La ruga del cretino, Andrea Vitali & Massimo Picozzi.

La ruga del cretino, Andrea Vitali & Massimo Picozzi.

Un famoso criminologo.
Una medium.
Una giovane contadina un po’ strana.
Un assassino misterioso come Jack lo Squartatore.
La penna esilarante ed ironica del Vitali incontra la conoscenza criminologica del Picozzi e i 2 danno vita a un romanzo a tinte noir,tanto esilarante quanto avvincente.
Consigliato! (Come tutti i libri del Vitali,ovvio!!!)

cretino

Andrea Vitali, Premiata ditta sorelle Ficcadenti

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Eccomi al mio primo Vitali. E’ un libro che fatico a definire almeno tanto quanto ho faticato a finirlo. E’ in sostanza la storia di un sempliciotto di provincia all’inizio della grande guerra, la cui vita viene sconvolta, e con la sua quella di tutta la comunità, dall’arrivo di una bellezza strepitosa accompagnata da una sorella terribilmente brutta. E fin qui tutto bene non fosse che le sorelle hanno un piano diabolico che implica proprio la strumentalizzazione del povero tonto. Questa superficialmente la trama. Per quanto riguarda la scrittura ci sono lati positivi e negativi e quello che mi mette in difficoltà è che i lati positivi sono gli stessi che diventano negativi, alla lunga.
– scrive bene e sceglie con cura i termini. A volte con troppa cura, andando a scegliere sinonimi talmente poco usati da essere spiazzanti;
– usa il dialetto e questo mi piace perchè se pensiamo all’epoca di ambientazione una donna di umili origini, un prete, una perpetua non avrebbero certo comunicato tra loro, nè pensato in italiano, ma non siamo tutti bergamaschi e la mancanza di traduzione o addirittura l’uso di parole del dialetto italianizzate senza l’uso di corsivo rendono difficile la lettura.
– i nomi di alcuni personaggi sono esilaranti ma anche loro alla lunga decisamente pesanti nel loro essere improbabili.

Come conclusione posso dire di aver letto un buon libro che però mi lascia insoddisfatta. Per tutto il libro ho avuto la sensazione di essere su una strada in attesa di un bivio con la sensazione di attendere qualcosa che non arriva mai. Ho provato alternative aspettative: aspettative di risate che non arrivano, aspettative di un approfondimento del contesto storico (la guerra in arrivo che però non tocca i personaggi se non in modo marginale). Mi dispiace perchè avevo, a dispetto della recensione, credo di Massimo, che non era positiva, la speranza di scoprire un autore ironico e appassionato, non ho percepito nè una grande ironia, nè tanto meno passione.

Agata Pagani