Partenze

ll mio 2017 parte leggero: Matteo Bussola con Notti in bianco, baci a colazione racconta la sua vita di padre di tre figlie, con tutte le speranze, le paure e le gioie che la accompagnano. L’ho trovato piacevole e divertente, talvolta mi ha commossa (anche se alcuni momenti un po’ retorici ci sono): Bussola alterna molto umorismo e poeticità, creando un connubio nel complesso piacevole. Tra l’altro, il caso ha voluto che leggessi questo libro il giorno del compleanno di mio padre… e quindi non ho resistito a regalarglielo.

bussola

La meccanica del cuore di Mathias Malzieu invece è una storia d’amore tra due ragazzi, ma anche un romanzo di formazione, una storia sulla disillusione e una bella metafora sulla diversità: tutto il romanzo si baserà sulla diversità di Jack, mentre la crescita ed il passaggio all’età adulta avverranno solo quando riuscirà a conformarsi alla massa e ad accantonare i suoi sogni per sempre. La storia è semplice e ben scritta, anche se non ho apprezzato i riferimenti ad oggetti ed eventi degli anni 2000 per un libro ambientato nell’800; devo anche dire che sono rimasta sorpresa e un po’ delusa dal finale: pensavo fosse un romanzo molto più prevedibile di quanto si è rivelato essere e di questo sono contenta, ma al tempo stesso speravo in un finale differente. Poi, vabbè, la copertina, l’ambientazione steampunk e Granada mi hanno fatto innamorare di questo libro.

meccanica

Prossimo libro: Notre Dame de Paris!

Samantha Lisa Maranesi

Matteo Bussola – Notti in Bianco, Baci a Colazione #MatteoBussola

bussola

In cucina, ore 7.30.
-Papà.
-Dimmi, Ginevra.
-Stamattina è meglio se tu non esci.
-Dici?
-Sì, è meglio se stai a casa, che sei malato e mi accompagna a scuola la mamma.
-Ah, se la mamma è d’accordo, allora va bene.
-Così almeno la mamma si abitua.
-A cosa?
-Che tanto dovrà portarmi sempre lei, quando tu sarai morto.
-Ginevra, io veramente spero che quando sarò morto tu le scuole le avrai tutte finite e avrai pure la patente da un pezzo, eh!
-Sì, ma se anche vuoi morire prima non ti preoccupare, sai, basta che me lo dici.
-Grazie, allora in caso ti scrivo un biglietto.
-Papà!
-Cosa?
-Io non so leggere!
-Ah, giusto. E allora come facciamo?
-Se muori, lasciami un soldino di cioccolata sul cuscino.
-Va bene.
-Di quelli grandi!
-Okay. Anzi, guarda, per sicurezza facciamo che te ne lascio due.
Mi viene un attacco di tosse, dura circa venti secondi.
-Papà.
-Eh.
-Uno me lo dai subito?

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Per chi non lo conoscesse, Matteo Bussola è un disegnatore di fumetti per la Bonelli che, da qualche anno, ha iniziato ad utilizzare Facebook per raccontare episodi della sua vita quotidiana nella veste di papà di tre bimbe. Il suo modo romantico e allo stesso tempo ironico di vivere la propria papitudine ha fatto centro e ha raggiunto diverse migliaia di contatti tra cui, oltre al sottoscritto, anche qualcuno in Einaudi che gli ha proposto di raccogliere i suoi post in un libro, uscito da poche settimane.
Magari qualcuno storcerà il naso ma se cercate una lettura veloce e semplice per passare qualche oretta in serenità, non lasciatevelo sfuggire.

Massimo Arena

DESCRIZIONE

– Papà, – ha detto, – quando hai incontrato
la mamma, come hai fatto a sapere che era
la mamma?
– L’ho capito dopo circa dieci minuti.
– E da cosa?
– Quando ci siamo incontrati la prima volta,
si è sollevata i capelli dietro la nuca, sopra
la testa, e si è fatta uno chignon senza
neanche un elastico, solo annodandoli.
– E allora?
– E allora lí ho capito che lei aveva
disperatamente bisogno di un elastico.
E io dei suoi capelli.

Il respiro di tua figlia che ti dorme addosso sbavandoti la felpa. Le notti passate a lavorare e quelle a vegliare le bambine. Le domande difficili che ti costringono a cercare le parole. Le trecce venute male, le scarpe da allacciare, il solletico, i «lecconi», i baci a tutte le ore. Sono questi gli istanti di irripetibile normalità che Matteo Bussola cattura con felicità ed esattezza. Perché a volte, proprio guardando ciò che sembra scontato, troviamo inaspettatamente il senso di ogni cosa. Padre di tre figlie piccole, Matteo sa restituirne lo sguardo stupito, lo stesso con cui, da quando sono nate, anche lui prova a osservare il mondo. Dialoghi strampalati, buffe scene domestiche, riflessioni sottovoce che dopo la lettura continuano a risuonare in testa. Nell’«abitudine di restare» si scopre una libertà inattesa, nei gesti della vita di ogni giorno si scopre quanto poetica possa essere la paternità.