Frammenti di Aprilia sparita – Pietro Nencini

aprilia

Devo dire che la disfida mi sta appassionando ancor più dei “semplici” 50 da raggiungere. Quando ho letto del libro ambientato nella mia città natale ho pensato subito che mi sarei dovuta accontentare di un luogo vicino perché erroneamente pensavo che la mia giovane cittadina non offrisse materiale letterario. E qui casca l’asino! AH!
Non immaginate il piacere nello scoprire che invece esiste una letteratura!
Non saranno altissimi romanzi, ma almeno costituiscono materiale autentico sugli albori della città fondata nel 1936, in pieno regime fascista.
Così mi sono fatta trascinare dai “frammenti” di Pietro Nencini, figlio del primo farmacista del paese, che fornisce dei veri e propri flashback relativi alla vita e alla crescita da piccolo borgo rurale a cittadina industriale dell’Agro pontino. Interessante nonostante non sia scritto in maniera eccelsa e non segua il filo di un racconto.

owlina fullstop

“Più ci penso e più sono convinto di aver assistito, nel luglio del ’43, al più grandioso spettacolo della mia vita: da dentro il fosso, che ora scorre sotto via dei Mille, vidi passare gli aerei che andavano a bombardare Roma… Sembravano pesci d’argento…”
 
E’ un racconto, un susseguirsi di immagini ora sbiadite dal tempo ora ancora nette e vive nella memoria: la prima festa del patrono San Michele Arcangelo, con la corsa dei cavalli; il primo cinematografo “Il Pidocchietto”; la prima radio in un bar; il primo sindaco eletto nel 1946; il devastante bombardamento della città e poi la ricostruzione, lenta, senza fondi, ma tenace. Insomma, quella di Pietro Nencini sarà una grande testimonianza di valore storico, culturale e sociale di Aprilia, la sua città, che, con discrezione, sotto voce, ma con eleganza ha contribuito a costruire e sviluppare.

Paolo Rumiz – Trans Europa Express #PaoloRumiz

rumiz

Dalla Finlandia all’Ucraina su mezzi pubblici. Un percorso insolito e affascinante, con nomi ostici e personaggi che sembrano quelli di un tempo che fu.
Viene voglia di mettersi uno zaino (leggerissimo) in spalla e salire sul primo treno.
Consigliatissima la lettura nelle giornate di afa feroce: l’abbondante neve incontrata durante il viaggio è una vera mano santa.
E’ un piacere immenso leggere un libro di viaggio dove l’autore è innamorato del posto che descrive, è come essere al suo fianco durante il cammino.

anna littlemax massimino

DESCRIZIONE

2008. Seimila chilometri a zigzag da Rovaniemi (Finlandia) a Odessa (Ucraina). Un percorso che sembra tagliare, strappare l’Europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di Rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi vivi e villaggi morti. Rumiz accompagna il lettore, con una voce profonda, ricca di intonazioni, per paesaggi inediti, segreti, struggenti di bellezza. E più avanza, più ha la sensazione di non trovarsi su qualche sperduto confine ma precisamente al centro, nel cuore stesso dell’Europa. Attraversa dogane, recinzioni metalliche, barriere con tanto di torrette di guardia, vive attese interminabili e affronta severissimi controlli, ma come sempre – nel frattempo – conosce anche la generosità degli uomini e delle donne che incontra sul suo cammino: un pescatore di granchi giganti, prosperose venditrici di mirtilli, un prete che ha combattuto nelle forze speciali in Cecenia. Siamo di fronte a un libro raro, dettato da una scrittura che magnifica il viaggiare e la conoscenza del mondo – di quel mondo – attraverso il viaggiare.