Confessioni audaci di un ballerino di liscio – Paola Cereda #paolacereda #recensione

Confessioni audaci di un ballerino di liscio – Paola Cereda
Pubblicato: Maggio 2017 da Baldini&Castoldi
Collana: Romanzi e racconti
Formato: Brossura Pagine: 208

Se risponde al vero la notizia di un ritorno di interesse dei giovani verso il ballo liscio nelle discoteche della Riviera romagnola (letta oggi sul giornale), allora Paola Cereda con il suo nuovo libro ha “preso“ il tempo giusto. Anche se il suo Sorriso Dancing Club con il suo proprietario e ballerino Frank Saponara sta dalla parte del Polesine, la parte derelitta e trascurata dal Veneto ricco che marcia a tutto prosecco, e cioè là, nell’immaginario paese di Bottecchio sul Po, dove pensano che in Romagna il mondo sia capovolto perché hanno imbastardito il liscio della tradizione tradendolo con ritmi e parole e passi men che rigorosi.
Paola Cereda è una scrittrice e regista animatrice a Torino di una compagnia teatrale (assaiAsai) che fa dell’inclusione e della multiculturalità la sua bandiera e dentro quel bellissimo gruppo, per chi lo conosce e ci partecipa, nascono continuamente storie idee e spettacoli. Ed è anche una viaggiatrice curiosa e instancabile, e da un viaggio lungo la riva polesana del Po nasce questo racconto colmo di leggerezza e tenerezza verso i suoi protagonisti: un mondo di persone semplici, legate indissolubilmente a una terra poco generosa e soprattutto a un’acqua, quella del fiume, che spesso negli anni ti mette paura, nel ricordo delle catastrofiche alluvioni che l’hanno segnata.
Il protagonista, Frank, eredita la balera dal padre e la celebra negli anni non solo da proprietario ma da ballerino e sciupafemmine instancabile. E quando il locale compie 50 anni, questo diventa l’occasione per vedere scorrere persone e balli infiniti che ne hanno scandito il tempo e la storia. Il libro diventa così un elogio affettuoso e divertente di un mondo che forse non ci si immagina sopravvissuto alla modernità frenetica dei social, della disco-dance e a tutto il resto del rumore che ci circonda. Eppure l’immediatezza dei personaggi e la loro capacità di relazioni semplici e dirette, evocate dalla Cereda con la sua scrittura scorrevole e veloce come i walzer e le mazurke che ci racconta, e che al momento giusto recupera anche i toni lirici e poetici che ne hanno contraddistinto i tre libri precedenti, ci fa pensare che invece è proprio bello che quel mondo possa possa sopravvivere fino a ricordarci i tempi lontani del grande torinese Mario Soldati e dei suoi viaggi lungo il Po alla ricerca dei cibi genuini e agli sceneggiati TV di Sandro Bolchi del Bacchelli del Mulino del Po. Bei tempi, belli da ricordare, per chi già c’era!

Renato Graziano

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Aspettando Bojangles – Olivier Bourdeaut #OlivierBourdeaut

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Ispirato dall’immagine del Signor Coniglio che invita a ballare abbandonandosi alla follia perchè la saggezza non dà la felicità, ho letto “Aspettando Bojangles” di Olivier Bourdeaut, che sembra scritto appositamente per promuovere questa filosofia. Si tratta di una storia raccontata in prima persona da un bambino, il figlio di una stravagante coppia formata dal padre George  che non chiama mai la  madre con lo stesso nome, abitudine che alla madre non dispiace affatto, poiché tutte le mattine, in cucina, tiene lo sguardo fisso e allegro sul padre, col naso dentro la tazza di latte oppure col mento tra le mani, in attesa del verdetto; e poi, felice, si volta verso lo specchio salutando la nuova Renée, o la nuova Joséphine, o la nuova Marylou… E’ come a segnalare la necessità di rinnovare ogni giorno il mistero della scoperta dell’altro diverso e sempre nuovo che dovrebbe abitare dentro di noi e che ciascuno di noi contiene in misura variabile. O che senza la pazzia perseguita come scelta di vita questa nostra diversità nascosta tendiamo a reprimerla e a rimuoverla. Ma la realtà, però, è a volte molto banale e triste, così scioccamente triste che occorre più di una prodigiosa arte del mentire per continuare a gioire del mondo. La storia sarebbe molto triste perchè alla fine la pazzia diventa anche tragica, ed è difficile da sostenere per sempre, ma l’autore sparge sui suoi personaggi strampalati i colori che rallegrano la vita, al suono della canzone di Nina Simone (Mister Bojangles) che dà il titolo al libro e che invita la coppia formata da George e dalla moglie a ballare sempre attraversando le cose tristi della vita. E’ un romanzo di 140 snelle pagine fatte di personaggi e situazioni fuori da ogni convenzione. E così la storia triste diventa una favola lieve e positiva, di quella levità che in altri libri ti farebbe parlare quasi di inconsistenza del racconto e dei personaggi, ma che qui sembra proprio un necessario elogio della follia di cui tutti abbiamo un po’ bisogno in questi tempi così cupi e deprimenti. E allora sotto con Bojanglas, ballando e ballando fino ad inebriarci con il tanto o il poco che la vita ci riserva.

Renato Graziano