La breve favolosa vita di Oscar Wao – Junot Diaz

Questo è stato un bel libro, ma non un libro memorabile, per me. Ne ha parlato benissimo Stefano quindi prima che scatti la rissa 😉 vi lascio la mia opinione un po’ meno positiva.

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La struttura intanto è un po’ faticosa, sono varie storie di personaggi che per diversi gradi (madre, sorella, nonni e zia) hanno a che fare con il protagonista, un nerd ciccione e sfigato di origini dominicane cresciuto nella suburbia del New Jersey. Tutte queste storie si intrecciano tra di loro, con il background storico che è sulla vita a Santo Domingo sotto il dittatore Trujillo, e infine con le vicende di Oscar Wao, e in teoria il lettore da questa visione corale dovrebbe cogliere la vita del protagonista.

In realtà del povero Oscar, che pur ne esce come umanissimo ancorchè irritante nella sua nerditudine, in tutto il libro si intravedono sprazzi qua e là, ma non molto altro. E le storie suddette della famiglia estesa, pur essendo tutte ben scritte e anche a loro modo toccanti, alla fine mi hanno lasciato con una serie di personaggi che non aggiungevano nè toglievano alla storia, e che anzi a volte confondevo persino tra loro.

E’ inoltre il genere di libro che ha dieci paginette di note fitte fitte alla fine di ogni capitolo, e le devi leggere perchè non sono note bibliografiche o di semiotica, no, sono proprio parti del libro che invece che essere integrate nel romanzo vengono pinzate insieme e attaccate alla fine di ogni capitolo, a qualche autore piace così. In generale a me non dispiacciono, ma sicuramente interrompono il flusso della narrazione, e non è sempre un pregio, questo, soprattutto in romanzi medio-lunghi.

La storia mi è piaciuta, molte caratterizzazioni anche, ed è scritto veramente bene, anzi a volte ha alcuni momenti di genio. Tuttavia verso la metà ho cominciato a perdere slancio, un po’ per il linguaggio (ci sono intere frasi in spagnolo, non sempre tradotte), e un po’ per citazionismo a livello hardcore fantasy/fantascientifico (Oscar passa praticamente tutta la sua vita immerso nella cultura fantasy – e suoi derivati) onestamente a un certo punto se ne è sommersi e non sempre si colgono i riferimenti e bisogna andare a vedersi le note (cfr. par. “si interrompe il flusso della narrazione”).

Ma il vero difetto credo stia nel fatto che pur essendo un romanzo che racchiude tante diverse storie, non ce n’è nessuna che brilli di luce speciale e duratura, soprattutto perchè vengono tutte lasciate a metà o quasi per andare a raccontare di qualcun altro in un altro tempo e luogo. E’ ancora quel “realismo magico” che ogni scrittore sudamericano sembra si senta obbligato a tributare a Gabriel Garcia Marquez. E se da Marquez ovviamente lo accetto anzi accetto qualsiasi cosa, con la mia faccia sotto i suoi piedi e può muoversi quanto gli pare e piace e io zitta sotto (cit.), insomma Diaz può anche usarlo ma io mi pongo domande, ecco.

Comunque lo consiglio, la scrittura mi è piaciuta davvero tanto, e alcuni personaggi hanno comunque un certo modo di rimanerti dentro, e tutte quelle note, urticanti o no, raccontano molto della storia e della vita nella Repubblica Dominicana sotto una feroce e inumana dittatura, e questo è già un motivo validissimo per leggerlo.

Lorenza Inquisition

 

La Breve Favolosa vita di Oscar Wao – Junot Diaz

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Per la disfida alla voce: “un premio pulitzer recente”
Dopo aver tentato di leggere altri tre libri e essermi accorto che per effetto della vecchiaia proprio non ce la faccio a impegnare il mio tempo con narrativa mediocre, mi sono imbattuto in questo capolavoro (pulitzer meritato).
È una storia che si snoda su più generazioni, tra santo domingo e gli Stati Uniti e che parla di amore, destino e fukù ( la sfiga cosmica, per chi non parla in slang). Avvincente emozionante fino alla fine. Spero vi piaccia! Oscar è un ghetto-nerd dominicano obeso e goffo, ossessionato dalle ragazze – che naturalmente lo ignorano – dai giochi di ruolo e dai romanzi di fantascienza e fantasy. Prima che lui nascesse, sua madre, la formidabile Belicia Cabral, ha lasciato la Repubblica Dominicana di Trujillo per rifugiarsi nel New Jersey, dove Oscar vive sognando di diventare il nuovo Tolkien e, più di ogni altra cosa, di trovare l’amore. Per riuscirci, il nostro eroe deve sfidare il micidiale fukú , l’antica maledizione che perseguita i membri della sua famiglia da generazioni, condannandoli al carcere, alla tortura, a tragici incidenti e soprattutto alla sfortuna in amore. La prosa vivida e giocosa di Junot Díaz, che incarna la molteplicità di luoghi, culture e linguaggi alla base del romanzo, ci trasporta dalle periferie americane contemporanee al sanguinario e insieme mitico regno del dittatore dominicano Rafael Leónidas Trujillo, mentre la storia del mite e sventurato giovane si intreccia a quella della sua gente e della sua terra, che finiranno per plasmarne il destino.

Stefano L.

DESCRIZIONE

“La breve e favolosa vita di Oscar Wao”: già dal titolo si capisce che il romanzo non avrà un lieto fine classico. Ma non importa. Perché la vita di Oscar – ribattezzato Wao da un amico dominicano che storpia il nome di Wilde è davvero favolosa. Da favola. Da favola letteraria, magica e realistica al tempo stesso. Nasce e cresce nel New Jersey, il grasso, poco attraente, intelligente e parecchio eccitato Oscar. Sua madre Belicia è una ex reginetta di bellezza scappata da Santo Domingo perché perseguitata dal clan del dittatore Trujillo, la sorella, Lola, è una ragazza dolce, assennata e insieme spericolata come tutte le dominicane di Diaz. L’intero albero genealogico di Oscar, come quello di altre migliaia di dominicani, è composto da figure torturate, espropriate, martirizzate.

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