Alice Munro, Lying under the apple tree

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Lying Under the Apple Tree è una raccolta di short stories che potrebbe essere considerata una sorta di introduzione al genere in cui Alice Munro sicuramente brilla. Le short stories sono episodiche per definizione, eppure, per i suoi personaggi, la Munro traccia sempre un ritratto ed un contesto che evocano dettagli particolareggiati ed elementi mai casuali, e, se penso per esempio a Modiano – premio Nobel alla letteratura l’anno successivo a quello in cui la prescelta fu la Munro – si avrebbe voglia di dire che alcune delle storie possono essere considerate dei romanzi, quantunque brevi, a pieno titolo.
La selezione, pubblicata nel 2011 e ripresa dopo l’attribuzione del Nobel nel 2013, comprende quindici racconti pubblicati in cinque raccolte nell’arco del decennio tra il 1998 e il 2009, e il fil rouge che le collega tutte è la provincia canadese, con i piccoli moti dell’animo che racchiude. Spesso Alice Munro racconta i sogni dei suoi personaggi, e attraverso i fantasmi che popolano il loro inconscio illumina di significato le azioni che essi compiono durante la veglia. A volte descrive la natura con puntiglio quasi maniacale, quasi un lavoro all’uncinetto tutt’intorno al nucleo centrale per creare motivi che per valorizzarlo lo nascondono. E sempre dissemina il suo racconto di dettagli che paiono insignificanti e che invece servono a spiegare il non detto, come se anche gli eventi della vita fossero segni che delineano un percorso inconoscibile che si rivela alla distanza, vivendo – o leggendo.
“Edith was doing her Latin translation at the kitchen table. Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi… […] Ignoring her mother, she wrote, ‘you must not ask, it is forbidden for us to know’ — She paused, chewing her pencil, then finished off, with a chill of satisfaction — ‘what fate has in store for me, or for you’ ” (Hateship, Friendship, Courtship, Loveship, Marriage).

Maria Silvia Riccio

Alice Munro, Nemico, Amico, Amante…

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“Nemico, amico, amante…” – Alice Munro

Interessante. Forse ancor di più di quanto io abbia potuto percepire, questo “Nemico, amico, amante..”. A volte mi è capitato, di rimanere a mezza strada, come con “Follia”, di McGrath. Autori che sanno scrivere, bene, molto bene, uno stile impeccabile, ma che a volte peccano nelle trame. Le storie raccontate dalla Munro sono con tutta evidenza banali, all’apparenza, e sono volutamente svolte in questo modo. Anche noiosi, per me. E’ una sua scelta. Perchè spesso tutti abbiam vite così, dove, all’apparenza, tutto si svolge in modo quasi preordinato, piatto, regolare, senza sobbalzi. Eppure tutti, prima o poi, troviamo il nostro tratto di strada ripido, o di discesa veloce, oppure il bivio, il punto in cui la nostra vita poteva andare in un verso, quello che abbiamo poi scelto, oppure in un altro, molto diverso o che poteva essere molto diverso, senza per questo essere migliore…non lo sapremo mai, e questo mi pare il senso dei racconti, lasciano tutti col dubbio, con domande senza risposta precisa. La Munro non si mette sul piedistallo, non ci lascia morali, ci descrive microcosmi di vita e basta.E sono tutte storie di donne. Donne alle prese con i gli uomini, amanti, mariti o figli, non importa. Ogni storia racconta, o vuole raccontare, un’emozione, vissuta nel quotidiano, figli, matrimoni, case, divorzi, malattie, morte, tutto sullo sfondo di un Canada molto più provinciale di quanto spesso noi immaginiamo e idealizziamo, anche.I personaggi sono semplici, anche troppo, per me…mi è mancato un po’ il cuore, in queste storie, anche se credo che molti l’abbiano vista diversamente da me..ma è tutto triste, malinconico e, soprattutto, pregno di fatale rassegnazione al fallimento, e forse è questo che mi ha tenuto incollato alla lettura fino alla fine….i personaggi sono tutti “beccati” in momenti precisi della loro vita, non da giovani, ma a metà strada o a fine cammino, e anche questa non è scelta casuale..beccati a dover sempre sopportare qualcosa, qualche evento drammatico, come la morte del coniuge o la malattia mentale in progresso della moglie, oppure dopo una separazione, o una visita dall’oncologo..e molti si rifugiano in una breve fuga o in un abbozzato tentativo di fuga, per poi, appunto, rassegnarsi ad un destino già segnato e ineluttabile. L’ultimo racconto, comunque, è il migliore. Non a caso ne è sortito un film. Ripeto, scrittura impeccabile, pulita, mai volgare, profonda, ma che rischia di essere percepita come poco partecipata, troppo distaccata, fredda come il Canada stesso. E’ comunque bravissima a descrivere una vita umana, fatta di complesse emozioni, in poche pagine, ecco perchè scrivere racconti è così difficile. Anche se di sicuro non è la mia scrittrice preferita. Mi piacerebbe capire cosa hanno percepito coloro che mi hanno preceduto in questa lettura.

Carlo Mars

Sonia Patania Ciao, Carlo, come al solito trovo interessanti le tue osservazioni così ben scritte. Lessi questo libro parecchi anni fa, su una spiaggia di Agrigento, mentre il fratello dell’amica che mi ospitava raccoglieva ricci per me… La mia lettura non è “fresca”, quindi, e mescolata alle emozioni di una vacanza un po’ letteraria. Ma ricordo di essere rimasta folgorata dalla capacità di Munro di fotografare pezzetti di vita, pezzetti estrapolati come in modo casuale eppure sempre significativi… in virtù di una scrittura lucida, cristallina. Pensai che mi ritrovavo al cospetto di una Signora della Letteratura, e mi commosse che quella canadese che raccontava con tanto rigore riuscisse a toccarmi profondamente e a commuovermi. Non fredda, per me, dunque. O fredda come una lama che trapassa lasciando scorrere sangue caldo (perdonami l’immagine un po’ troppo vivace, ma io non sono canadese). 
Carlo Mars Grazie della risposta, Sonia..🙂…mi attendo risposte così, contrastanti, rispetto alle mie impressioni, ma forse anche pareri molto critici rispetto a questo libro…secondo me la Munro è una di quelle scrittrici che può dividere nettamente i lettori…
Sonia Patania Pensa, non l’avrei detto fino a poco tempo fa, quando l’ho raccomandata a un lettore colto e sensibile che però non si è lasciato convincere. Mi ha confessato di non amare la complessità secondo lui propria delle scritture femminili. E allora mi è toccato capitolare: ho dovuto ammettere che, pur attraverso una scrittura e immagini semplici, il mondo interiore di Munro risulta nei suoi racconti assai complesso, si…