Dan Brown vs Neil Gaiman #NeilGaiman

« Avvertenza per i viaggiatori. Non è una guida, questo libro, ma un’opera narrativa, e sebbene nella narrazione emerga una geografia degli Stati Uniti che non è completamente inventata – molti luoghi esistono e vi sono sentieri che possono essere percorsi o tracciati – mi sono preso qualche libertà, meno di quelle che si potrebbe pensare, però me le sono prese. Non ho chiesto a nessuno autorizzazioni a inserire attrazioni turistiche che esistono davvero […] Di altri luoghi, invece, ho cambiato l’ubicazione […] Chi vuole potrà provare a cercarle, e magari le troverà. […] Soltanto gli dèi sono reali. »

Dopo parecchi anni dalla prima pubblicazione ho voluto riprendere in mano i libri di Dan Brown e cioè il Codice da Vinci e Angeli e demoni. Ricordo che quando li lessi la prima volta fui assolutamente coinvolta nella trama e li lessi assolutamente di un fiato.

ora mi sembrano una (a volte imbarazzante) accozzaglia di interpretazioni tra l’esoterico e il “cazzuto”, mi fanno sorridere ma non mi divertono.

morale: non rileggere un libro che non hai sedimentato ma solo letto.

fatto questo pistolotto iniziale volevo consigliare American gods, di Neil Gaiman. Lo trovo divertente, ben scritto, un po’ fuori dal normale e mi è piaciuto davvero molto.

la trama è  Fantasy, ed esattamente una storia imperniata sui vecchi dei di tutte le diverse culture e religioni, importati in America dagli emigranti che nei secoli hanno lì trapiantato le loro credenze. Da lì si snoda l’intera vicenda, quando il protagonista Shadow, ingaggiato dal signor Wednesday come guardia del corpo, scopre che dietro il signor Wednesday si cela in realtà il dio nordico Odino che vuole riunire tutti gli antichi dèi per una grande guerra contro le nuove moderne divinità, che vogliono prendere il loro posto nelle coscienze umane.

Bellissimo libro. punto!

ps. amo Gaiman

Nicoletta

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Neil Gaiman – Dave McKean – Signal to noise #neilgaiman

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Non è un semplice fumetto.
Quelli di Gaiman non lo sono mai, e quelli dove ai pennelli c’è Dave McKean lo sono ancora meno.
La storia è stata pubblicata per la prima volta a puntate su una rivista inglese nel 1989, ed è stata finalmente recuperata di recente in Italia e pubblicata in un unico volume.
Un regista, che sta iniziando a lavorare al suo prossimo film, scopre di essere malato di tumore. Rifiuta cure e ulteriori esami e comincia a girare, nella sua mente, il flim che sa benissimo non riuscirà mai a portare a termine. Siamo alla fine degli anni 80, tra dieci anni sarà la fine del millennio, e il film che ha in testa il protagonista parla della fine del millennio precedente.
Schiere di persone, a ridosso dell’anno mille, si radunano ai piedi di una montagna, e iniziano a risalirla, quasi a voler avvicinarsi il più possibile all’inizio dell’apocalisse, che non poteva che arrivare dal cielo.
L’apocalisse non arriva, nell’anno mille come nel 2000, e come forse nemmeno tra mille anni. Arriva invece tutti i giorni.
Tutti giorni qualcuno vive il suo personale apocalisse, tutti giorni finiscono mondi, confusi tra segnale e rumore di fondo.
In ingegneria, e in particolare nei sistemi di trasmissione, “Signal to Noise” (S/N) è la misura del rapporto tra segnale e rumore. Nel libro diventa un parametro del vivere.
Quanto di quello che facciamo, di quello che ci circonda, è “segnale” e quanto invece non è altro che “rumore di fondo”? La risposta non la troverete tra queste pagine, ovviamente, le grandi opere non danno mai risposte, ma ti lasciano con un bel po’ di punti interrogativi appesi qua e là.
I testi di Gaiman sono essenziali e sembrano scanditi su una musica minimalista. I disegni di McKean sono visionari e, volendo cercare anche per questi un parallelo sonoro, mi viene solo in mente la Sagra della Primavera. L’insieme è ipnotico e affascinante, un’opera che si fa fatica a definire, ma che altrettanto difficilmente si può dimenticare.

Neil Gaiman and Dave McKean present their masterpiece, Signal to Noise! Somewhere in London, a film director is dying of cancer. His life’s crowning achievement, his greatest film, would have told the story of a European village as the last hour of 999 AD approached – the midnight that the villagers were convinced would bring with it Armageddon. Now that story will never be told. But he’s still working it out in his head, making a film that no one will ever see. No one but us.