano e sono bei libri. E poi…come se fosse semplice, scrivere dei ragazzi e scrivere ai ragazzi.
Questo libro è, essenzialmente, una storia d’amore. Una storia di una coppia. Lo sfondo è la fine degli anni ’70, per poi arrivare alla caduta del muro di Berlino. La storia di due ragazzi che va ad intersecarsi con la Storia, quella maiuscola. I marxisti leninisti, il collettivo di via dei Volsci, gli indiani metropolitani, il sequestro Moro e gli anni di piombo. Non è solo la loro storia privata, è un pezzo di Storia italiana, con tutte le sue contraddizioni, gli slanci, gli errori.
Due ragazzi diversi tra loro, come diverse le loro famiglie, anche se poi non così diverse come dovevano. Estrazione politica opposta, il fascistissimo padre di lei e l’avvocato comunista, di lui, ma visioni della vita non così dissimili. Un po’ come oggi, dove tutto, con il tempo si mescola, si annacqua, diventa indistinguibile. I ragazzi diventano una coppia, ed uniscono i loro sogni di cambiare il mondo, di essere diversi dai loro genitori. Ci provano. Ma essere coppia, avere un figlio, sembra sempre un freno ai sogni, piuttosto che uno slancio. I sogni si ammorbidiscono, o si frantumano. E quando lui se ne rende conto, crolla. Il classico inizio dove tutto sembra possibile, dove ci si sente invicibili, immortali, e il mondo davvero sembra poter cambiare, e siamo noi, a poterlo fare, anche facilmente. Poi però la realtà è fatta di giornate in cui il tempo non ti basta più, in cui i doveri ti bastonano le ruote, in cui un figlio ti succhia energie e pensieri. E bisogna mettere da parte i sogni, i desideri. Parcheggiarli, ci si illude magari di riprenderli poi, un imprecisato poi…e magari la vita di coppia, che sembrava uno sbocco naturale verso un mare ancora più aperto e più bello, diventa come uno stagno dove non si nuota volentieri, diventa una diga e non una foce. Una parabola di molte coppie. Chi sogna e continua a farlo fuori tempo, e chi paga le bollette, immerso nel quotidiano, impedendosi tutto il resto, ogni altro pensiero. La narrazione è in terza persona, e questa terza persona si svelerà solo al termine. La scrittura è chiara, netta, senza fronzoli, diretta, e bella, molto ritmata, dieci anni e più di storia che scorrono in poche pagine. E mi ha commosso. Lei è nata nel ’78, quindi quando questo libro inizia la sua narrazione, e direi che la scelta è stata molto coraggiosa. Ma non penso che l’epoca storica sia determinante in sè, i ragazzi che hanno sogni hanno le stesse difficoltà anche oggi, e forse anche di più, perchè oggi, appunto, ci si nasconde più di allora, ci si mescola, si perdono o non si hanno punti di riferimento, 35 anni fa si sceglieva da che parte stare, spesso nettamente e dolorosamente.
La Storia maiuscola è importante solo in quanto periodo di dolori e di fallimenti dolorosi, che si vanno ad intersecare con quelli personali e privati, spesso determinandoli direttamente.
Siamo tutti fragili, la Storia è più grande e più forte di noi, 100 anni fa, 30 anni fa, come oggi. E’ un libro duro. Che sembra non lasciare speranza, oppure metterla sotto duro processo. Solo gli occhi di un bambino, come sempre, sono quelli che i sogni non li perdono mai. Ma purtroppo cresciamo.

“Era un giorno di Fata Morgana, uno di quelli in cui la luce rende la Calabria così vicina che sembra di poterla toccare, tanto che si raccontano storie su chi, impazzendo, si è tuffato convinto di poter raggiungere a nuoto la punta del continente.”

“Se non ci fosse stata Mara forse ci saremmo persi subito, ma almeno non avremmo continuato a incolparci per le nostre solitudini.Quando penso agli anni trascorsi mi sembra che siano andati tutti al contrario”