Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali – Ransom Riggs #MissPeregrine #RansomRiggs

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La casa di miss Peregrine è un luogo incantato, su un’isola dove splende sempre il sole e dove i bambini speciali possono vivere sicuri e sereni. Sembra l’inizio di una fiaba, alla scoperta dei poteri straordinari che i bambini trasformano in infinite possibilità di gioco. Ma ben presto si scopre che la loro vita è un incubo, sospesa nel tempo e minacciata da terribili mostri. Così il fantastico cede il passo al grottesco e tutto cambia luce.
Quando conosci il grottesco come genere letterario lui non ti lascia più, lo riconosci e lo sottolinei in qualsiasi cosa tu legga. E in questo libro il grottesco si manifesta in tutte le sue forme più caratteristiche: in primo luogo la peculiarità dei protagonisti che li rende essi stessi “mostri”, nel senso etimologico del termine, cioè di manifestazioni straordinarie della vita che devono “essere mostrate”, sia pure come fenomeni da baraccone. Poi il tema ricorrente della “soglia”, dell’indefinito, della vita che sta in bilico, al confine tra due forme: l’umano e l’animale, l’animato e l’inanimato, lo scorrere del tempo e l’eterna fanciullezza, la vita e la morte. Ma c’è una soglia anche fisica, tra due mondi, all’interno di una grotta che si trova al di là di una palude, che è essa stessa in bilico tra due essenze (“It’s not quite water and it’s not quite land – it’s an in-between place”, la quintessenza del non luogo grottesco!).
E sempre, quando il tema è grottesco, anche la lingua si presta al gioco, con continui riferimenti alla magia e alle fiabe classiche. Inoltre, edifici e paesaggi acquistano nelle descrizioni connotazioni antropomorfe ma con caratteri esagerati, mostruosi:

“What stood before me now was no refuge from monsters, but a monster itself, staring down from its perch with vacant hunger. Trees burst forth from broken windows and skins of scabrous vine gnawed at the walls like antibodies attacking a virus–as if nature itself had waged war against it—but the house seemed unkillable, resolutely upright despite the wrongness of its angles and the jagged teeth of sky visible through sections of collapsed roof.”

La vicenda prende le mosse da Jacob che è alla ricerca della verità nascosta nelle storie fantastiche che gli raccontava il nonno, ma diventa presto un’avventura inquietante, ancor più quando essa sfiora la vera Storia.
Le “strane” immagini d’epoca a corredo della narrazione non fanno che ingigantirne l’aspetto perturbante e creano grande aspettativa verso ciò che un visionario come Tim Burton può averne fatto nella sua versione cinematografica.

Arianna Pacini

Terry Pratchett – A me le guardie! #TerryPratchett

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« Potete chiamarli Guardie di Palazzo, Guardie Cittadine o Guardie e basta. Qualunque nome abbiano, in ogni opera di genere fantasy-eroico il loro scopo è lo stesso: più o meno al capitolo 3 (o dopo 10 minuti di film) irrompono nella stanza, attaccano l’eroe uno alla volta e vengono massacrati.
Nessuno chiede mai se sono d’accordo.
Questo libro è dedicato a quei nobilissimi uomini. »

DOVE sono stata finora? Ricordo benissimo quando da ragazzetta delle medie che andava in biblioteca in bici a riportare i libri e a prenderne altri da divorare sull’amaca d’estate vidi “A me le guardie” appena uscito sul pensile delle novità. C’era una tartaruga e questo era ottimo ed era un fantasy, e questo era anche meglio. Eppure, non ricordo perché, pensai “la prossima volta”. E quella dopo uguale, e in un batter d’occhio erano passati anni e le mie amiche che leggevano Pratchett mi incuriosivano ma io avevo mille altre cose, e ho pure visto il film in inglese di Hogfather e per fortuna sapevo cosa fossero il Mondo Disco e Ankh-Morpork ma… 14 anni dopo l’ho trovato su uno scaffale del book sharing e non ho detto “la prossima volta.”
Abbiate compassione di una poveretta che scopre veramente Pratchett a 26 anni. Ho riso come una scema ogni 3-4 pagine, l’ho finito in una settimana (coi miei ritmi ultimamente, è un record) e ho davvero amato questi personaggi sfigatissimi ma tanto teneri.
La storia è semplice, nemmeno a metà e avevo capito chi era il colpevole e avevo anche intuito che il romance appena accennato sarebbe finito bene, ma la scrittura ti spiazza completamente. Le descrizioni sono geniali, i personaggi sono volutamente discutibili e anti-eroici e tu li ami comunque e le note a piè pagina sono favolose. È una lettura leggera ma intelligente, divertente ma piena di riflessioni sulle persone e sulla natura umana. Ankh-Morpork è senza speranza ma in qualche modo riesce comunque ad andare avanti, questa strana città, con il suo Patrizio, la sua Università Invisibile e la sua Guardia Notturna che è tutto un programma.
E nonostante il libro abbia anche qualche anno (è stato scritto alla fine degli anni 80 mi pare), non c’è niente che sia “datato”. Potrei andare avanti ma mi fermo.
Adesso ovviamente li leggerò tutti!

Selena Magni

“C’era poi, ovviamente, luce in Biblioteca.
La Biblioteca rappresentava il più imponente accumulo di testi magici dell’intero multiverso. Migliaia di volumi di scienza occulta pesavano su suoi scaffali.
Si diceva che, visto che le grandi quantità di magia possono gravemente distorcere il mondo terreno, la Biblioteca non obbediva alle normali regole di spazio e tempo. Si diceva che proseguisse per sempre. Si diceva che si potesse camminare per giorni fra i distanti scaffali, che fa qualche parte, lì dentro, ci fossero tribù disperse di studenti ricercatori, che strani esseri si annidassero in alcove dimenticate e venissero attaccati da altri esseri ancora più strani.”*

*Nota a piè pagina
“Non era vero niente. la verità è che anche grandi collezioni di normalissimi libri distorcono lo spazio, cosa che può facilmente riconoscere chiunque si sia trovato a in un negozietto davvero antico di libri di seconda mano, uno di quelli che sembrano progettati da M. Escher in un giorno in cui aveva la luna storta, che hanno più scale che piani e una serie di quelle file di scaffali che terminano con porticine decisamente troppo piccole per permettere il passaggio di un uomo di taglia media. L’equazione calzante è: sapere=potere=energia=materia=massa; una buona libreria non è altro che un buco nero distino e istruito.